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La violenza sulle donne distrugge la società

di | 2020-01-31T19:21:50+01:00 2-2-2020 6:40|Attualità, Sezione9|0 Commenti

 

FIRENZE – La normalizzazione distrugge la società, soprattutto se ciò che viene normalizzato è la violenza sulle donne. Parlare della parità di genere è diventato quasi banale e scontato, in molti paesi si è ormai raggiunta la parità di genere, ma ancora manca qualcosa. Secondo il rapporto della polizia di Stato “Questo non è amore 2019” solo in Italia le donne vittima di violenza sono state 80 al giorno. Non è solo il numero ad essere spaventoso, ma anche il modo in cui vengono private della loro libertà con la violenza non solo fisica ma anche morale. Per violenza, infatti, non si intende solo stupro, bensì anche gli insulti, i maltrattamenti e molte altre forme di coercizione che compongono la lunga lista di violenze che una donna può subire.

Uno stereotipo fa pensare che siano solitamente siano i fidanzati oppure gli sconosciuti a compiere questi atti terrificanti. Al contrario, una ricerca condotta da “Eures-Ansa” nel 2010 ha rivelato che le violenze familiari sono la principale causa di morte in Italia, con il 70,7% vittime femminili. Dalle percentuali si evince che le violenze non sono solo frutto dell’immigrazione, come spesso viene proposto sui social network, e che “chi fa violenza non bussa, ha le chiavi di casa”.

La domanda allora sorge quasi spontanea: perché una donna decide di non denunciare o di non agire? Il motivo principale sta nel timore di non essere credute, sopratutto se l’aggressore è uno sconosciuto e non si hanno, quindi, sufficienti prove per dimostrare la propria credibilità. Un altro fattore è anche la vergogna o la paura di sentirsi dire, a causa di ulteriori stereotipi, che è colpa della vittima, magari per come si è vestita o per il modo di atteggiarsi o comportarsi.

Nei casi in cui l’aggressore è il marito, la moglie decide di non agire per paura, in particolare la paura di vedere le violenze subite su se stessa, addosso al figlio. Negli ultimi anni però, grazie alle numerose campagne di sensibilizzazione, come “Indifesa”, sempre più donne si sono fatte avanti, decidendo di denunciare alle autorità le violenze che hanno subito: ne parlano con psicologi o si confidano sui forum dove raccontano la propria esperienza in modo da essere sostenute da donne che hanno subito lo stesso problema, praticando anche corsi di autodifesa. Attività che aiutano non solo a prevenire ma a superare anche un trauma nascosto dentro di sé.

Boris Zarcone

Nell’immagine di copertina un manifesto contro la violenza sulle donne.

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