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Quel muro di divisione che non è solo fisico

di | 2019-01-18T00:01:36+01:00 20-1-2019 6:20|Attualità, Sezione 5|0 Commenti

ENNA – 9 Novembre 1989: è il mio compleanno, il 25° per l’esattezza. Da ventenne idealista, quale regalo più bello avrei potuto desiderare: il “Muro” è stato abbattuto; il Muro di cui tanti, forse tutti  avevamo sempre sentito parlare; il Muro che aveva spaccato in due Berlino: DDR (Repubblica Democratica Tedesca) ad est e BDR (Repubblica Federale della Germania) ad ovest. Un giorno indimenticabile, un tripudio di emozioni in chi quel Muro abbatteva e in chi come me lo vedeva abbattere.

 

Era il 1961 quando il Muro venne edificato: 160 km di cemento e filo spinato, 3 metri di altezza e in pochi mesi molte strutture vennero divise in due parti: case, strade, piazze. Le stesse famiglie furono divise, i padri dai figli, i fratelli dalle sorelle, come così pure le abitazioni dai luoghi di lavoro, le abitazioni da scuole e università. Berlino era l’emblema  più evidente dello scontro di due superpotenze, USA e URSS, che  si fronteggiavano silenziosamente  ma l’una contro l’altra armata. Un filo spinato prima, e poi il muro che segnó la fine della libertà di circolazione di beni, persone e cose. La barriera fu eretta per arginare la continua migrazione, da est verso ovest, durata 28 anni e che interessò circa 2,5 milioni di tedeschi, dei quali 140 persero la vita uccisi dai cecchini, dalla corrente ad alta tensione e dalle mine antiuomo disseminate nella “striscia della morte”.

 

Di Muri ne esistono tanti ancora oggi, in diversi Paesi del Mondo e costruiti per diversi motivi. Alcuni sono sorti per contrastare il terrorismo: in Israele la barriera è di circa 700 km tra muri, trincee e porte elettroniche per separarlo dalla Palestina; in Tunisia ci sono circa 200 km di sabbia e fossati che la separano dalla Libia. Altri muri sono, invece, sorti per ostacolare la migrazione di profughi: in Ungheria, ai confini con la Serbia, è stato costruito un muro di 175 km per impedire il passaggio di asiatici e africani; stessa cosa in Bulgaria ai confini con la Turchia.

 

9 novembre 2018: è il mio compleanno, il mio 54° per esattezza e ancora una volta sento parlare di Muro, un Muro che separa, che divide, stavolta gli USA con i suoi vicini di casa messicani. Il presidente Trump è, infatti, intenzionato ad ultimare questa barriera, come promesso in campagna elettorale. La situazione lungo il confine meridionale degli Stati Uniti è stata definita dallo stesso presidente come una “crisi umanitaria”, che non riguarda solo l’immigrazione clandestina, ma anche il trasporto di sostanze stupefacenti illegali dal Messico. Secondo le promesse dell’epoca, il Muro avrebbe dovuto essere costruito a spese del Messico, ma così non è stato. Dove recuperare, allora, i soldi per costruirlo?

 

Martedì 8 gennaio 2019: dallo studio ovale della Casa bianca, Trump pronuncia il suo discorso al Congresso per recuperare i soldi necessari. Nessun accordo è stato trovato con i Democratici e ciò ha portato al cosiddetto Shutdown, vale a dire  al blocco delle attività amministrative durante l’approvazione della legge di bilancio: migliaia di dipendenti sono senza stipendio da qualche settimana, alcuni aeroporti hanno chiuso gli scali per mancanza di personale ai terminal e i controllori di volo hanno fatto causa al Governo in quanto li ha privati del loro salario.

 

Per trovare i fondi necessari per costruire questo Muro  Trump ha detto che prima di dichiarare lo stato di emergenza nazionale (e lo potrebbe fare sin da subito) aspetterà il rientro a Washington dei democratici affinché possano votare la mozione di stanziamento. Se così non fosse potrebbe pensare di utilizzare i fondi precedentemente destinati agli aiuti in Texas e Porto Rico, colpiti dai recenti uragani. Lo farà? È probabile. In questo caso gli USA avranno un nuovo vessillo: non più la statua della libertà come simbolo di accoglienza, ma un Muro come simbolo di esclusione.

Quel che appare più  chiaro è che il Muro più difficile da abbattere è la mancanza di dialogo e confronto tra gli uomini.

 

Rosa Rosano

 

 

Nella foto di copertina, il Muro che divide gli USA dal Messico (Playas de Tijuanas)

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