/, Sezione 3/S. Pellegrino in fiore, a spasso nel Medioevo

S. Pellegrino in fiore, a spasso nel Medioevo

di | 2018-04-20T23:13:25+02:00 22-4-2018 6:10|Attualità, Sezione 3|0 Commenti

VITERBO – Nella suggestiva cornice del quartiere medioevale di san Pellegrino a Viterbo, dal 28 aprile al 1 maggio, è in programma la manifestazione “San Pellegrino in fiore”. Fiori alle finestre, nei vicoli, nelle piazze e sulle fontane. A spasso fra piazzette medievali che conservano intatto nel tempo il loro fascino per poi arrivare ad ammirare, in  piazza del Duomo,  lo storico Palazzo papale e la cattedrale di san Lorenzo, splendida costruzione in stile romanico. Il colore scuro delle antiche mura viene illuminato da splendide composizioni di fiori che i vivaisti allestiscono secondo il loro gusto e la loro creatività.

È una gara di bellezza e armonia da ammirare sia di giorno, quando la luce del sole illumina ed esalta i colori, sia di sera quando la luce dei lampioni conferisce ai luoghi una magica atmosfera. Il quartiere di san Pellegrino, che ospita l’evento, è un vero gioiello medievale che riporta alla memoria vicende storiche lontane nel tempo legate, soprattutto,  ad un famoso conclave, primo nella storia con questo nome,  che iniziò il 29 settembre 1268 e che durò per ben 1006 giorni, verso la fine del quale fu necessario scoperchiare il tetto della sala in cui erano riuniti i prelati e serrare le porte della stessa (clausi cum clave) fintanto che i cardinali non elessero il nuovo Papa, cosa che accadde il 1 settembre 1271 con  la nomina di Gregorio X.

Ma c’è un’altra vicenda storica che lega san Pellegrino ad un luogo, appena fuori le antiche mura di  Viterbo,  in cui si trova un’importante risorsa naturale del territorio, la sorgente del Bullicame, conosciuta anche da Dante e citata nella Divina Commedia.  A seguito dell’assassinio  avvenuto a Viterbo, di Enrico di Cornovaglia, nipote di Enrico VIII di Inghilterra, ucciso nella chiesa del Gesù (proprio nel quartiere di San Pellegrino), per mano di Guido di Montfort,  Dante Alighieri, colpito dalla vicenda che all’epoca destò scalpore, pose Guido all’inferno nel girone dei violenti contro il prossimo e paragonò il fiume infernale di sangue bollente (il Flegetonte) alle acque calde e a volte rossastre che sgorgano dalla sorgente dal Bullicame. Visitare la sorgente e i luoghi limitrofi è un’esperienza suggestiva e, sulla stele, posta accanto alla sorgente stessa, si possono leggere i versi,  tratti dal XIV canto dell’inferno, che Dante dedicò al Bullicame.

Ultima tappa di questo breve excursus fra vicoli in fiore, storia e letteratura, dovrebbe essere una visita alle terme dei Papi: immergersi nella piscina e rilassarsi nel calore delle acque termali dona momenti di assoluto benessere e relax che aiutano il fisico e la mente a rigenerarsi dalla stanchezza e dallo stress della vita quotidiana. Un’ottima occasione per restare, un’ottima occasione per tornare.

Silvia Fornari

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi