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Ildegarda, la santa che studiava la medicina

di | 2022-04-07T18:41:04+02:00 10-4-2022 6:40|Personaggi, Sezione9|0 Commenti

VITERBO – Una figura femminile che ha lasciato il segno nel Medioevo. È santa Ildegarda, una badessa benedettina vissuta tra il 1098 e il 1179. Monaca benedettina, nasce a Bermesheim sul Reno, da una famiglia feudale, nel 2012 è stata dichiarata dottore della Chiesa da papa Benedetto XVI. Quello che colpisce ed ancora attrae di questa donna è la sua lungimiranza, la sua apertura mentale tanto da essere una profonda studiosa di medicina, una compositrice di musica, ma anche una scienziata. La sua vita spirituale inizia all’età di otto anni, quando ha delle visioni mistiche, che spingono i genitori a decidere di mandare la loro figlioletta nel monastero di clausura benedettino di San Disibodo, per essere formata cristianamente. Entrò poi come oblata nell’eremo di Giuditta di Sponheim, vicino all’abbazia di Disibodenberg, nei pressi di Magonza.

L’orto di Santa Ildegarda

Era cagionevole di salute, ma con un grande fervore religioso, le visioni divine iniziate sin dall’infanzia, l’hanno accompagnata fino alla morte nel 1179. Ubbidisce alla voce che le chiedeva di scrivere come un profeta, mantiene un’indiscussa autorità tra Papi, sovrani come Federico I Barbarossa, Filippo d’Alsazia, san Bernardo, che ricorrono ai suoi consigli. Parlando delle sue visioni scrive così: “Queste cose non le ascolto con le orecchie del corpo e neppure nei pensieri del mio cuore ma unicamente all’interno della mia anima con gli occhi aperti, per cui nelle visioni non subisco il venir meno dell’estasi: le vedo in stato di veglia, di giorno e di notte”.

Santa Ildegarda rappresenta un punto fermo dell’emancipazione delle donne. In un’epoca nella quale non si poteva certo mettere in discussione il dominio maschile, riesce a dare un particolare valore all’universo femminile. I suoi sermoni e i suoi scritti danno un particolare risalto all’immagine femminile: associa il lato debole della donna a quello di Cristo in croce arrivando, così, ad esaltarla. Nel Libro delle sottigliezze delle creature divine è stata capace di trattare con tatto e garbo questioni particolarmente delicate come la prima mestruazione di una donna, in un contesto che considerava impure e responsabili di malattie come la rabbia, le donne durante il ciclo.

Ildegarda è riuscita a guardare e ad andare oltre a preconcetti assurdi e retrogradi. I suoi studi della Natura e degli impieghi in medicina sono approfonditi ed accurati, tanto da suddividere le malattie in tre distinte categorie, alle quali corrispondono erbe curative, addirittura le stesse che ancora oggi vengono coltivate nell’orto di Santa Ildegarda a Sant’Antimo.

Secondo santa Ildegarda l’uomo racchiude in sé l’universo ed egli stesso è proprio un universo in miniatura. L’aria, il fuoco, l’acqua, la terra e l’etere, ossia i cinque elementi e le quattro qualità cioè il caldo, il freddo, il secco e l’umido, hanno il potere di condizionare il benessere fisico e devono essere il più possibile in equilibrio. È considerata la fondatrice della moderna medicina psicosomatica, nonché la prima dottoressa della medicina ambientale. Ildegarda ancora oggi parla con grande attualità, è riuscita a discernere i segni del tempo attraverso il suo operato: l’amore per tutto quello che la circondava, per la medicina, la poesia e la sua musica che persino oggi viene ricostruita.

Una vita che rappresenta un grande esempio di coraggio, di fede ed in modo particolare la capacità di trasmettere una forte spiritualità in armonia con la concretezza che la rendono una figura di notevole autorevolezza e discernimento. Un attuale esempio in questi tempi così travagliati, per chi cerca nuovi orizzonti, magari credendo nelle proprie forze e capacità, perché come scriveva: “Conto su Dio, che mi accetta e che mi sostiene così come sono. Egli mi ha donato dei talenti, con lui non ho paura: mi abbandono alle sue braccia”.

Laura Ciulli

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