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Attacco alla stampa, insorga la gente

di | 2018-11-16T12:32:09+01:00 18-11-2018 7:05|Attualità, Top Blogger|0 Commenti

L’articolo 21 della Costituzione è uno dei pilastri della democrazia italiana, la libera informazione è garanzia di dialogo e confronto e per quanto la categoria dei giornalisti – come ogni altra categoria professionale – può racchiudere in sé errori, omissioni o connivenze, nella sua interezza resta e deve restare baluardo contro chi contro la libertà di stampa combatte per propri fini che la storia anche recente dovrebbe aver insegnato a riconoscere.
“Giornalisti puttane, infimi sciacalli e pennivendoli”: le parole dette in pubblico da alcuni vertici del Movimento 5Stelle e le minacce più o meno velate che da sempre quello che oggi è un partito di Governo spara contro i giornalisti cosiddetti nemici hanno tanto il sapore del tempo che fu e riportano oggi laddove proprio la carenza di libertà di stampa ha finito per sconfinare nella negazione della democrazia.

 

Lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato più volte che la libera informazione è il presupposto per la sopravvivenza del sistema democratico. Di fronte a tali affermazioni non è soltanto l’intera categoria dei giornalisti che deve insorgere bensì l’opinione pubblica, la gente comune, tutti coloro che hanno a cuore la propria libertà d’espressione e di pensiero.

 

L’estate scorsa negli Stati Uniti 320 quotidiani hanno pubblicato nella stessa giornata articoli di presa di distanze dagli attacchi del presidente Trump alla stampa, bisogna reagire insieme. I giornalisti, come tutti, possono sbagliare, ma l’informazione, tutta l’informazione, è essenziale per il diritto dell’opinione pubblica a essere informata.

 

In Italia sono pochissimi i giornali liberi e indipendenti, la stragrande maggioranza sono di proprietà di editori troppo spesso legati alla politica e all’economia che poi è quella che governa il Paese. In compenso esistono giornalisti liberi, onesti che svolgono il proprio lavoro con passione e dedizione. Allora se tra questi nostri governanti c’è qualcuno convinto che così l’informazione non va, allora punti il dito contro l’editoria corrotta e non nei confronti di chi nello svolgere il proprio lavoro di cronista, spesso per pochi soldi, qualche volta rischia o addirittura perde la propria vita.

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