//E le donazioni arrivano da tutto il mondo

E le donazioni arrivano da tutto il mondo

di | 2020-04-19T06:46:52+02:00 19-4-2020 6:48|Punto e Virgola|0 Commenti

Francesca Albanesi risiede a San Martino al Cimino, una frazione di Viterbo, ed è una studentessa di Medicina e chirurgia presso l’Università Cattolica di Roma. La laurea è vicina  (probabilmente a giugno con una tesi in oftalmologia), ma prima di diventare medico la ventiquattrenne ha fatto qualcosa di più donando una consistente di fornitura di dispositivi di protezione personale all’ospedale pediatrico Bambin Gesù e al Policlinico Gemelli. Come è stato possibile tutto questo? Attraverso un’idea semplice, ma efficace: attivare un canale di donazioni internazionali grazie ad una collega di corso cinese, Anna Fu, e alla collaborazione con un’agenzia di viaggi romana.

In sostanza, al momento dello scoppio della pandemia, Francesca non solo insieme ai suoi giovani colleghi ha dovuto cambiare sia le abitudini di studio che le modalità del tirocinio in ospedale, ma si è anche personalmente resa conto che nelle strutture frequentate come studentessa servivano come e più del pane molti presidi di tutela: mascherine chirurgiche, mascherine Ffp2 e Ffp3, occhiali, tute, guanti, dispositivi pediatrici… Ne ha parlato con l’amica Anna che le ha confessato che nella natia Cina c’erano molte persone pronte a donare per aiutare l’Italia e gli italiani in questi frangenti assai complicati: ritengono lì, in Estremo Oriente, cioè proprie nelle terre che per prime hanno conosciuto gli effetti nefasti dell’epidemia, che sia importante in questo momento aiutare il resto del mondo a sconfiggere il coronavirus. Peraltro, va ricordato che i primi aiuti sono arrivati proprio dalla Cina che ha inviato medici e infermieri specializzati, oltre ad una grande quantità di materiale.

Insomma, Francesca e Anna maturano la convinzione che questa disponibilità alla solidarietà vada in qualche maniera canalizzata e così scrivono una lettera in italiano, cinese e inglese che viene veicolata dalla titolare di un’agenzia di viaggi di Roma, anch’ella cinese, che dà il via anche alla raccolta con una piccola donazione. Attraverso la posta elettronica, la lettera fa il giro del mondo e raggiunge le popolose comunità cinesi che vivono dappertutto. E le risposte non tardano ad arrivare: a cominciare da Wuhan, la megalopoli da 12 milioni di abitanti capoluogo della regione dell’Hubei, ma anche da Shanghai, Hong Kong, Singapore e perfino dalla California. E insieme alla risposte arrivano le donazioni spesso accompagnate da messaggi di sostegno e di speranza. I donatori? Proprietari di agenzie di viaggi, comunità evangeliche e cattoliche, professori universitari… Soprattutto gente comune di estrazione anche modesta, animata solo dal desiderio di dare una mano a chi ha bisogno. Ricordiamocene quando tutto questo sarà finito.

Buona domenica.

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