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John Kennedy, “Happy Birthday Mr. President”

di | 2022-05-26T19:44:55+02:00 29-5-2022 6:35|Personaggi, Sezione 8|0 Commenti

MILANO – Brookline, città degli Stati Uniti d’America, facente parte della contea di Norfolk nello stato del Massachusetts, al confine con le città di Boston e Newton, conosciuta come un piccolo villaggio di nome Muddy River (un fiume che oggi costituisce parte del confine fra Brookline e Boston) ed era considerata sobborgo di Boston, fino a che nel 1705 non fu costituita in città indipendente. In questa terra nacque il 29 maggio 1917 John Fitzgerald Kennedy da Joseph P. Kennedy e Rose Fitzgerald, entrambi provenienti da due famiglie di Boston molto in vista. Fu il secondo di nove figli, soprannominato da tutti “Jack”, solo più tardi sarà JFK. Frequentò la Dexter School e, in seguito al trasferimento della famiglia da Boston a New York, fu iscritto alla Canterbury School di New Milford, una scuola privata. Successivamente passò al Choate Rosemary Hall, un collegio di Wallingford, nel Connecticut. Nell’autunno del 1935 si iscrisse all’Università di Princeton, ma fu costretto a lasciarla prima della fine dell’anno dopo aver contratto l’itterizia. L’autunno successivo incominciò a frequentare l’Università di Harvard.

Durante gli anni universitari Kennedy visitò l’Europa due volte, recandosi nel Regno Unito dove il padre era ambasciatore. Dopo la seconda guerra mondiale fece il suo ingresso in politica, in parte anche per compensare il vuoto lasciato dal popolare fratello Joseph Jr., su cui la famiglia Kennedy aveva puntato molte delle sue speranze, ma che era morto in guerra. Nel 1946 il deputato James M. Curley lasciò il suo seggio, corrispondente a un distretto elettorale a grande maggioranza democratica, per diventare sindaco di Boston; Kennedy corse per quel seggio e batté il rivale repubblicano con un ampio margine. Fu rieletto due volte, con risultati spesso contrastanti rispetto a quelli del presidente Harry Truman e del resto del Partito Democratico. Nel 1952 Kennedy si candidò per il Senato con lo slogan “Kennedy farà di più per il Massachusetts”. Grande ascesa politica, fino a quando nel 1956 Kennedy propose la sua candidatura per la vice-presidenza per il Partito Democratico, ma il partito gli preferì il delegato del Tennessee Estes Kefauver.

Marilyn Monroe e il famoso abito che indossò per la festa di compleanno di JFK

Kennedy votò a favore della formulazione definitiva del Civil Rights Act del 1957, dopo aver votato per il Jury Trial Amendment, che ridusse l’efficacia della legge, ostacolando il rinvio a giudizio per gli autori delle violazioni. Nel 1960 Kennedy dichiarò il suo intento di correre per la presidenza degli Stati Uniti. Nelle elezioni primarie del Partito Democratico si contrappose al senatore Hubert Humphrey del Minnesota, al senatore Lyndon Barnes Johnson. Il 13 luglio 1960 il Partito Democratico lo nominò candidato alla presidenza. Kennedy avava vinto le primarie in Stati chiave come il Wisconsin e la Virginia Occidentale e giunse da favorito alla convention democratica di Los Angeles del 1960. “Non chiedete cosa il vostro Paese può fare per voi; chiedete cosa potete fare voi per il vostro Paese”, fu il discorso d’insediamento di John Fitzgerald Kennedy del 20 gennaio 1961.

Intanto gli anni passavano ed è il 1962 quando Jfk organizzò il suo celeberrimo compleanno da presidente. Doveva convincere gli elettori a finanziare l’attività del partito così l’occasione del suo 45esimo compleanno si poteva trasformare facilmente in un’enorme raccolta fondi. A organizzare tutto pensò Peter Lawford, l’attore che aveva sposato Patricia Kennedy, sorella del presidente. Pensò in grande. Scelse il Madison Square Garden di New York e l’evento fu pubblicizzato. Ben 15mila spettatori pagarono per il biglietto più modesto, quello da 10 dollari. Molti i personaggi che risposero all’appello e pagarono il biglietto d’ingresso vip da 1000 dollari, per partecipare al party che – nessuno lo poteva prevedere – sarebbe passato alla storia.

