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Enoagriturismo solidale, una realtà

di | 2019-03-24T07:14:36+01:00 24-3-2019 6:10|Attualità, Sezione 3|0 Commenti

SANTA VENERINA (Catania) – “Parte del mondo e non un mondo a parte”. È la frase che vorrebbero sentirsi dire alcuni giovani che lavorano come tirocinanti presso un ristorante a Santa Venerina, un paese tra Acireale e Taormina. Si tratta di ragazzi con alle spalle un passato con disturbi psichici ma che, grazie ad un’impresa che opera nel sociale, la Cooperativa Obiettivo Vita, hanno la possibilità di esprimere le proprie abilità e competenze, offrendo un contributo non indifferente alla realizzazione di un’attività economica di prestigio qual è l’enoagriturismo “Le 5 botti” (nella foto a destra).

Da un vecchio palmento ristrutturato a distilleria è nata un’attività ristorativa che offre lavoro a persone che solitamente sono escluse dal mercato. Il lavoro nasce sotto forma di progetto ed ogni percorso formativo ha la durata di 9 mesi: dopo un breve periodo di osservazione, per ogni ragazzo viene preparato un vero e proprio piano di inclusione individualizzato che tiene conto del gradimento delle attività che vengono proposte nella struttura: cura e manutenzione delle aree verdi, cura del vigneto, servizi di ristorazione, ma anche cura di alcuni animali, soprattutto cavalli, scampati al macello dopo essere stati utilizzati e maltrattati nelle corse clandestine.

La responsabile del progetto è la chef Giusi Palermo e a chi le chiede se per il suo locale è un problema avere camerieri con alle spalle un disagio psichico risponde: “Non è così importante il fatto che siano ragazzi con alle spalle un passato problematico. La cosa fondamentale è essere competitivi nel settore e riuscire a inserire un numero di persone sempre più alto, accompagnando verso l’autonomia professionale giovani e adulti che per la loro storia personale non trovano lavoro”.

Un’impresa sicuramente non facile ma che ha lo scopo di incrementare l’autonomia di questi giovani che cercano un’alternativa alla vita che, altrimenti, svolgerebbero a casa.

Rosa Rosano

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