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A 25 anni Elisa sceglie convento e clausura

di | 2025-04-20T01:32:06+02:00 20-4-2025 0:10|Attualità, Sezione 3|0 Commenti

PERUGIA – Davanti ad un bivio si è fermata a riflettere: incamminarsi sulla strada di una vita civile o immergersi in una esistenza spirituale? Elisa, dopo profonda analisi interiore, ha privilegiato quest’ultima opzione. Ed il prossimo 21 aprile busserà alla porta del convento delle Clarisse di Sant’Erminio, a Monteluce (quartiere del capoluogo umbro) per iniziare la sua esperienza di postulato, cioè il periodo di preparazione al secondo passo: il noviziato.

Elisa Curti

Elisa Curti è una ragazza di 25 anni, dottoressa in Lettere Classiche, abitante alle porte di Perugia, nella frazione di San Fortunato della Collina, fidanzata fino a qualche tempo fa. Avrebbe potuto dedicarsi ad una esistenza fatta di famiglia, figli, lavoro. Sempre nell’alveo della fede cristiana. Invece questa giovane donna ha avvertito, fortissimo, il richiamo ad una vita di preghiera, di contemplazione, di spiritualità. Ed ha tagliato, da sola stavolta, il suo secondo cordone ombelicale. Chissà se, tra le tante sue letture, le sia mai capitata tra le mani la laude di Jacopone da Todi, che cantava “Jesù, speranza mia, abissame enn amore”. L’amore smisurato, l’amore che ferisce, l’amore che annichilisce, l’amore che inabissa, secondo il francescano tuderte, ligio alla lezione drastica di Francesco di Assisi e uno dei vertici della corrente degli “spirituali”.

Il convento delle Clarisse di Sant’Erminio, a Perugia

Di certo Elisa ha risposto ad un identico “richiamo”. Tanto da confessare pubblicamente sul sito della diocesi perugina: “Ho avvertito il bisogno di rispondere con maggiore generosità all’amore di Dio, donando tutta me stessa, a Colui che mi ha amato ed ha dato tutto se stesso per me. E questo richiamo è cresciuto, giorno dopo giorno, sino a diventare irresistibile…”. Confida lei stessa di essere cresciuta in una famiglia profondamente cristiana, ma di aver vissuto poi – nel periodo adolescenziale – una sorta di “ribellione”.

Ma ecco una ulteriore “chiamata”: “Dio, che è fedele, trovò il modo di attirarmi nuovamente a sé. E da quel momento presi sul serio ed approfondii questa mia ricerca”. In un mondo che, in larga misura, si lascia abbindolare dai falsi miti – il successo, il denaro, la forma – c’è ancora (e la scelta di Chiara suona a conferma) chi opta per altro: per conoscere se stesso e per avvicinarsi, per quanto umanamente possibile, a Dio.

La bella e giovane Elisa

Non è la prima Elisa, e non sarà l’ultima a compiere questo passo. La storia di esempi simili ne propone tantissimi, uomini e donne. A chi crede, ed anche a chi non pratica alcuna religione, resta il rispetto di una scelta sicuramente non usuale e non facile (almeno vista dall’esterno). Ognuno segue il suo percorso terreno, se possibile cercando di convivere pacificamente nella comunità e difendendo i propri spazi e la propria libertà di scelta ed al tempo stesso rispettando il modo di vivere dell’altro.

Elio Clero Bertoldi

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