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Giusti dell’Umanità: esempi da perseguire

di | 2024-03-15T18:08:24+01:00 17-3-2024 5:15|Attualità, Sezione 4|0 Commenti

NUORO – Le giornate mondiali o internazionali sono ricorrenze che si ripetono annualmente, con cadenza regolare, su scala mondiale. Ogni anno, in ogni nazione o regione, vengono organizzati eventi speciali in occasione di una particolare giornata mondiale come fosse una festività ricorrente. Tali giornate, approvate dall’ONU, nascono per sensibilizzare governi e cittadini su argomenti specifici e spesso assai delicati e sono frutto del lavoro di molte associazioni senza scopo di lucro. Esse sono molto importanti perché spingono consapevolmente i governi, le comunità o i singoli individui a compiere scelte più etiche e sostenibili. Le giornate mondiali sono più di 160.

La data del 6 marzo ha un’importanza particolare. La Giornata dei Giusti è stata istituita il 10 maggio 2012 dal Parlamento europeo appoggiando l’invito rivolto dall’associazione Gariwo (Gardens of the Righteous Worldwide) di istituire una giornata in cui celebrare le donne e gli uomini che in tutti i tempi si sono opposti ai crimini contro l’umanità e ai totalitarismi. È stato scelto il 6 marzo perché in questo giorno, nel 2007, è morto Moshe Bejski, superstite dell’Olocausto. Grazie al suo coraggio ha salvato molte vite e si è adoperato, fino alla sua morte, per un mondo più giusto. Con la legge 212 del 20 dicembre 2017, il Parlamento italiano ha riconosciuto “il 6 marzo come Giornata dei Giusti dell’Umanità, dedicata a mantenere viva e rinnovare la memoria di quanti, in ogni tempo e in ogni luogo, hanno fatto del bene salvando vite umane, si sono battuti in favore dei diritti umani durante i genocidi e hanno difeso la dignità della persona rifiutando di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni tra esseri umani”.

Il termine “Giusto” prende ispirazione dalla frase “Giusti fra le Nazioni”. L’espressione fu coniata dopo la Seconda Guerra Mondiale per indicare tutte quelle persone che, seppur non di fede o di origine ebraica, avevano aiutato un ebreo a salvarsi rischiando la propria vita. Tale concetto è stato poi ampliato a chiunque metta in pericolo la propria esistenza per difendere i diritti delle altre persone. Lo Yad Vashem di Gerusalemme conferisce l’onorificenza di Giusto tra le Nazioni ai non ebrei che durante la Shoah hanno messo a rischio la propria vita, senza chiedere nulla in cambio, per mettere in salvo degli ebrei. Nel 2003, a Milano, è stato creato il primo Giardino dei Giusti di tutto il mondo. Quest’anno, il tema scelto per le celebrazioni è “Memoria e responsabilità. L’esempio dei Giusti davanti alle sfide del nostro tempo”. Il 6 marzo, al Giardino del Monte Stella di Milano, si è svolta la cerimonia per la Giornata europea dei Giusti, un momento per ricordare “la Memoria del bene”, strumento che può educare alla responsabilità personale di fronte a genocidi e crimini contro l’Umanità.

Elena Buscemi

Alla presenza dell presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi, del presidente della Fondazione Gariwo Gabriele Nissim, di Giorgio Mortara, Marco Vigevani, Renata Colorni, Andrea Gullotta e Taghi Rahmani sono state scoperte quattro nuove targhe dedicate ad Altiero Spinelli, Vera Vigevani Jarach, Jurij Dmitriev e Narges Mohammadi, figure mosse da grande coraggio e amore per la libertà di espressione e la verità. Altiero Spinelli fu uno degli autori del Manifesto di Ventotene, un documento a sostegno della creazione di un’Europa unita e di una costituzione europea. Insieme ad altri prigionieri politici collaborò a redigere il manifesto dopo essere stato incarcerato dal regime fascista sull’isola di Ventotene. In quanto antifascista fu condannato dal Tribunale speciale a sedici anni di carcere e al confino. L’attribuzione a Spinelli del titolo di Giusto riconosce l’altissimo valore civile di tutta la sua vita e la sua opera.

