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In ricordo delle vittime delle mafie

di | 2018-03-26T07:54:15+02:00 26-3-2018 5:50|Attualità, Sezione 1|0 Commenti

PALERMO – Il 21 marzo si è celebrata a Foggia la XXIII Giornata della Memoria e dell’Impegno, promossa dall’associazione Libera per ricordare le vittime delle mafie. Molto numerosi anche quest’anno i partecipanti alla manifestazione durante la quale sono stati scanditi circa 970 nomi di semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie.

Forse non tutti sanno che la Giornata della Memoria è stata ideata per dare risposta al dolore di una mamma. Dolore raccolto da don Luigi Ciotti che – mentre era raccolto in preghiera in occasione del primo anniversario della strage di Capaci in ricordo del giudice Falcone, della moglie Francesca Morvillo e dei tre agenti di scorta, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Di Cillo – venne avvicinato appunto da una signora vestita di nero che gli disse, tra le lacrime: “Sono la mamma di Antonino Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone. Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai alle celebrazioni e nei giornali? È morto come gli altri»”. Infatti, in quel primo anniversario della strage, suo figlio Antonio e i colleghi Rocco e Vito venivano rapidamente menzionati con l’espressione “i ragazzi della scorta”. Ma, se nessuno pronuncia più il nome di una vittima innocente, il dolore di chi resta è ancora più insopportabile e disperato.

Le parole di mamma Carmela colpirono profondamente don Ciotti che, scosso dall’ingiustizia di un nome negato, qualche anno dopo diede vita alla celebrazione collettiva del ricordo delle vittime delle mafie. Così, dal 21 marzo 1996, prima Giornata della Memoria e dell’impegno celebrata in piazza del Campidoglio a Roma, tutte le vittime della barbarie mafiosa hanno un nome e cognome: scanditi uno per uno solennemente perché vivano nel nostro ricordo. E perché si continui a chiedere per loro verità e giustizia, auspicando l’impegno di tutti per una società libera dalla corruzione e dalla violenza mafiosa.

Maria D’Asaro

Già docente e psicopedagogista, dal 2020 giornalista pubblicista. Cura il blog: Mari da solcare
https://maridasolcare.blogspot.com. Ha scritto il libro ‘Una sedia nell’aldilà’ (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

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