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29 febbraio, un giorno sempre particolare

di | 2024-02-22T18:28:42+01:00 25-2-2024 5:05|Attualità, Sezione 2|0 Commenti

VITERBO – Stabilire con precisione il modo in cui misurare lo scorrere del tempo e il susseguirsi delle giornate è stata sin dall’antichità una sfida necessaria e affascinante per l’uomo. Già all’epoca dell’Antica Roma era parso evidente che bisognava rivedere il calendario e provare a sincronizzarlo in maniera più corretta con il movimento della Terra. Si pensava infatti che essa impiegasse 355 giorni e 6 ore a compiere l’intera orbita intorno al Sole e così Giulio Cesare nel 46 a.C., avvalendosi dei calcoli dell’astronomo Sosigene, fece introdurre il calendario giuliano per allinearlo il più possibile all’anno tropico, portando quindi la durata da 355 a 365 giorni e inserendo inoltre il giorno 29 febbraio ogni quattro anni per compensare lo sfasamento orario rispetto al completo movimento di rotazione terrestre intorno al sole.

Il calendario gregoriano

Il giorno in più venne chiamato in latino “bis sextus dies” ovvero il sesto giorno prima delle calende di marzo: “bis sextus” significa infatti “due volte sesto” e da qui deriva il termine bisestile. Questo sistema, apparentemente corretto, funzionò bene per molti secoli, ma nel corso del tempo si accumulò un errore poiché l’anno solare non è esattamente di 365 giorni e 6 ore, ma leggermente meno: circa 365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 12 secondi. Fu Papa Gregorio XIII nel 1582 che risolse definitivamente questo problema di disallineamento apportando alcune modifiche al calendario giuliano con l’introduzione del nuovo calendario gregoriano, grazie al quale venne stabilito che saranno anni bisestili, con il 29 febbraio, gli anni non secolari il cui numero è divisibile per 4 (ad esempio il 1976 o il 2024) e gli anni secolari che terminano con due zeri purché siano divisibili per 400. E così il 1700, il 1800, il 1900 non furono bisestili mentre il 1600 e il 2000 sì.

Questa piccola regola servì a correggere l’eccesso di giorni bisestili del sistema giuliano allineando in maniera più corretta il calendario rispetto all’andamento delle stagioni e del movimento della Terra intorno al Sole. È interessante pensare e riflettere sulle origini lontanissime di questo giorno in più e a quanto continui ancora adesso ad influenzare la nostra cultura e le nostre tradizioni: infatti, si suole dire “Anno bisesto, anno funesto” e questo potrebbe sicuramente derivare dal fatto che per gli antichi romani il mese di febbraio era un mese associato a eventi nefasti e dedicato ai morti.

Tuttavia, nel mondo, ci sono ancora adesso eventi e tradizioni legati al 29 febbraio o Leap day come viene chiamato in inglese. Nella cittadina texana di Anthony, ad esempio, si tiene ogni 4 anni il Leap year Festival per onorare l’anno bisestile e festeggiare le persone nate il 29 febbraio con musica, canti, balli e altri divertimenti. In alcune comunità anglofone invece, secondo un’antica tradizione, il 29 febbraio è il giorno in cui le donne possono fare ufficialmente la proposta di matrimonio agli uomini e in caso di rifiuto l’uomo deve poi presentarsi alla donna regalandogli un cappellino o un paio di guanti o un vestito, scusandosi per non aver accettato la proposta.

Credenze, eventi e usanze popolari fanno del 29 febbraio un giorno sempre particolare e, se conoscete qualcuno nato in questa data, fate gli auguri il 28 febbraio o il 1° marzo degli anni non bisestili: non aspettate ogni 4 anni per farglieli.

Paolo Paglialunga

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