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Il piacere di scrivere e di farsi conoscere

di | 2019-09-21T11:19:15+02:00 22-9-2019 6:15|Attualità, Sezione 4|0 Commenti

FIRENZE – Si impara alle elementari e lo si porta dietro per tutta la vita. Sono infinite le occasioni in cui scriviamo, dai primi dettati a scuola, allo scarabocchio durante una telefonata, al tema della maturità fino alla compilazione di un bollettino postale. Il “fenomeno” della scrittura nasce e muore singolarmente con ogni persona.

Dalla scrittura si può apprendere molto, si può comprendere la soggettività di ogni individuo, grazie alla grandezza e la distanza tra le lettere, i margini. Ma non solo il modo di scrivere rappresenta l’espressione della personalità, grazie alla scrittura è possibile esternare i propri pensieri e bisogni, basti pensare alle grandi poesie e capolavori del passato, nonché i vari concorsi contemporanei.

Spesso la scrittura è considerata qualcosa di remoto, o comunque lontano dalle persone, ma inconsapevolmente la si trova in ogni momento della giornata. Dalla nascita dell’Instant Messaging (messaggistica istantanea, l’evoluzione degli SMS, come ad esempio Whatsapp) anche le telefonate sono state sostituite dalla scrittura, e grazie ai social network le comunità interagiscono non solo per immagini, ma anche, soprattutto, grazie alla scrittura. Come caso di studio è possibile analizzare il fenomeno dei meme (le immagini che contengono testo a puro scopo satirico, evoluzione delle barzellette).

Scrivere è diventato quindi sinonimo di persona, al tempo d’oggi ci presentiamo scrivendo un curriculum e ci facciamo conoscere con un post su Facebook, organizzando cene fra amici su Whatsapp. Il tutto scrivendo testo dal proprio telefonino. Molto spesso si preferisce parlarne di persona, proprio perché scrivendo le persone si sentono più aperte e rischiano di dire fin troppo profondamente ciò che pensano.

Questo è proprio uno dei rischi: non sapere a chi si scrive, o scrivere troppo; non avere l’interlocutore davanti, permette a chiunque di non sentirsi giudicato durante una discussione, e ed è proprio per questo che, nella “solitudine” del momento, si ha il piacere di scrivere.

Un piacere che a volte dona al mondo veri e propri capolavori.

Boris Zarcone

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