Altiero Spinelli

Vera Vigevani è una delle madri di “Plaza de Mayo” che da quasi 40 anni combatte perché ciò che è stata l’Argentina e quanto è accaduto sotto la dittatura dei militari non venga dimenticato. Jurij Dmitriev è uno storico russo, direttore della sezione regionale della Carelia di Memorial, ONG russa Premio Nobel per la Pace 2022. Ha lavorato con Memorial sin dagli anni Novanta, quando ha iniziato a compilare i “libri della memoria”, antologie contenenti migliaia di nomi e biografie di vittime dello stalinismo in Carelia. A lui si deve la scoperta dei siti di fucilazione sovietici di Sandormoch e Krasnyj Bor, due tra le fosse comuni più grandi mai rinvenute. Oggi è in una colonia penale, condannato sebbene non ci siano prove contro di lui. Narges Mohammadi è un’attivista iraniana che ha ottenuto il premio Nobel per la pace per la sua “lotta contro l’oppressione delle donne e l’incessante battaglia, con costi personali enormi, per favorire i diritti umani e la libertà per tutti”. Giornalista, attivista per i diritti delle donne in Iran, sostenitrice della campagna contro la pena di morte, è detenuta nel carcere di Evin dove deve scontare una condanna a 31 anni.

Vera Vigevani

Come si evince, la Giornata dei Giusti dell’Umanità rivolge la sua attenzione verso coloro che si battono per gli ideali di giustizia e democrazia anche attraverso il dissenso, nonostante ciò comporti il carcere e metta a repentaglio la propria vita. Uno sguardo particolare è inoltre rivolto a quello che succede in Iran, in Russia e alla vigilia delle elezioni europee. Il 14 dicembre scorso l’onorificenza più alta che Israele ha assegnato a un non ebreo è stata conferita alla memoria di Raffaele de Ghantuz Cubbe, gesuita che durante la guerra nascose sotto falso nome tre bambini ebrei presso il Nobile Collegio di Mondragone a Frascati, dove era rettore. Venerdì 28 aprile 2023, presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, si è svolta la cerimonia di consegna del titolo di “Giusto fra le Nazioni” alla memoria di Giuseppe Castruccio, diplomatico italiano che mise in salvo dalle deportazioni naziste, durante la seconda guerra mondiale, centinaia di ebrei. Organizzò, predisponendo falsi certificati di cittadinanza italiana, il “treno della salvezza” che trasportò centinaia di ebrei greci da Salonicco ad Atene nella zona di occupazione italiana.

Yury Alexeyevich Dmitriev

Durante la cerimonia del 2021 sono state posate nuove targhe, una per Dag Hammarskjöld, il segretario generale delle Nazioni Unite, Premio Nobel per la pace, morto mentre cercava di risolvere la crisi in Congo; una per Carlo Urbani, il medico italiano che nel 2003 identificò il virus SARS, permettendo al mondo di evitare una pandemia ma perdendo la vita contagiandosi; una per il premio Nobel per la pace Liu Xiaobo e la sua compagna Liu Xia che, per promuovere la democrazia in Cina, hanno dovuto rinunciare alla propria libertà; una per Ruth Bader Ginsburg, prima donna ebraica a rivestire la carica di giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti. Tornando indietro negli anni la lista dei “Giusti” si allunga parecchio, perché tante persone hanno rischiato la vita per aiutare il prossimo e hanno lottato e lottano per creare sia organizzazioni che strutture che impediscano il ripetersi di numerose tragedie di cui è costellata la nostra storia e operino per migliorare il mondo in cui viviamo.

Narges Mohammadi

Come afferma Giorgio Mortara, rappresentante dell’UCEI, “conoscere e divulgare le storie di chi si è opposto all’oscurità, nei diversi periodi del nostro recente passato, rappresenta un’opportunità di inestimabile valore che ci aiuta a capire l’importanza delle conquiste ottenute dal mondo progredito e il loro peso specifico nelle nostre esistenze”. In conclusione, come ha affermato durante la cerimonia del 6 marzo 2024 Elena Buscemi “stiamo attraversando un momento storico drammatico. La guerra è tornata in Europa, Israele e la Palestina stanno vivendo mesi di grande dolore e devastazione, e il Medio Oriente è in preda all’instabilità politica. È in tempi come questi che bisogna rifarsi ai migliori esempi di umanità, a quelle persone che hanno messo la giustizia, la pace e la solidarietà al centro della loro vita, e ne hanno fatto una missione”.

Non dobbiamo nasconderci dietro a un dito o far finta che le cose non accadano. Tutti, nella propria quotidianità, possono dare un valido contributo a porre limiti all’odio cercando di costruire un mondo migliore che poggi le sue fondamenta sui valori della democrazia, sulla bellezza della persona umana e soprattutto sul dialogo.

Virginia Mariane

Amante del buon cibo, di un libro, della storia, dell’archeologia, dei viaggi e della musica

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