//Al posto della plastica cera d’api e jojoba

Al posto della plastica cera d’api e jojoba

di | 2019-08-11T12:16:05+02:00 11-8-2019 6:57|Punto e Virgola|0 Commenti

La previsione del National Geographic è catastrofica: nel 2050 nuoterà negli oceani più plastica che pesce. Per il semplice fatto che oggi ogni cittadino europeo getta in mare circa 31 kg di plastica all’anno. Magari un po’ si esagera con certi numeri, ma di certo il problema esiste e va affrontato prima che sia troppo tardi.

Una possibile soluzione si chiama Apepak: un involucro per cibo naturale multiuso in cotone e cera d’api.​ L’idea è venuta ad una coppia, Molly e Massimo Massarotto, che vivono negli Stati Uniti e che ne hanno affidato la realizzazione pratica in Italia ad una cooperativa sociale di Castelfranco Veneto, la Sonda Onlus (e così si permette anche a diverse persone svantaggiate di avere un’occupazione).

Apepak si presenta come un panno di cotone, che lavorato con cera d’api, resina di pino e olio di jojoba diventa modellabile e resistente ad unto e perdite, così da poter essere utilizzato per ricoprire gli alimenti. Una sorta di pellicola fatta con un materiale ecologico, completamente naturale e utilizzabile almeno 100 volte. In questo modo non si utilizzano più la plastica e i fogli di alluminio, con l’ulteriore vantaggio che alla fine del suo ciclo di vita non inquina è traspirante e permette quindi che il contenuto avvolto respiri.  La cera d’api, la resina di pino e l’olio di jojoba sono forniti da apicoltori e aziende italiane, con una grandissima cura per i dettagli e le materie prime. ,In particolare viene usato cotone biologico certificato GOTS (Global Organic Textile Standard) o riciclato dagli avanzi dei laboratori tessili italiani. Un ciclo totalmente naturale che permette la traspirazione, perfetto quindi per il pane e prodotti di panificazione per evitare che l’umidità li renda molli. Si possono avvolgere anche frutta e formaggi o il panino che si porta al lavoro come colazione o i piatti degli avanzi da conservare in frigorifero o nel congelatore, per mantenerli freschi ed in buone condizioni a lungo. Apepak, in buona sostanza, sostituisce tutti gli involucri usa e getta. Di carta, plastica e alluminio.

Qualche numero per illustrare gli ulteriori vantaggi indotti: risparmiare 9 kmq di involucri di plastica all’anno; remunerare 30 minuti di lavoro di un socio svantaggiato di Sonda Onlus; remunerare 3 giorni di lavoro di api da miele italiane; sostenere l’agricoltura di cotone biologico e dare una nuova vita agli avanzi dei laboratori tessili italiani.

“In America – spiegano Molly e Massimo Massarotto – questi involucri in stoffa e cera esistono già da qualche anno. Abbiamo iniziato a realizzarli in casa nostra per regalarli ai parenti in Italia”. Il passo successivo, come detto, è stato la produzione su scala più ampia, realizzata nei laboratori di Castelfranco Veneto. Apepak è disponibile in tre dimensioni differenti, da scegliere a seconda di ciò che si vuole incartare (ad esempio, mezza mela da riporre in frigo, panini da portare a scuola, pagnotte di pane da conservare in credenza, terrine da sistemare in congelatore e così via). Quando si avvolge il cibo, nel giro di qualche secondo il calore delle mani riscalda la cera e così il panno prende e mantiene la forma di ciò che si sta incartando. Sconsigliato l’uso con la carne cruda perché rilascia succhi che potrebbero intaccare l’impermeabilità del prodotto. Quando il panno si sporca, può essere lavato in acqua fredda e dopo averlo fatto asciugare all’aria può essere riutilizzato numerose volte (più di un anno secondo quanto dichiara l’azienda. E a fine vita si getta nel compost.

La cooperativa Sonda ha un laboratorio a San Vito di Altovole e lì sta già producendo e sperimentando questa nuova pellicola, anche grazie all’aiuto di un gruppo di volontari che la sta testando per capire come migliorare il prodotto per renderlo unico nel suo genere. “L’idea ci è arrivata da un nostro amico negli Usa che ha registrato il marchio Apepak – ha raccontato Francesca Amato, vicepresidente della cooperativa, in una intervista -. Per noi però ha anche un’altra valenza: quella che questa produzione si trasformi in posti di lavoro per persone svantaggiate, Ci sono già alcuni prodotti similari ma stiamo cercando di avere un prodotto più ecologico possibile. L’idea della cooperativa non è solo quella di creare un prodotto completamente ecologico e buono per l’ambiente, ma anche quella di inserire e dare lavoro a persone in difficoltà”.

Buona domenica (e buon Ferragosto).

Nell’immagine di copertina, alcune utilizzazioni di Apepak

 

 

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