Una gran parte degli ospiti erano ovviamente esponenti della politica dell’epoca. Ma c’era anche un plotone di star del cinema e della musica fra cui Ella Fitzgerald e Maria Callas, l’attore Henry Fonda ed Harry Belafonte, che si sarebbero esibiti uno per volta sul palco, prima dell’apparizione della diva delle dive: Marilyn Monroe. I festeggiamenti avvennero sabato 19 maggio 1962 e in realtà mancavano ancora dieci giorni alla vera data del compleanno di JFK, il 29 maggio. Tutta l’America che contava era lì, tranne Jackie Kennedy che aveva deciso di non partecipare, quando aveva saputo che alla fine di quel ballo milionario si sarebbe esibita la rivale Marilyn Monroe.

Al centro del “The Garden”, come viene chiamato familiarmente il palazzetto dai newyorkesi, era stato allestito un grande palco a piramide tronca al quale si accedeva salendo otto scalini. Davanti al palco, in basso, era stata sistemata l’orchestra in un box ornato da stoffa drappeggiata. Ma quello che lasciava a bocca aperta, appena entrati, era sul soffitto dove appariva l’immagine dell’aquila testabianca, il simbolo degli Usa, circondata da centinaia di palloncini colorati. Mentre nella sala si serviva la cena, dopo le esibizioni delle altre stars, fu annunciata lei, Marilyn Monroe che non si presentò subito. Fu necessario annunciarla altre due volte prima che facesse la sua apparizione lasciando il pubblico senza fiato. Il suo vestito di tessuto elasticizzato color carne tempestato di 2500 perline luccicanti cucite a mano, creato dal costumista di Hollywood di origine francese Jean Louis, era così attillato che per un attimo l’audience ebbe la sensazione che fosse nuda. Era costato ben 12mila dollari (nel 2016 sarebbe stato venduto all’asta a 4,8 milioni aggiudicandosi il titolo di “abito più costoso del mondo”).

I fratelli Robert e John Kennedy con Marilyn Moroe, probabilmente amante di entrambi

Marilyn entrò in scena a passetti brevissimi e affrettati perché la stoffa aderente non le consentiva molta libertà di movimento – le era stato finito di cucire addosso nel backstage, sul corpo denudato dalla biancheria intima – e si liberò di una stola di visone bianco lasciando le spalle scoperte, probabilmente regalatale dallo stesso John. Cantò il celeberrimo “Happy Birthday Mr. President”, che ancora viene parodiato ovunque nel mondo. Poi Marilyn lasciò il palco, e nel retroscena qualcuno riuscì a scattare l’unica foto esistente di lei con i due fratelli Kennedy, John e Bob, entrambi sospettati di essere stati suoi amanti. Poi arrivò la torta, alta, grande e piena di panna.

Dopo la festa, un agente del servizio di sicurezza ebbe la cura di recuperare la decorazione laterale, un disco di zucchero con il simbolo dell’aquila, per tenerla come souvenir, e quarantotto anni dopo la sua vedova l’avrebbe messa all’asta e ricavando 10mila dollari. Due mesi dopo quella serata, il 4 agosto 1962, Marilyn sarebbe stata trovata morta nella sua casa. John Kennedy festeggiò in privato il 46esimo compleanno, nel 1963. Stavolta, a organizzare tutto ci pensò sua moglie Jacqueline. Senza più la rivale in giro, Jackie aveva ripreso il controllo della situazione e lo lasciò festeggiare prima nella mensa della Casa Bianca con il suo staff, poi fece da padrona di casa sullo yacht presidenziale Sequoia, con la crème de la crème dell’alta società americana, tutti in “abito da yachting adeguatamente festoso”, come diceva il dress code dell’invito.

Fu l’ultimo compleanno del presidente, che fu assassinato a Dallas il 22 novembre del 1963.

Claudia Gaetani

Nell’immagine di copertina, la sontuosa torta preparata per il compleanno di John Kennedy

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