/, Sezione 6/Ambiente, il grido di allarme di Greta Thunberg

Ambiente, il grido di allarme di Greta Thunberg

di | 2019-02-01T12:59:07+01:00 3-2-2019 6:25|Attualità, Sezione 6|0 Commenti

ROMA – Ha appena sedici anni Greta Thunberg, ma è determinata e consapevole. È consapevole, in modo particolare, del fatto che il futuro del nostro pianeta e quello dell’umanità sono in serio pericolo. Due lunghe trecce incorniciano un volto ancora adolescenziale, ma lo sguardo, fermo e deciso, denota la forza di carattere che traspare nonostante la sua giovanissima età.

 

A Davos, ridente cittadina delle Alpi svizzere e popolare località sciistica, nei giorni scorsi, in occasione dell’annuale Word Economic Forum (Forum Economico Mondiale), Greta, giovane studentessa svedese e attivista per la difesa dell’ambiente, ha lanciato il suo accorato appello ai potenti della terra: “Non voglio la vostra speranza: voglio che entriate nel panico. Tutti devono sentire la paura che provo tutti i giorni. La nostra casa brucia. Sull’ambiente abbiamo fallito. Ma non è troppo tardi per agire”. E ancora: “Qui a Davos amate parlare di storie di successo ma questo successo finanziario è costato un prezzo immenso”. Parole dure, semplici ma dirette ascoltate da tutta la platea in religioso silenzio.

 

La giovane attivista svedese, dallo scorso settembre, ogni venerdì si assenta da scuola per recarsi di fronte alla sede del parlamento svedese per protestare contro il cambiamento climatico che minaccia il pianeta. Grazie alla sua campagna sui social, moltissimi studenti in ogni parte del mondo sono scesi in piazza imitando la sua protesta con lo slogan “Friday for future” (“Il venerdì per il futuro”). Secondo Greta, il denaro e la crescita non possono essere le uniche preoccupazioni e nemmeno la speranza è l’unica strada da percorrere, bisogna entrare nel panico e risolvere la crisi climatica che oggi rappresenta la sfida più grande e complessa che l’umanità è chiamata ad affrontare.

 

Coerente con le sue idee la giovane Greta è arrivata a Davos, dalla Svezia, in treno facendo un lunghissimo viaggio di trentadue ore. Intervistata al suo arrivo ha spiegato di aver smesso di viaggiare in aereo per una forma di rispetto nei confronti dell’ambiente e soprattutto per essere coerente con le idee che manifesta quotidianamente. Nel corso di una conferenza stampa ha poi dichiarato che è riuscita a convincere anche i suoi familiari a non prendere più l’aereo cosa certamente non facile per la madre della ragazza che è una cantante lirica e che, per tale motivo, “ha dovuto modificare un po’ il corso della sua carriera”.

 

Durante la sua permanenza a Davos, la giovane, insieme al gruppo di giovanissimi attivisti che l’hanno seguita dalla Svezia, non ha dormito in un albergo o in un appartamento ma in una tenda montata accanto al leggendario Schatzalp, l’albergo della “Montagna incantata” di Thomas Mann. Questa coraggiosa ragazza svedese, diventata famosa in tutto il mondo per i suoi scioperi scolastici a difesa dell’ambiente, ha sottolineato che siamo a dodici anni dalla catastrofe ed ha rinnovato a Davos la sua richiesta a chi ha in mano le sorti del pianeta a cambiare fattivamente le cose riducendo al più presto la produzione di anidride carbonica del 50%. Non è la prima volta che Greta espone pubblicamente le sue preoccupazioni sulle questioni climatiche: lo ha già fatto lo scorso 18 dicembre a Katowice in Polonia in occasione della conferenza mondiale sul clima organizzata dalle Nazioni Unite.

Non si conosce l’impatto l’impatto che gli interventi della giovane attivista hanno avuto o avranno su chi può veramente cambiare lo stato delle cose, ma il dato di fatto emerso è che Greta  e tutti i giovani che la seguono in questa sua importantissima battaglia rappresentano la consapevolezza che le nuove generazioni stanno sviluppando nei confronti dell’emergenza climatica ed ambientale e sulla necessità di individuare, in tempi strettissimi, soluzioni per risolvere questo delicatissimo problema.

 

La speranza è che i “grandi” entrino effettivamente nel panico, in modo tale da impegnarsi a risolvere fattivamente questa preoccupante crisi climatica che oggi rappresenta la sfida più difficile con cui l’umanità è destinata a confrontarsi. Certo si tratta di un problema di notevole entità e di non facile soluzione che però non può più essere procrastinato nel tempo: bisogna fare qualcosa e subito. Il rischio che si corre è di mettere a repentaglio il futuro del nostro pianeta, delle nuove generazioni e dell’umanità intera.

 

Silvia Fornari

 

Nell’immagine di copertina, Greta Thunberg mentre pronuncia il suo intervento a Davos

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi