//Bentornata, primavera: riportaci la serenità

Bentornata, primavera: riportaci la serenità

di | 2021-03-27T12:42:33+01:00 21-3-2021 6:52|Punto e Virgola|0 Commenti

“La voce del silenzio ha il volto delle cose che hai perduto”.

Già, dopo più di un anno di guerra contro un virus subdolo e aggressivo contro il quale si sono già perse molte battaglie (ma sull’esito finale la fiducia continua ad essere tanta), che cosa ci resta? Di certo privazioni, mancanze, danni, effetti negativi d’ogni genere, ma soprattutto ci resta il silenzio, quel meccanismo che non ci priva solo dei suoni (più o meno familiari), ma soprattutto quello dell’anima. Più profondo, più dolente, più espressivo e sfuggente. Non è tanto l’isolamento ad essere poco sopportabile (una misura necessaria insieme alla mascherina, al distanziamento, alla frequente igiene personale) quanto la crescente sensazione che ciò che si è fatto finora (e non è poco) non basti. E se ciò fosse vero che cos’altro dovremmo fare per fermare l’avanzata del draghetto coronato e sconfiggerlo definitivamente?

Ecco, in questo bailamme di ipotesi e di supposizioni, innanzitutto – come più volte ha sostenuto Punto e virgola – non esistono bacchette magiche o colpi di genio che miracolosamente risolvono ogni tipo di problema, riportando la situazione alla normalità. Esistono invece le evidenze scientifiche e il buonsenso: da ciò devono derivare le nostre azioni e i nostri comportamenti, collettivi e individuali.  L’opinione comune dei ricercatori e degli esperti è che con il covid 19 dovremo convivere a lungo, come accade con il virus dell’influenza; forse sarà necessaria una vaccinazione annuale o comunque periodica, ma non ce ne libereremo tanto presto. E questo implica che la mascherina dovrà diventare un accessorio abituale, che bisognerà evitare gli assembramenti di massa, che bisognerà continuare a monitorare tutti gli eventi portatori di trasmissione del contagio. Ma tutto questo non impedirà di abbracciare i nostri cari, di frequentare i ristoranti, di riaprire cinema, teatri, luoghi di cultura. Tanto meno di viaggiare in Italia e all’estero, dotati del cosiddetto passaporto vaccinale o comunque di certificazioni idonee che attestino l’immunità.

Alla base di tutto questo, comunque, resta l’assoluta di vaccinare presto il maggior numero di persone. A proposito, che errore madornale di comunicazione è stato commesso nel momento in cui si è deciso di sospendere l’inoculazione del vaccino Astrazeneca, salvo poi dopo qualche giorno riammettere quel prodotto spiegando che le verifiche fatte escludevano un rapporto diretto di causa ed effetto nelle morti di alcune persone che avevano ricevuto quel tipo di vaccinazione. I controli andavano sicuramente fatti, ma con la cautela e la discrezione del caso. Oggi la conseguenza è che migliaia di cittadini stanno volontariamente rinunciando alla possibilità di immunizzarsi usando quel vaccino. Che in Inghilterra è stato utilizzato da milioni di persone senza danno alcuno.

Da oggi, sul calendario, è ufficialmente primavera. La stagione della fioritura, della rinascita, del ritorno al bel tempo, al caldo, al sole, alle vacanze. Per la seconda volta consecutiva, la affrontiamo in condizioni di assoluta emergenza con l’Italia in larghissima parte confinata in zona rossa, senza possibilità di spostamenti e relazioni sociali. Supereremo anche questo, accompagnati da vuoti crescenti e dal ricordo struggente di chi non ce l’ha fatta (ormai più di centomila in Italia e 2,7 milioni nel mondo), andandosene in solitudine su un tristissimo letto d’ospedale. Che la primavera ci porti un briciolo di serenità e di speranza, nonostante la voce del silenzio continui ad avere il volto delle cose e delle persone che abbiamo perduto.

Buona domenica.

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