/, Sezione 5/Capitano Ultimo, il carabiniere che catturò Totò Riina

Capitano Ultimo, il carabiniere che catturò Totò Riina

di | 2023-07-27T12:22:54+02:00 30-7-2023 5:20|Personaggi, Sezione 5|0 Commenti

ROMA – Il volto coperto da un passamontagna, del quale solo in pochi conoscono la vera identità: è Sergio De Caprio, meglio conosciuto come Capitano Ultimo. È il carabiniere che, insieme ai suoi uomini, il 15 gennaio del 1993 a Palermo ha fermato la carriera criminale del boss corleonese Totò Riina, nome in codice nelle indagini “Sbirulino” come rivelato da De Caprio in un incontro a Montefiascone tempo fa. Riina, dopo l’arresto, verrà poi fotografato in caserma sotto una foto del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, emblema della lotta alla mafia.

Capitano Ultimo, nome scelto da quando si rese conto che “tutti volevano essere primi, volevano fare bella figura, volevano vincere, volevano farsi belli con i capi, volevano fare carriera con la K”, come dichiarò in un post sui social. Un uomo ormai sempre più invisibile, vera e propria testimonianza, a tratti scomoda, di una vita spesso sul filo del rasoio. Ha le mani avvolte da guanti quando si presenta in pubblico che rappresentano quelli del “mendicante, dei lavavetri che sono nostri fratelli, così non mi dimentico di essere un mendicante anche io”.

Una carriera nell’Arma tra grandi successi ed onore, caratterizzata da quel passamontagna dal gennaio del 1993, iniziata da allievo presso la Nunziatella di Napoli, successivamente tenente dei Carabinieri a Bagheria e poi capitano nel filone d’indagine “Duomo connection”, con il magistrato Ilda Boccassini ed il giudice Falcone sull’ingerenza mafiosa nel capoluogo lombardo. Nativo di Montevarchi, in provincia di Arezzo, figlio di un carabiniere che, visto il risultato, gli ha trasmesso l’amore per l’Arma dei Carabinieri, dal giorno della eclatante cattura del boss di Cosa Nostra Riina, si è impegnato nella cattura di altri pericolosi latitanti.

Nel 1991 arriva la nomina a capo del nucleo CrimOr dei Carabinieri, con all’attivo numerose operazioni, per poi creare l’Unità Militare Combattente nel settembre 1992, a Palermo. Un gruppo dove Di Caprio ammette i carabinieri che non ricevevano molta considerazione nell’Arma, impiegati in servizi di basso profilo. Il CrimOr si scioglie ed Ultimo viene assegnato al Nucleo Operativo Ecologico, Noe, ed al Comando dei Carabinieri per la Tutela dell’ambiente, CCTA. Arriva poi la direzione dell’ufficio affari interni del servizio segreto Aise.

Ma è dopo l’arresto di Riina che il capitano De Caprio deve fare i conti con la vendetta di Cosa Nostra, che stando alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Leoluca Bagarella, aveva offerto del denaro, per venire a conoscenza del domicilio del militare. Un vero e proprio piano era stato messo a punto, per catturarlo e poi ucciderlo. Era nata così, l’esigenza di affidargli una scorta che, a dirla tutta, nel corso degli anni, è stata al centro di numerose polemiche. Revocata nel 2014, gli viene nuovamente concessa, ma nel 2020, cioè da quando il Tar del Lazio ha deciso di respingere il ricorso, dopo la decisione della revoca arrivata nei mesi precedenti. A dispetto di tutto, 120 carabinieri si sono offerti di scortarlo, nei momenti in cui non erano in servizio.

Il suo obiettivo – lo ha dimostrato nel corso degli anni – è operare per la gente povera, rendersi utile per il bene dei bisognosi, degli altri. Ma Sergio De Caprio non è solo tutto questo: nel 2015, infatti, fonda l’associazione “Volontari Capitano Ultimo Onlus” che a Roma in una casa-famiglia, si occupa del recupero ed il reinserimento di minori disagiati e figli di famiglie segnate dal crimine. Ha persino rinunciato all’onorificenza di Cavaliere della Repubblica, ricevuta il 2 giugno 2017, tanto che sulla vicenda il Quirinale ha tenuto a precisare come la rinuncia e la richiesta di revoca siano arrivate dal diretto interessato.

Sergio De Caprio ha dato a tutti una grande lezione di vita ed una testimonianza di onestà ed amore per il prossimo. Il suo immane e coerente impegno come carabinieri e come cittadino sono imperniati di quei valori come umiltà, semplicità, correttezza, messi in campo con coerenza, con lealtà, per il bene della società.

Laura Ciulli

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi