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Il “Cristo trifronte” nella chiesa di S. Agata a Perugia

di | 2025-05-11T00:24:31+02:00 11-5-2025 0:20|Arte, Sezione 5|0 Commenti

PERUGIA – Un’altra perla recuperata. La chiesetta di Sant’Agata, in via dei Priori (a Perugia), ormai riaperta al culto, è ora disponibile anche per iniziative culturali (musica sacra, mostre d’arte sacra, convegni). Sette anni sono durati i lavori di restauro: adesso la chiesa è aperta in inverno solo la mattina (9-12.30), ma nelle stagioni più clementi anche nel pomeriggio. Per il godimento, in particolare, dei turisti, oltre che dei fedeli.

La chiesetta (ampliata tra il 1290 e il 1315) è un piccolo gioiello: a cavallo del 1300 in cambio dell’abbattimento della chiesa di San Severo (necessaria per fare spazio al palazzo dei Priori) il Comune autorizzò l’ampliamento di una piccola cappella, del 1100, dedicata appunto a Sant’Agata (morta il 5 febbraio 251), martire e protettrice contro i terremoti, le eruzioni, gli incendi, ma anche dei fonditori di campane, dei tessitori, dei vetrai, delle lattanti (la martire fu seviziata e torturata, sotto l’imperatore Decio, con il taglio dei seni, poi guariti). Una Santa siciliana contesa tra Palermo e Catania, dove fu martirizzata.

La chiesetta, già citata ai tempi di Federico Imperatore, è in stile gotico-francescano e i cicli pittorici che l’abbellivano (e in parte l’abbelliscono ancora) sono di scuola umbro-senese (pittori allievi, cioè di Simone Martini e Pietro Lorenzetti) e in parte erano stati ricoperti da affreschi di epoca barocca. Splendido l’affresco della crocifissione che campeggia sull’altare e il ciclo a sinistra dell’abside in cui, su quattro registri, compaiono le storie di San Severo e di Sant’Agata e le immagini di San Bartolomeo e di San Biagio, seviziato con lo scuoiamento.

Delicatissima l’immagine di una Madonna, recuperata, in basso, su una delle colonne di destra. Eccezionalmente suggestivi e anche storicamente interessanti gli affreschi (più tardi), a destra dell’ingresso, con le stimmati di San Francesco e il Cristo triforme o trifronte (una vera curiosità e rarità: dopo il Concilio di Trento queste immagini erano state cancellate quasi ovunque; in Italia ne sono restate poche) e sulla contro facciata San Bernardino da Siena e un santo ancora ignoto. Altrettanto belle le volte su cui sono ricomparsi due personaggi in cattedra, probabilmente padri della chiesa.

I lavori sono stati resi possibili grazie ai finanziamenti statali post sisma 1997, della chiesa locale, della Cei, della fondazione Cassa di Risparmio, dell’associazione Castelli d’Italia, per una spesa complessiva di 800mila euro. Si attendono tuttavia altri benefattori per recuperare in pieno i cicli pittorici. La chiesa è consacrata e resterà una rettoria autonoma, anche se in concreto rimarrà una sorta di dipendenza della cattedrale di San Lorenzo.

Elio Clero Bertoldi

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