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Libri, meno lettori ma crescono gli editori

di | 2018-04-29T19:43:49+02:00 29-4-2018 7:00|Prima Pagina, Punto e Virgola|0 Commenti

In Italia si legge sempre meno. Il dato non si riferisce soltanto ai giornali, ma anche ai libri. Per quanto riguarda la carta stampata, i dati sono preoccupanti: nell’arco di 15 anni il numero di quotidiani venduti ogni giorno nel nostro Paese, si è dimezzato (dai 6 milioni dell’inizio del terzo millennio agli attuali 3 milioni di copie). Con una prospettiva ancor più tetra: la flessione non  accenna a diminuire, tanto che tutte le testate (nazionali e locali) sono in fortissima sofferenza. Ma dal sito www.truenumbers.it (curato dal giornalista Marco Cobianchi) arriva un’altra brutta notizia: si leggono anche meno libri. In base ai dati Istat forniti alla fine dello scorso anno, la percentuale di italiani che, nell’arco di 12 mesi, ha avuto tra le mani un volume per motivi non strettamente professionali o scolastici, è scesa dal 42% del 2015 al 40,5% del 2016.

Il fenomeno colpisce indistintamente sia gli uomini che le donne ed è presente in tutte le aree geografiche, anche se si potrebbe notare che gli abitanti del nord est che hanno letto almeno un libro sono calati solo dello 0,1%, passando dal 48,8% al 48,7% nel 2016 rimanendo dunque diversi punti sopra la media nazionale.

A fronte, dunque, di una generalizzata flessione si deve registrare però un fenomeno per certi versi inspiegabile: diminuiscono i lettori, ma aumentano gli editori. Nel 2016 sono scomparsi dal mercato 56 editori e ne sono nati ben 152. Complessivamente sono stati registrati, sempre nell’anno preso in esame, 2.063 editori rispetto ai 2.022 del 2015. Aumenta anche il numero di opere prime pubblicate: 37.992 nel 2016, 34.203 l’anno precedente. Attenzione, però: il numero di copie stampate è anch’esso in calo. Ed ecco spiegata l’apparente contraddizione: gli editori aumentano e quindi cresce il numero di libri mandati sul mercato, ma complessivamente la “quantità” di materiale disponibile non cresce, anzi…

Se poi si volesse scendere un po’ più nei particolari, la realtà assumerebbe contorni ancor più definiti. Non è un mistero che, in molti casi, la qualità degli scritti è assai mediocre. Tali opere vengono pubblicate soltanto perché l’autore ne acquista a scatola chiusa un certa quantità: in media 4-500 copie. Questo significa che l’imprenditore, al netto delle spese sostenute per la stampa, guadagna per ogni libro editato una discreta sommetta. Supponiamo che in un anno con questo meccanismo di arrivi a pubblicare una ventina di volumi ed ecco che il gioco è fatto e l’incasso assicurato.

Questa è la situazione, purtroppo. Non c’è proprio da stare allegri.

Buona domenica.

 

 

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