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Joaquín Sorolla, pennellate di luce gioiosa a Palazzo Reale

di | 2022-05-26T18:50:39+02:00 29-5-2022 6:25|Arte, Sezione 6|0 Commenti

MILANO – Nella splendida cornice di Palazzo Reale, oltre alla mostra di fotografie del siciliano Ferdinando Scianna e alla pregiata raccolta di ritratti femminili nel Cinquecento veneziano, opera di Tiziano e di altri importanti pittori, sino al 26 giugno, per la prima volta in Italia, è possibile ammirare un’esposizione monografica del pittore spagnolo Joaquin Sorolla. Tra fine Ottocento e inizio Novecento, Joaquín Sorolla y Bastida (Valencia 1863-Cercedilla 1923) è stato uno dei massimi rappresentanti dell’arte spagnola moderna. Il pittore, che manifestò sin da bambino la sua passione e il suo talento per il disegno, soggiornò prima a Roma per perfezionare tecnica e stile e poi a Parigi, dove fu influenzato dall’impressionismo e dove approfondì lo studio del luminismo.

Il luminismo – indirizzo pittorico che punta a creare particolari effetti luminosi mediante l’acceso contrasto fra ombra e luce – in Sorolla fu assunto come costante delle sue opere, nelle quali il colore s’identifica con la luce. Il pittore, infatti, realizzò una forma di impressionismo  pittorico che conferì grande importanza alla luce e ai suoi effetti. Sorolla era affascinato dalla luminosità del Mediterraneo, trasferita sulle sue tele con colori vibranti, applicati con pennellate sciolte e sicure. Il pittore viaggiò in vari paesi europei, in particolare in Francia, dove espose spesso le sue opere. Fu proprio il Grand Prix, ottenuto nell’Esposizione Universale di Parigi nel 1900, a decretare nel panorama internazionale la definitiva affermazione della sua pittura di luce. Tra gli artisti più amati e apprezzati del suo tempo sia per la grande qualità tecnica che per il carattere umile e benevolo, Joaquín Sorolla venne acclamato nel 1908 a Londra come “il più grande pittore vivente al mondo”.

Sorolla venne più volte in Italia, a partire dal soggiorno romano nel 1885: si stabilì per qualche tempo ad Assisi e partecipò alle Biennali di Venezia e all’Esposizione Internazionale di Roma nel 1911. Sorolla si recò anche ripetutamente negli Stati Uniti d’America, dove fu assai apprezzato. Nel 1914 fu nominato accademico di Spagna e insegnò tecnica del colore e della composizione nella Scuola di Belle Arti di Madrid, diffondendo il suo stile luminista. La sua intensa attività fu interrotta nel 1920 da un’emorragia cerebrale; il pittore si spense poi nel 1923.

La mostra di Palazzo Reale – curata da Micol Forti e Consuelo Luca de Tena, in collaborazione con il Museo Sorolla e la Fondazione Museo Sorolla – racconta il percorso artistico del pittore spagnolo attraverso una sessantina di opere, molte delle quali ritraggono la sua famiglia, uno dei suoi soggetti prediletti. In molte delle sue tele, infatti, l’artista esprime l’amore per Clotilde, moglie, musa e compagna di vita, e per i tre figli, María, Joaquín ed Elena La mostra è suddivisa in sezioni tematiche che offrono, nel complesso, una sintesi esaustiva dei temi ispiratori del pittore. Protagonista assoluto di molti dipinti è il mare di Valencia, con i suoi luminosi e suggestivi riflessi.

I quadri di Sorolla, con le pennellate di colore ‘en plein air’, rallegrano lo sguardo del visitatore e inondano di luce gioiosa persino la sua anima.

Maria D’Asaro

 

Già docente e psicopedagogista, dal 2020 giornalista pubblicista. Cura il blog: Mari da solcare
https://maridasolcare.blogspot.com. Ha scritto il libro ‘Una sedia nell’aldilà’ (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

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