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Didattica, la realtà virtuale non basta più

di | 2020-04-26T06:32:18+02:00 26-4-2020 6:33|Attualità, Sezione10|0 Commenti

NAPOLI – C’è una sorta di disorientamento su ciò che sarà la fine dell’anno scolastico e così l’inizio del prossimo. Il ministro Azzolina preferisce attendere ancora un po’ di tempo per definire le modalità di chiusura dell’anno accademico soprattutto per ciò che concerne gli esami di maturità e quelli delle medie. Soprattutto su questi ultimi gli interrogativi sono tanti considerando la difficoltà di essere “fedeli” ai doveri e quindi ai compiti assegnati. L’essere “né carne né pesce” condiziona inesorabilmente le personalità di questi ragazzi.

Sarà l’età che non permette una vera responsabilità (respondeo a qualcuno, ad un prof, ad un genitore), sarà la pigrizia che inesorabilmente, di questi tempi, avvolge ogni essere su un divano comodo o scomodo che sia, figuriamoci i tredicenni. Pare che non si sia rimasti troppo catapultati in una voglia di sapere, di scrutare, di conoscere. Dopo un primo tempo caratterizzato dalla novità della “reclusione casalinga” dove si scopriva un nuovo modo di convivere con i familiari, di condividere qualcosa sul pc, si è arrivati ad un affievolimento mentale e corporale condizionato da una curiosità legata al “come sarà”.

La normale lezione “on line” ha qualcosa da dire a questo smarrimento? E’ capace di fare compagnia alle assopite menti di giovani disorientati? La didattica a distanza sarà capace di strappare i ragazzi da quel luogo sicuro e morbido che si chiama divano? Riempie il tempo come una sana variante di Fortnite o Fifa 2020? E noi docenti ci preoccupiamo di mandare avanti i programmi o di ampliare lo sguardo facendo memoria su ciò che sta accadendo? Quid animo satis?

Di sicuro nella scuola che stiamo vivendo non basterà il richiamo all’importanza della socialità e la retorica di quanto sarà bello riabbracciarsi, bensì la riscoperta che non solo a latere dell’esperienza didattica, ma al suo nucleo elementare urge un’ora di lezione che – in aula o in video – sia un avvenimento unico di conoscenza, che – vedendo il volto oppure no – riesca a scorgere l’anima e a riaccenderla. Gli alunni hanno sete di incontri, di concretezza. Alla loro età (ma è vero sempre), c’è l’urgenza di una carnalità fatta anche di rimproveri, di costrizioni, di voti bassi e di gratificazioni. Necessita una seria presa di posizione di fronte alle loro domande anche alle negatività manifeste o alle svogliatezze quotidiane. Non basta una semplice ripassata didattica o un assegno catapultato su di loro per averne poi una risposta quasi a sentire un “ci sono”. Attendiamo tutti ansiosi di sapere quali manovre culturali, non solo tecnicamente didattiche, ci saranno. L’alunno, il docente, l’uomo ha bisogno di vivere dentro una certezza di volti. La realtà virtuale non basta più.

Innocenzo Calzone

 

Giornalista pubblicista, architetto e insegnante di Arte e Immagine alla Scuola Secondaria di I grado presso l’Istituto Comprensivo “A. Ristori” di Napoli. Conduce da più di 10 anni il giornale d’Istituto “Ristoriamoci”. Appassionato di Arte, partecipa ad attività culturali con l’associazione “Neapolis” promuovendo incontri e iniziative a carattere sociale e di solidarietà. Svolge attività di volontariato nel centro storico di Napoli attraverso attività di doposcuola per ragazzi bisognosi e il Banco Alimentare. Appassionato di arte, calcio e musica rock.

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