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Trilussa aveva ragione: “La felicità è una piccola cosa”

di | 2020-12-26T12:10:29+01:00 27-12-2020 6:25|Attualità, Sezione 6|4 Comments

VITERBO – Forse l’unica cosa davvero inarrestabile e che scorre inesorabilmente senza interruzioni o incertezze è il tempo. Giorni, ore, minuti e secondi si susseguono costantemente nella loro precisa sequenza incuranti e indipendenti da tutto ciò che avviene nello spazio intorno. E così tra qualche giorno inevitabilmente (qualcuno dirà finalmente…), calerà il sipario in maniera definitiva sul 2020, un anno che di certo non verrà ricordato tra i più belli degli ultimi decenni. Esattamente dodici mesi fa infatti nessuno (forse) poteva immaginare quello che sarebbe successo in questo travagliato arco temporale nel quale, guardando cinicamente i numeri, abbiamo perso quasi un’intera generazione di anziani che rappresentavano la storia, la memoria ed il collegamento verso un Mondo ormai lontanissimo.

Nell’anno che sta per concludersi è stata messa allo scoperto tutta la fragilità umana e quella dei sottili equilibri dei sistemi che la governano a causa del virus Covid-19, non ancora domato, che in molti casi ci ha privato delle persone più care senza nemmeno la possibilità di un ultimo abbraccio, ci ha costretti a rinunciare alla libertà di movimento, di contatto e di relazione, limitando in questo anche i bambini. Ha messo in ginocchio l’intera rete della sanità, dell’economia, delle piccole, medie e grandi imprese, degli artigiani e delle partite Iva, degli imprenditori e degli agricoltori, dei commercianti, degli operatori turistici, dal settore della ristorazione a quello del benessere, dallo sport alla cultura. Tutto fermo o quasi.

Trilussa, poeta romano

Ora però ci apprestiamo a voltare pagina, almeno sul calendario, ma quali sono le aspettative per il nuovo anno, cosa chiediamo veramente al 2021? Sicuramente il desiderio comune è quello di sconfiggere definitivamente il terribile virus e di riportarci a vivere la normalità a cui eravamo abituati per poi riprendere a pieno ritmo le attività lavorative, culturali, sociali e sportive a 360° infine di restituirci la libertà dei sentimenti, delle azioni e delle relazioni. Chiederemo al 2021 di rimetterci nella condizione di progettare il futuro, con l’idea di costruire e realizzare i sogni, di poter vivere serenamente con la famiglia, con gli amici e le persone care i giorni e le Feste che verranno e che quest’anno purtroppo ci siamo persi. Ma tutto queste cose che chiederemo al nuovo anno, che inseguiamo e sogniamo di realizzare, non è ciò che già avevamo negli anni scorsi senza rendercene conto e senza considerarne il reale valore? Forse avevamo davvero tutto questo.

Avevamo la felicità, gli affetti e la libertà e non l’abbiamo capito, non siamo riusciti ad apprezzare quello che possedevamo fino a quando non c’è venuto a mancare, troppo presi dalla frenesia di ottenere sempre di più e convinti che tutto ci era dovuto, pronti a lamentarci per ogni minima cosa andata storta e mai veramente soddisfatti della vita e del mondo che ci circondava. Le tristi vicende del 2020 ci servano almeno da lezione per il futuro perché per stare bene e in armonia con la vita a volte basta davvero poco. D’altronde come scrisse Trilussa in una sua famosa poesia: “la felicità è una piccola cosa”. Buon Anno.

Paolo Paglialunga

4 Commenti

  1. Federico Mingarelli 27 dicembre 2020 at 10:47 - Reply

    Bel momento di riflessione Paolo. Lo porteremo con noi al nuovo anno.
    Grazie

  2. Tiziana 27 dicembre 2020 at 11:38 - Reply

    Articolo che sintetizza anno orribile e che da speranza per un anno migliore..ila felicità è una piccola cosa.Bravo

  3. Nicoletta 27 dicembre 2020 at 11:52 - Reply

    Buongiorno Paolo anche questa volta le tue parole hanno colto nel Segno, complimenti.
    Buone Feste !

  4. Nicoletta 27 dicembre 2020 at 11:56 - Reply

    Buongiorno Paolo condivido in pieno le tue riflessioni con la speranza di un futuro migliore e più consapevolezza da parte di tutti. Complimenti e Buone Feste.

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