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Sant’Angelo diventa il paese delle fiabe

di | 2019-03-08T13:59:27+01:00 10-3-2019 6:10|Attualità, Cultura, Sezione 3|0 Commenti

SANT’ANGELO DI ROCCALVECCE (Viterbo) – Sperduto nella valle del Tevere, ad una manciata di chilometri da Viterbo, c’è un paesino un po’ nascosto e unico nel suo genere: è “il paese delle fiabe”. Sorpresi? Eppure è proprio così. Chi non ha mai subito il fascino di una fiaba  e chi non ha mai ascoltato o raccontato una fiaba? La maggior parte delle persone lo ha fatto mantenendo in serbo il ricordo di quel momento di assoluta magia che rapisce chi ascolta e che trasforma in qualcun altro chi racconta. E allora perché non tornare indietro ed aprire i cassetti della memoria e, complici una bella bella giornata di sole e il desiderio di uscire per andare alla scoperta di qualcosa di nuovo, lasciarsi andare sulle ali della fantasia e recarsi a visitare un piccolo borgo, vetusto, silenzioso ma nel suo genere, affascinante?

Sant’Angelo è una piccola frazione di Viterbo immersa nella Valle del Tevere, al di fuori dei circuiti turistici, posta fra Roccalvecce, Celleno e Civita di Bagnoregio, quest’ultima, perla di rara bellezza e principale meta turistica della zona. Il borgo di Sant’Angelo invece è scarsamente popolato, silenzioso ed è fuori dalle principali arterie stradali, non ha monumenti di interesse storico o artistico ed è perfino difficile reperire notizie del luogo su Internet, ma l’idea vincente per donare un po’ di visibilità è stata quella di farlo diventare “il paese delle fiabe”. Le favole nel piccolo borgo prendono vita attraverso i murales. “E che sono?” , ha risposto un anziano della zona a cui venivano chieste informazioni su dove si trovassero i particolari  dipinti. La spiegazione è presto data: i murales sono considerati una  forma di “arte di strada”, un genere particolare di pittura che si estrinseca dipingendo su pareti, soffitti o su larghe superfici in muratura. A Sant’Angelo, sono stati realizzati dipingendo  i muri esterni delle case e raffigurando, in tal modo, la tipicità della favola che si voleva “raccontare”.

Ed è così che sono nati dalla fantasia degli artisti che li hanno realizzati Alice con il suo bianconiglio, il brutto anatroccolo che si trasforma in cigno, don Chisciotte con il suo fido scudiero, Hansel e Gretel e via dicendo… Ben dodici murales dipinti sulle facciate delle case che fanno ripercorre a grandi e bambini alcune tappe del loro passato o della loro infanzia. Bravissima l’autrice della maggior parte di queste opere, l’artista Tina Loiodice, curatrice della galleria Spazio 40 a Roma e già nota per le numerose creazioni su muro sia a Roma (stazioni Giustiniana e San Giovanni, pineta Sacchetti, quartiere Primavalle e Montemario) che in provincia (Castelgandolfo e Cesano). Il primo grande murales realizzato a Sant’Angelo (circa 70 metri quadrati) ha richiesto una lunga progettazione sicuramente più tempo di quanto non abbia richiesto la sua realizzazione che è durata circa dieci giorni, periodo in cui è stato dipinto sul muro di una casa di Sant’Angelo Alice (che ha le sembianze di Ambra una bambina del luogo) con il suo bianconiglio. Mano a mano sono stati realizzati anche gli altri dipinti grazie alla collaborazione di altre due valenti artiste: Isabella Modanese e Cecilia Tacconi che hanno realizzato un bellissimo murale che ha per tema la favola di Hansel e Gretel.
Ma non è finita qui. È in corso di realizzazione un progetto di più ampio respiro per la valorizzazione del territorio di questa zona della Teverina e del suo patrimonio naturale, artistico e culturale che ha per nome “Sant’Angelo, il paese delle fiabe”: l’obiettivo è superare i quaranta murales nei prossimi cinque anni e così il paesino entrerà a far parte di un circuito turistico che collegherà Celleno (con il suo borgo fantasma), Roccalvecce (con il suo castello Costaguti) e Sant’Angelo (paese delle fiabe), a Civita di Bagnoregio che già da tempo rappresenta la punta di diamante del territorio in termini paesaggistici, artistici e culturali con la sua valle dei calanchi e l’antichissima città che muore che, arroccata sulla roccia, già da tempo racchiude in sé qualcosa di fantastico e al di  fuori dal comune.

Perdersi nello spettacolo offerto dalla natura e viaggiare sulle ali della fantasia stimolati dalle bellezze del patrimonio artistico culturale che questa zona della Tuscia sa offrire, può regalare momenti di assoluto benessere, un vero e proprio pieno di energia a disposizione di tutti coloro che amano unire il piacere di trascorrere una giornata all’aria aperta a quello della scoperta di qualcosa di nuovo che sappia arricchire e stupire al tempo stesso. Insomma un vero e proprio elisir per gli occhi e per la mente di tutti coloro che sanno apprezzare la natura, l’arte e la storia nelle loro molteplici sfumature.

Silvia Fornari

Nella foto di copertina, uno dei murales a Sant’Angelo di Roccalvecce

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