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Le affascinanti storie delle “pastore”

di | 2024-01-15T09:40:53+01:00 14-1-2024 5:00|Attualità, Sezione 1|0 Commenti

ROCCASINIBALDA (Rieti) – “La Befana porta il formaggio in vetta”, una iniziativa della Biblioteca Verde a Roccasinibalda alla scoperta dei borghi legati alla pastorizia (con il sostegno di Arsial, Comune di Roccasinibalda, Università Agraria di Vallecupola). Una giornata insieme alla guida Pietro Giuliati con visita alle stalle e incontro con i pastori di Vallecupola, rinomata per il suo pecorino, letture in tema e cenni di storia locale. Ci si ritrova all’interno della Riserva Monti Navegna Cervia, letteralmente immersi nella natura, in una frazione dove il tempo sembra essersi fermato. Pranzo sociale nel forno popolare con l’Università Agraria, formaggio, materie prime delle aziende agricole Flamini Mirko e Colle Berardino, fettuccine di farine di grandi antichi, salsicce con cime di rapa appena raccolte (hanno tutto un altro sapore), biscotti e dolci fatti in casa.

A sinistra, Anna Kauber (regista e architetto paesaggista) e Gabriella Guida (Biblioteca verde)

Giuliano Picchi, presidente dell’Università Agraria, fa gli onori di casa, insieme a Gabriella Guidi e ad altri soci della Biblioteca Verde. Nel pomeriggio, nello storico Palazzo Iacobuzzi, alla presenza della regista Anna Kauber, architetta paesaggista di Parma, la proiezione del docufilm “In questo mondo”, cui segue un interessante dibattito. Anna Kauber è nata e vive a Parma, è architetto d’interni, un master Internazionale biennale “Paesaggi Straordinari” del Politecnico e della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, nel 2010 fonda Articoltura – lavoro e arte per l’agricoltura del domani, specializzandosi in paesaggio agrario. Anna documenta e divulga la vita e il lavoro nel mondo rurale con grande passione, occupandosi in particolare di tematiche sociali e culturali delle comunità.

Nel 2014 pubblica il libro “Le vie dei campi”, che ottiene il premio di letteratura rurale Parole di Terra. Interessata alla relazione fra uomo, terra e cibo, realizza alcuni docufilm come “Ciclone Basmati“ (2012), girato fra Italia e India, sul tema cibo e immigrazione (vincitore del premio speciale Babel Sky TV all’International Migration Art Festival 2012) e la raccolta di videointerviste “Ritratti di donna e di terra“ (2015), che ricerca e documenta la specificità di genere in agricoltura e nella trasformazione dei prodotti della terra. Dal 2015 al 2017 intraprende un viaggio di ricerca, dalle Alpi alle isole, percorrendo 17 mila chilometri, intervistando un centinaio di donne pastore, di diversa estrazione sociale e cultura, impegnate quotidianamente nella loro attività.

Vivono spesso sole, ma anche con compagni e con la loro famiglia. “In questo mondo” racconta la pastorizia al femminile, Anna vive con loro, ne condivide le notti solitarie e fredde, il cibo, il lavoro e davanti al fuoco, dopo una giornata tra capre, pecore, asini, galline, maiali e chilometri percorsi, raccoglie testimonianze, in quel connubio complice tutto al femminile, vincendo la ritrosia di donne temprate, che non sono abituate a parlare di sé. Molte di loro quella vita l’hanno scelta, anche se avrebbero avuto alternative.

A Orgosolo con zia Michela, la più anziana, quasi centenaria, si parla di lana, di pascoli invernali, proprietari esosi e di come aiutare il compaesano spiantato. C’è anche una pastora che suona il violino, diplomata al conservatorio, che suona per e con il suo gregge e solo così si sente completa. E’ giovane, carina, non pensate solo a donne anziane, rugose, senza denti (anche se nel documentario ci sono anche loro). E anche se hai la febbre alta, puoi metterti a letto “solo se prima hanno mangiato gli animali”. Anna Kauber ha iniziato a pubblicare alcuni video brevi sul profilo Facebook “inquestomondo”, dando inizio a un passaparola che le ha consentito di ampliare la documentazione, ricevendo filmati e storie che ha deciso di approfondire e ampliare.

L’interesse suscitato le ha consentito di realizzare il docufilm con un crowfounding, con l’efficace e sapiente montaggio di Esmeralda Calabria (montatrice anche per Nanni Moretti), la collaborazione di Chiara Russo, prodotto da Solares Fondazione delle Arti e AKIFILM. Le interviste si legano l’un l’altra, alternandosi e riprendendosi, le pastore si raccontano mentre lavorano, mungono a mano, accarezzano i loro animali. Sono Maria Pia Vercella Marchese, Michela Battasi, Donatella Germano, Rosetta Germano, Gabriella Michelozzi, Caterina De Boni Fiabane, Assunta Valente, Anna Arcari, Maria Oliveto, Efisia Podda, Lucia Colombino, Marica Colombino, Elia Nicolai, Alessandra Tomei, Addolorata Di Fiore, Rosa Aquilanti, Brigida Ciorciaro, Rosina Paoli, Anne Line Redtroen, Aste Redtroen, Assunta Calvino, Michela Agus. Il materiale raccolto è tanto e non deve restare nei cassetti. Anna vorrebbe trovare i fondi per un altro docufilm, incentrato più sulle pastore anziane, in occasione dell’anno internazionale dei pascoli e dei pastori del 2026.

Anna Kauber

“Inquestomondo” ha vinto il 36esimo Torino Film Festival nel 2018, è stato proiettato alla sala Sacher a Roma nel 2019, ha avuto molti altri riconoscimenti. La ricerca e il film sono nel dossier che il Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) ha presentato a Parigi per il processo di valutazione della Transumanza come patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco. In rete è pubblicato anche il video “Sorelle pastore, la forza delle donne”: tanti messaggi di solidarietà, vicinanza, affetto, incoraggiamento per Assunta Valente, pastora delle montagne del Lazio, figlia di pastori transumanti, che da sola conduce la sua azienda di allevamento di pecore, capre e vacche, trasformazione dei prodotti, nonostante stia subendo minacce, intimidazioni, sevizie e uccisioni dei suoi animali, dalla delinquenza (comune o organizzata) che vuole farla andare via, per accaparrarsi i terreni su cui paga regolarmente l’affitto, per ottenere i contributi dell’Unione europea.

Non è l’unico caso in Italia e sembra che le denunce non siano sufficienti, un motivo in più per riuscire a produrre un secondo documentario, perché è un argomento su cui bisogna accendere i riflettori. Anna ha conosciuto anche Aghitu Gudeta, l’imprenditrice e attivista di origine etiope, uccisa in Trentino, uno dei tanti incontri che ha preso il suo cuore e dopo la sua tragica fine “la sua storia resterà sempre e solo per me”.

Francesca Sammarco

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