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Lumière? Un viterbese inventò il cinema…

di | 2020-02-23T09:51:10+01:00 23-2-2020 6:05|Attualità, Sezione 2|1 Comment

ORTE (Viterbo) – La celebrità e il successo sono riconoscimenti che si riservano solo a chi per primo raggiunge un importante traguardo. Qualunque sia l’avvenimento o la disciplina in questione, dei “secondi” non c’è traccia. La storia insegna che chi compie per primo un’impresa (come Neil Armstrong, primo uomo sulla Luna) entra di diritto nell’Olimpo degli Dei. Per chi giunge subito dopo non rimane quasi nulla o solo qualche sottile citazione, ma mai la gloria.

Eppure ci sono tanti casi in cui i “secondi” avrebbero meritato le giuste considerazioni ed i medesimi riconoscimenti, quando per sfortuna o per qualche intoppo burocratico o per maggior scaltrezza dei “primi” hanno visto vivere da altri il proprio sogno. E questo è proprio il caso di Filoteo Alberini, il genio italiano che fu il primo e vero inventore del cinema. Nato a Orte, in provincia di Viterbo, il 14 marzo 1867, Alberini manifestò sin da ragazzo una certa predisposizione alla creatività e all’inventiva. Grande appassionato di fotografia, durante il servizio militare si mise subito in luce e venne notato per le sue incredibili doti di fotografo al punto da essere impiegato nel Genio Militare. Fu nel 1894 che, osservando il Kinetoscopio inventato da Thomas Edison, scattò in Filoteo Alberini la “magnifica ossessione” di realizzare qualcosa che nessuno aveva ancora mai visto: il cinema.

Una scena del film “La presa di Roma”

Alberini lavorò duramente sull’idea di Edison, con la quale, azionando una manovella, era possibile vedere attraverso una lente il movimento di alcuni fotogrammi posti all’interno di una scatola. Questa invenzione scatenò in lui il desiderio di andare oltre. Nella sua mente aveva già idea di cosa voleva ottenere. Lavorò senza sosta, sempre alimentato dalla passione per quanto stava per realizzare fino a quando, nell’ottobre del 1894, finalmente creò, presentando subito richiesta di brevetto, il Kinetografo, un apparecchio che permetteva la proiezione in pubblico di immagini in rapida sequenza tra loro, dando così il senso del movimento. Di fatto inventò il cinema e lo fece ben prima dei fratelli Lumière.

Desideroso quindi di confrontarsi con altri studiosi Alberini andò in Francia e a Lione incontrò tra gli altri anche i due noti fratelli francesi, all’epoca già ricchi e famosi come fotografi, mostrando loro la sua fantastica invenzione. Purtroppo, per l’indifferenza di chi doveva autorizzare o a causa di qualche intoppo, la burocrazia italiana ci mise del suo. Fatto sta che il Ministero dell’Industria e Commercio rilasciò a Filoteo Alberini il brevetto n° 245032 nel dicembre 1895, per ironia della sorte proprio nello stesso mese in cui in Francia i fratelli Auguste e Louis Lumière con “L’uscita dalle officine Lumière” (La Sortie de l’usine Lumière) proiettarono al pubblico parigino il primo spettacolo di cinematografo (già brevettato nel marzo dello stesso anno) al Salon indien du Grand Cafè di Boulevard des Capucines, ottenendo così il successo e la gloria.

Alberini però non si perse d’animo per non essere riuscito, non per colpe proprie, ad essere riconosciuto ufficialmente come l’inventore del cinema e, mostrando grande caparbietà, qualche tempo dopo aprì a Firenze la prima sala cinematografica d’Italia e nel 1904 realizzò a Roma il Cinema Moderno, primo locale della capitale tuttora in funzione a Piazza Esedra. Negli anni seguenti l’inventore italiano continuò a realizzare progetti innovativi per l’epoca, suo infatti fu il primo film italiano intitolato “La presa di Roma” e sua fu la prima casa di produzione cinematografica denominata “Alberini & Santoni”, trasformatasi negli anni nell’attuale Cinecittà.

Nel 2008 la scrittrice Giovanna Lombardi ha scritto il libro “Filoteo Alberini. L’inventore del cinema” dedicando le più attente ricerche al genio di questo illustre cittadino italiano che merita di essere ricordato per essersi sempre impegnato nello sviluppare il sogno del cinema. Inoltre, per promuovere e valorizzare la figura del proprio concittadino, il Comune di Orte, organizza ogni anno il Festival del Cortometraggio Filoteo Alberini in collaborazione con l’omonima associazione, un progetto che vede la partecipazione di eccellenze della cinematografia italiana. “Finalmente l’interesse attorno al nostro concittadino è ora più vivo che mai – sostiene Valeria D’Ubaldo, consigliere comunale con delega alla cultura del Comune di Orte – e questa amministrazione non può essere lasciata sola a portare avanti una sacrosanta battaglia, con l’unica preziosissima collaborazione dell’Associazione Festival Filoteo Alberini, per vedere finalmente riconosciuti i diritti di un genio italiano. Filoteo Alberini è nato ad Orte, è vissuto a Firenze e Roma, ha viaggiato in Francia e negli Stati Uniti sempre con il cinema nella testa e nel cuore”. “La fortuna non gli ha sorriso ma probabilmente lui è stato felice lo stesso – conclude l’assessore D’Ubaldo – Aver messo il proprio genio al servizio della sua passione, il cinema, lo avrà sicuramente reso orgoglioso ed ora sta a tutti noi, a noi ortani e a noi italiani, rendergli quella fama che la vita e la storia non gli hanno dato”.

La storia si può riscrivere o per lo meno si può correggere riconoscendo i giusti meriti a chi con le proprie idee, il proprio impegno ed il proprio genio l’ha tracciata, lasciando un segno tangibile e modificandone il corso per sempre.

Paolo Paglialunga

Nell’immagine di copertina, l’inventore del cinema Filoteo Alberini

 

One Comment

  1. Giuseppe Presutti 23 febbraio 2020 at 12:06 - Reply

    E che te lo dico a fa’, è un classico come d’altronde Meucci per il telefono. Ed è sempre un problema di denaro e di burocrazia. Cmq evviva Filoteo Alberini, il suo genio, la sua grande passione ed evviva te, caro amico, che hai riportato alla ribalta un eccellenza italiana.

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