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Koh-i-Noor, il diamante più bello del mondo

di | 2022-10-06T13:10:44+02:00 9-10-2022 6:10|Attualità, Sezione 3|0 Commenti

MILANO – Koh-i-Noor, il diamante incastonato al centro della corona di Elizabeth Bowes-Lyon, la Regina Madre, moglie di re Giorgio VI, fa ancora parlare di sé. Una delle tante curiosità che ruotano intorno alla famiglia reale d’Inghilterra, soprattutto ora che la Regina Elisabetta è passata a miglior vita e sono tutti in attesa di sapere cosa succederà con suo figlio Carlo al trono. Così alla ricerca di notizie reali di prima mano capita anche di rispolverare antiche leggende legate proprio a quel diamante bianco da 105,602 carati, incastonato al centro della croce maltese della corona di Elizabeth Bowes-Lyon.

Koh-i-Noor significa letteralmente “montagna di luce” ed è proprio questa la caratteristica che ne fa uno dei diamanti più preziosi e celebri al mondo sebbene si sappia che intorno ad esso ruotano narrazioni di guerre e tradimenti. Si dice addirittura che questo diamante sia uno dei più insanguinati del mondo. Il Koh-i-Noor probabilmente fu estratto attorno al 1300 dalla miniera di Kollur, nello Stato di Andhra Pradesh e giunse nelle mani dei britannici nel XIX secolo, dopo anni di sanguinose e disastrose battaglie contro Pakistan e India. La pietra preziosa fu trovata nella miniera di Kollur, celebre giacimento diamantifero dell’antica Golconda, nello Stato di Andhra Pradesh in India, e perciò è sempre stata rivendicata dal popolo indiano. Nel Bāburnāma si trovano le prime testimonianze sul Koh-i-Noor che fu sempre oggetto di desiderio dei più grandi sovrani.

Per secoli passò di mano in mano dei Mughal indiani, degli iraniani, degli afghani e delle comunità sikh. Una leggenda è legata a questa pietra preziosa. Essa racconta che, se fosse stato un uomo a possedere la gemma, questi sarebbe divenuto il sovrano del mondo, ma per contro avrebbe subito una grande sfortuna. Invece. se a possedere il diamante fosse stata una donna, questa sarebbe stata molto fortunata.

Le prime testimonianze storiche vedono il diamante nelle mani del sovrano Moghul Muhammad Babur, che lo ottenne come offerta di pace nel 1526, quando invase e conquistò Delhi. Pochi anni più tardi, il figlio Humayun si ammalò e, sempre secondo la leggenda, Babur venne avvisato circa la maledizione attribuita al diamante ma non volle crederci. Quando poi si vide disperato per il figlio, pregò che venisse salvato, in cambio della propria vita. Così avvenne: Humayun si riprese dalla sua malattia, mentre la salute di Babur peggiorò conducendolo alla morte nel 1530.

Nel corso dei secoli, il diamante è passato di mano aggiungendo alla sua fama episodi funesti fino a quando nel 1849 il Koh-i-Noor arrivò alla Compagnia delle Indie che lo offrì alla regina Vittoria. Il diamante fu spedito sul vascello HMS Medea e il 3 luglio del 1850 venne consegnato alla sovrana. L’anno successivo fu esposto al Crystal Palace di Joseph Paxton durante l’Esposizione Universale di Londra a Hyde Park. In quell’occasione la pietra venne definita poco luminosa tanto da richiedere che fosse nuovamente tagliata da artigiani esperti per aumentarne la lucentezza. Solo nel 1853 il diamante fu incastonato su una tiara con altri 2mila diamanti su ordine della regina Vittoria. Nel 1911 fu montato su una corona in platino composta esclusivamente da diamanti in occasione dell’incoronazione di Maria di Teck, consorte di re Giorgio V.

Elizabeth Bowes-Lyon, moglie di re Giorgio V

In un secondo momento, il diamante fu inserito sulla corona di Elizabeth Bowes-Lyon, dove si trova tuttora. Da molto tempo l’India chiede che le venga restituito il diamante asserendo che esso fu rubato e non donato dalla Compagnia delle Indie alla regina Vittoria. Ed ecco quindi che proprio in questo momento di passaggio delle consegne dalla Regina Elisabetta al Principe Carlo, ora Re, tornano alla luce quegli episodi di conquiste e soprusi che hanno caratterizzato la monarchia britannica nei secoli. Si tratta di un passato coloniale che paesi come l’India, il Pakistan, l’Afghanistan o l’Iran non riescono a perdonare. Così ciclicamente tornano alla carica per la restituzione di quanto saccheggiato dai britannici, in particolare il Koh-i-Noor, diamante dal valore inestimabile incastonato in una delle tiare più belle dei Gioielli della Corona, conservata nella Torre di Londra.

Margherita Bonfilio

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