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Charles Messier, l’astronomo francese “cacciatore di comete”

di | 2023-12-22T19:22:34+01:00 24-12-2023 5:20|Personaggi, Sezione 5|0 Commenti

PALERMO – D’accordo con Keplero, ormai gli astronomi affermano che, circa duemila anni fa, i Magi siano andati alla ricerca di Gesù bambino seguendo la rara congiunzione planetaria di Marte, Giove e Saturno, pianeti allora assai vicini che apparivano come un unico luminosissimo astro.

La stella cometa, che ormai per tradizione si colloca nel presepe, pare risalire invece all’influenza del quadro di Giotto “L’Adorazione dei Magi”, che mostra appunto sulla grotta una cometa dalla lunga coda: particolare suggestivo dovuto quasi sicuramente al fascino esercitato anche su Giotto dal passaggio della Cometa di Halley, nel 1301. Il pittore realizzò poi il dipinto (che si trova nella Cappella degli Scrovegni a Padova) proprio qualche anno dopo, nel 1303-05 circa.

A proposito di comete, forse in pochi conoscono la storia dell’astronomo francese Charles Messier, che ha consacrato la sua esistenza a scrutare con impegno il cielo parigino. Si deve a lui la compilazione del Catalogue des Nébuleuses et des Amas d’Étoiles (Catalogo delle Nebulose e degli Ammassi di Stelle), ormai noto come “Il Catalogo di Messier”, primo inventario di oggetti celesti diversi dalle stelle comete.

Charles Messier

Tale catalogo, pubblicato inizialmente nel 1774, comprendeva 45 oggetti celesti; l’edizione definitiva fu pubblicata nel 1781 e ne racchiuse 110. La catalogazione, in vigore ancora oggi, fa precedere a ogni numero la lettera M, per indicare che si tratta appunto del Catalogo di Messier. Gli oggetti catalogati sono molto eterogenei: l’unico legame tra loro è di essere relativamente brillanti, vi si trovano sia nebulose ed ammassi stellari molto vicini, sia grandi galassie, poste a distanze enormi.

 

Quale era lo scopo del catalogo di Messier? Aiutare gli osservatori della volta celeste e, in particolare, i cercatori di comete a distinguere gli oggetti fissi nel cielo, che potevano essere scambiati per comete perché si presentavano al telescopio come un oggetto ‘debole’ di natura nebulare, dalle comete vere. Al tempo di Messier agli astronomi interessava infatti l’osservazione delle comete, mentre le nebulose visibili in posizioni fisse del cielo erano per lo più ignorate, anche per la mancanza di mezzi tecnici (come telescopi sufficientemente potenti) che ne permettessero lo studio.

Ironia della sorte, Messier, definito il “cacciatore di comete”, diventerà poi famoso per aver catalogato (come non comete) importanti corpi celesti che non gli interessava vedere, tra cui Andromeda (oggi una delle più note galassie diverse dalla nostra Via Lattea), indicata con M31.

Il catalogo di Messier

Messier, nato nel 1730 in una cittadina del Nord-Est della Francia, cominciò ad occuparsi di astronomia quasi per caso, quando a 21 anni decise di trasferirsi a Parigi in cerca di fortuna. Nella capitale francese, venne assunto dall’astronomo Joseph Nicolas Delisle, possessore di un osservatorio privato, con l’incarico di tenere i registri delle osservazioni e copiare una mappa della Grande Muraglia cinese e una di Pechino. Lavorando presso l’osservatorio, Messier si ricordò del piacere che aveva provato nell’osservare una cometa del 1744: così, seguendo gli insegnamenti di altri astronomi che lo iniziarono nell’uso degli strumenti astronomici e all’osservazione delle comete e delle eclissi, iniziò una sistematica ricognizione del cielo stellato.

In quel periodo gli astronomi attendevano il ritorno di una cometa previsto da Halley per il 1758. Nel 1782, nella Storia dell’astronomia moderna di Jean S.Bailly si legge: “Questo astro così interessante fu visto a Parigi il 21 gennaio 1759: Messier lo scoprì per primo in Francia”. Allora infatti Messier, con tenacia e sacrificio, per quasi 18 mesi, aveva trascorso tutte le notti nella torre dell’osservatorio in cerca della cometa.

Il telescopio usato da Messier

Nel 1768 il suo datore di lavoro morì e Messier si dedicò interamente alla ricerca delle comete con notevoli risultati, scrutando il cielo tutte le notti serene e scoprendo così tutte le comete apparse in quegli anni nel cielo di Parigi. Le scoperte gli permisero di ottenere fama ed onori in ogni parte del mondo: riportava il percorso dell’astro scoperto su mappe celesti realizzate con cura e precisione, mentre per il calcolo dell’orbita si avvaleva della collaborazione dell’amico Bochart de Saron, presidente dell’Accademia delle Scienze, specializzato nel calcolo delle orbite cometarie e nella previsione del loro ritorno.

Il suo lavoro di osservazione era davvero duro durante l’inverno parigino, caratterizzato da freddo intenso e temperature spesso sotto lo zero. I mezzi a disposizione non erano paragonabili a quelli odierni: si doveva rimanere all’aperto per l’intera notte con l’occhio all’oculare, manualmente si puntava il telescopio e si eseguiva la compilazione del registro delle osservazioni e i disegni, al lume di candela o di lampada a petrolio.

Sopravvissuto nel 1781 a un grave incidente, Messier rimise piede sulla torre dell’osservatorio un anno e tre mesi dopo, osservando il 12 novembre 1782 il passaggio di Mercurio sul Sole.

L’astronomo riuscì anche a superare gli anni del Terrore rivoluzionario, che chiuse nel 1793 l’Accademia delle Scienze e bollò come corrotti e ciarlatani molti scienziati. Lo studioso continuò le sue ricerche, anche se attraversò momenti duri e spesso fu costretto a chiedere aiuto, anche solo per rifornire di olio la lampada che usava la notte per le osservazioni. Nel settembre 1793 scoprì una nuova cometa nella costellazione di Ofiuco. Però gli astronomi parigini erano dispersi e Saron era in prigione. Messier riuscì comunque a far pervenire le osservazioni al collega il quale, pochi giorni prima di essere ghigliottinato, calcolò l’orbita della nuova cometa.

Dopo la Rivoluzione, a Messier furono tributate varie onorificenze, tra cui la Legione d’Onore. Continuò le sue osservazioni sino all’età di 82 anni, quando un grave abbassamento della vista gli impedì di scrutare ancora il cielo. Morì all’età di 86 anni, il 12 aprile 1817.

Ancora oggi l’opera di Messier viene menzionata da tutti gli studiosi di astronomia: altre al celebre catalogo delle non-comete, gli si attribuisce la scoperta di 19 comete (13 scoperte da solo e 6 co-scoperte insieme ad altri). Sulla Luna un cratere porta il suo nome; gli è stato dedicato anche l’asteroide 7359 ‘Messier’.

Buon Natale a tutte/i, con gratitudine verso tutte le persone di buona volontà che, come monsieur Messier, si sono impegnate per accrescere la luce della conoscenza.

Maria D’Asaro

 

Già docente e psicopedagogista, dal 2020 giornalista pubblicista. Cura il blog: Mari da solcare
https://maridasolcare.blogspot.com. Ha scritto il libro ‘Una sedia nell’aldilà’ (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

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