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Lucio &Lucio: se vuoi, chiamale emozioni

di | 2023-03-05T10:14:52+01:00 5-3-2023 6:10|Sezione 3, Spettacolo|0 Commenti

MILANO – Congiunzioni astrali, destino o chissà che, ma la storia, quella della musica italiana, vede scolpite due date memorabili. A 80 anni da allora, l’eco riverbera ancora e gli occhi si riempiono di emozioni. L’eco è quella del 4 marzo 1943, quando a Bologna vedeva la luce Lucio Dalla e le emozioni sono quelle del 5 marzo 1943, a sole dodici ore di distanza, a Poggio Bustone (Rieti) quando nasceva Lucio Battisti.

Lucio Dalla

Due artistici assolutamente ineguagliabili, ambedue con lo stesso nome, ambedue nati sotto il segno dei pesci.

Due geni che hanno riempito di musica i nostri cuori e le nostre giornate più intense. Entrambi hanno scritto canzoni che sono rimaste nell’immaginario collettivo, sembra quasi che le note e la musica passino attraverso il DNA, le particelle cromosomiche di ognuno di noi. Nell’immaginario collettivo “Il mio canto libero”, “4/3/43”, “La canzone del sole”, “L’anno che verrà”, “Non è Francesca”, “Caruso”, “Emozioni” raccontano storia e musica. Infinita bellezza e amore nella tradizione melodica italiana. Battisti vende oltre 25 milioni di dischi, con una capacità straordinaria di creare melodie orecchiabili ma non scontate e intuizioni armoniche inusuali per il suo periodo più grande, tra il 1967 e il 1978.

Lucio Battisti

Nei suoi brani si alternavano ironia e profonda introspezione, che ne hanno fatto una sorta di poeta del primo rock italiano. Alternerà poi la sua voce, componente essenziale delle sue canzoni, alla voce di tutti i giovani malinconici o arrabbiati di tutte le classe sociali. Il primo Battisti opera nei filoni blues, rhythm & blues e rock.  Sembra che si debba a Mogol l’insistenza affinché Lucio canti in prima persona, con la propria voce le sue canzoni. Tanti artisti e cantanti hanno re-interpretato, nel 1990, in un doppio vinile “Ci ritorni in mente” i brani di Battisti. È probabilmente il primo lavoro collettivo dedicato esclusivamente ad un musicista, cosa che assume un rilievo ancora maggiore considerando che le riletture dei suoi brani sono tutt’altro che facili sia per la complessità del disegno melodico, sia perché le sue canzoni sono strettamente correlate alla voce e all’interpretazione del testo. Difficile procedere e interpretare con una rilettura i brani di Battisti per coglierne lo spirito e rispettarne il più possibile l’integrità altri sono andati dentro il brano per stravolgerlo e farlo rivivere secondo la propria sensibilità.

Lucio Dalla, artista bolognese, ha sempre amato il jazz tanto da suonare con eccellente tecnica il clarinetto, a soli 15 anni suonava in jam session con Chet Baker. Nell’album “Progetto per un inno”, del 1976, Dalla al clarinetto assieme a De Gregori voce e Antonello Venditti pianoforte propongono una straniante versione dell’“Internazionale”. Ma, al di là delle prestazioni jazzistiche di Dalla, vale la pena sottolineare un aspetto più costitutivo del suo rapporto con la musica afro-americana, quella capacità di adoperare lo “scat”, un virtuosismo canoro nato nella musica jazz, con l’imitazione vocale di strumenti musicali tramite la riproduzione di fraseggi simili a quelli strumentali. Dalla non prevedeva l’uso di parole compiute, bensì di fonemi dal suono accattivante che utilizzava in chiave ritmica oltre che melodica. Quel suo amore per il ritmo, per i cambi di atmosfera, per quelle soluzioni armoniche così ardite sicuramente riconducibili al jazz.

Ma Battisti e Dalla, si sono mai incontrati, hanno avuto modo di collaborare? Sì, i due in vita ebbero modo di conoscersi e apprezzarsi, ma non hanno avuto la possibilità di collaborare artisticamente. Dalla aveva lanciato la proposta di una tournée e di un disco in comune, Battisti rifiutò in quanto era già entrato nella logica di appartarsi dalle scene.

Non resta che, concedersi, ventiquattro ore di buona musica, facendosi trasportare dall’originalità dei grandi Lucio Dalla e Lucio Battisti, per omaggiare i due grandi artisti e commuoversi tra le note di una canzone.

Claudia Gaetani

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