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Abbandono dei cani, barbarie da combattere

di | 2019-10-25T19:41:33+02:00 27-10-2019 6:10|Attualità, Sezione 3|0 Commenti

NUORO – L’abbandono dei cani è un fenomeno in crescita e in particolari periodi dell’anno tende ad aumentare sempre più. In estate la piaga degli abbandoni di animali domestici finisce per acuire un problema, quello del randagismo, che nel nord Italia è in flessione rispetto alle rilevazioni di dieci anni fa, ma rimane una questione seria al sud e nelle isole.

I cani abbandonati diventano quasi sempre randagi, vagano senza meta alla ricerca di cibo. Spesso muoiono a causa di incidenti stradali, fame, sete, tristezza. Con gli occhi spenti e il cuore che batte a mille attendono il ritorno del lestofante che senza scrupoli si è disfatto di loro ma, il più delle volte, l’unico abbraccio che riescono a ricevere è quello della fredda morte che se li porta via. Talvolta vengono catturati da persone senza scrupoli che ne fanno cavie da laboratorio o li vendono per pochi spiccioli a chi l’amore non sa nemmeno dove sta di casa e li sfrutta nei combattimenti. I randagi in Italia ammontano a oltre 815.000, se parliamo di cani e 1.900.000 se parliamo di gatti.

Gli animali vaganti sono solo una delle conseguenze dell’abbandono, che oltre a essere un atto moralmente riprovevole è anche un reato, come stabilisce l’articolo 727 del codice penale che prevede l’arresto fino a un anno e una multa tra i 1000 e i 10000 euro. Spesso gli animali vengono regalati ai figli o ai nipoti come un qualcosa che porta gioia ed allegria in famiglia, come se fosse un giocattolo divertente, senza spesso considerare che i gatti, e soprattutto i cani, sono delle creature che hanno bisogno di attenzioni, di amore e di cure da parte del loro padrone. Prima di comprare un animale sarebbe meglio pensarci bene due volte, con responsabilità e buon senso, pensando anche alle conseguenze delle proprie azioni e delle proprie scelte, mentre purtroppo troppo spesso vengono considerati dei giocattoli da usare finché divertenti, e da gettare quando diventati un impiccio ed un impegno.

Tra le cause dell’abbandono spesso vi è la difficoltà di andare in vacanza col proprio animale domestico, perché nel nostro Paese sono ancora poche le strutture disposte ad ospitare i nostri amici a quattro zampe e nelle località balneari poche sono le spiagge attrezzate. C’è comunque da dire che, negli ultimi anni, si è registrato un aumento della sensibilizzazione da parte delle strutture ricettive. Il randagismo è un fenomeno poco presente nel dibattito pubblico, e soprattutto poco noto nelle sue dimensioni. Rappresenta sia un’emergenza etica, per le sofferenze inflitte ad animali abituati alla dipendenza dall’uomo; sia un allarme sociale, per la possibilità di aggressioni e incidenti stradali; sia un problema economico, per i costi di canili e rifugi a carico della collettività.

Ma con quale coscienza, dopo che si è preso un animale in casa lo si abbandona per strada come un oggetto dismesso e ormai inutile? Se non si vuole più tenere con sé il proprio cane perché non trovare una soluzione alternativa alla barbarie dell’abbandono? Se si deve partire per le ferie e non si vuole portare con sé il proprio “pelosetto” ci sono svariate soluzioni alternative all’abbandono. Si può scegliere di andare a villeggiare in una località dove il nostro amico è accolto senza problemi, si può lasciare temporaneamente l’animale presso una pensione, si può lasciare il proprio amico fidato a un amico o a un parente amante degli animali. Perché non pensare che ogni decisione sarebbe sicuramente meglio dell’abbandono? La cattiveria induce molti, anzi troppi, a lasciare il proprio animale per strada, magari con il giochino preferito o, come accaduto poco tempo fa, addirittura con la propria cuccia. Quasi a voler beffare il proprio animale doppiamente, facendogli credere di averlo lasciato “solo” sì, ma con le consuete comodità che era solito avere in casa. Meglio lasciarlo in strada a morire di freddo, di solitudine, di stenti o meglio ancora spaventato o speranzoso in un incontro fortuito farlo correre all’impazzata per le strade a lui sconosciute provocando spesso qualche incidente, talvolta persino mortale.

Secondo il Ministero della Salute, chi abbandona un cane non solo commette un reato penale ma potrebbe rendersi responsabile persino di omicidio colposo. Chi arriva a compiere azioni come queste, così come gli atti di violenza gratuita per il gusto sadico di veder soffrire un animale, non ha cuore e non merita il rispetto di nessuno. Come si può abbandonare un animale che durante il resto dell’anno ha fatto parte della tua vita, lo hai considerato come un amico o un famigliare, ha giocato con i tuoi figli, lo hai portato a spasso e accudito. E poi al primo ostacolo banale come la vacanza lo si abbandona. Gli animali sono proprio ed esattamente come noi umani, ci affezioniamo alla nostra famiglia e siamo felici di vivere con lei.

Abbandonare un animale è quasi sinonimo di ucciderlo. Sono davvero poche le probabilità che l’animale possa tornare in una casa e concluderà i suoi giorni per strada o in un canile insieme a centinaia di cani nelle sue medesime condizioni. Tra l’altro, in diversi paesi, i cani abbandonati vengono sacrificati nei modi più crudeli (dall’elettrocuzione al gas, passando dal dargli fuoco o avvelenandoli). Perché fare agli altri ciò che non vorremmo mai potesse essere fatto a noi stessi?

Virginia Mariane

Amante del buon cibo, di un libro, della storia, dell’archeologia, dei viaggi e della musica

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