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Unione Femminile, un serio contributo all’emancipazione

di | 2023-03-10T18:16:52+01:00 12-3-2023 6:25|Attualità, Sezione 6|0 Commenti

RIETI – Il diritto all’istruzione per le donne risale al 1874, con l’accesso ai licei e alle università, anche se molti istituti continuarono a rifiutare iscrizioni femminili e molte professioni rimasero precluse. Nei campi e nelle fabbriche, a maggior concentrazione di donne, nascono i primi sindacati operai e le organizzazioni di lavoratrici. Nel 1899 si costituisce a Milano la prima associazione a favore delle donne e delle bambine lavoratrici: Unione Femminile Nazionale (inizialmente come organizzazione, dal 1905 società cooperativa), tutt’ora esistente, con un suo sito Internet: unionefemminile.it, profilo facebook unionefemminile, tel. 02 6599190 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17, email segreteria@unionefemminile.it.

Nel manifesto programmatico, l’elevazione ed istruzione della donna, difesa dell’infanzia e della maternità, istituzioni di utilità sociale, riunire in una sola sede le Associazioni ed Istituzioni Femminili. Le socie avevano una sede decorosa, biblioteca in comune, una sala di lettura, si svolgevano conferenze, corsi di lezioni, intrattenimenti. L’idea nacque da un gruppo di donne di diversa estrazione sociale e formazione culturale: Ersilia Majno Bronzini, Nina Rignano Sullam, Ada Garlanda Negri, Edvige Vonwiller Gessner, Adele Riva, Antonietta Pisa Rizzi, Jole Bersellini Bellini, Rebecca Calderini.

Le donne non avevano ancora autonomia giuridica ed era necessaria l’autorizzazione maritale, che fortunatamente non mancò, insieme a una partecipazione attiva nel progetto; nel gruppo fondatore quindi anche personalità maschili di indirizzo progressista: Luigi Majno, marito di Ersilia, Giuseppe Mentessi e Umano, pseudonimo di Eugenio Meale. L’Unione si diffonde rapidamente in tutta Italia, con un progetto politico di femminismo basato sull’impegno pratico per la salvaguardia di operaie, maestre, impiegate, insegnanti di scuola media e l’affermazione del valore sociale della maternità. Fin da subito la lotta contro la prostituzione di Stato e quella per il diritto di voto, la costituzione di strutture di assistenza ed auto-formazione per donne di ogni età.

Attraverso il mensile Unione femminile, pubblicato dal 1901 al 1905, le donne lanciano le più importanti campagne suffragiste dell’inizio del secolo. L’Unione sostenne la fondazione dell’Asilo Mariuccia, seconda istituzione (autonoma) voluta dalla Majno in ricordo della figlia Mariuccia, deceduta adolescente nel 1901. Nel 1910, le socie acquistano nel centro di Milano un grande palazzo settecentesco, che diventò la Casa delle donne, con una sede per ogni associazione, una fornita biblioteca comune, sale per riunioni, una pista di pattinaggio per i bambini, un dormitorio, spazi per recite, concerti, convegni.

L’attività politica si svolge nell’ufficio di consulenza legale e burocratica, aperto anche agli uomini (Ufficio indicazioni e assistenza), consultori pediatrici, scuola di disegno professionale per le bambine che lavorano nelle botteghe di modisteria, scuole di “preparazione sociale” per ragazze di media cultura, c’era anche la Cassa di maternità per le lavoratrici in puerperio. Durante la prima guerra mondiale l’Unione assisteva i combattenti e le loro famiglie. Nel periodo fascista la presenza politica venne ridotta, pur mantenendo l’impegno sociale a favore delle madri lavoratrici e per la legalizzazione dei contratti di lavoro delle domestiche.

Nel 1931 la petizione per il disarmo, nel ‘38, in seguito alle leggi razziali, il regime ordina lo scioglimento dell’Unione, per la presenza di socie di estrazione ebraica che avevano trovato nell’Unione la sede per continuare il loro impegno politico-sociale. Grazie ad un cavillo legale, studiato dall’avvocato Edoardo Majno, figlio di Ersilia, la cooperativa riesce a conservare la proprietà del palazzo milanese e la conserva tutt’oggi, in Corso di Porta Nuova, 32. L’attività viene ripresa nel 1948, dagli anni ’60 nella struttura è stata istituita anche una ‘scuola dei genitori’ che affianca le famiglie per una educazione democratica.

Successivamente inizia l’impegno per le riforme in materia di diritto di famiglia, per il diritto alla contraccezione, per il divorzio e per le altre conquiste sociali del tempo, si stringe un rapporto di collaborazione con il Consultorio matrimoniale e prematrimoniale (il primo nella città di Milano), appoggio ai gruppi di auto-aiuto per i malati di Alzheimer, uno Sportello pensioni. Oggi l’attività dell’Unione, proseguendo il suo impegno per la garanzia dei servizi, ha uno Sportello di assistenza legale gratuita per il Diritto di famiglia, la biblioteca specializzata sui temi della storia, condizione, identità femminile e sugli studi di genere, per la quale è attivo un servizio di reference, assistenza alla ricerca relativa ai fondi archivistici già inventariati, attività di inventariazione per i fondi non ordinati, la promozione di incontri di discussione.

La biblioteca

Il sito web è molto interessante per la vasta documentazione storica che ripercorre tutto il ‘900, la mostra delle “suffragette italiane (e sarde) verso la cittadinanza”, lavoro sociale e movimento femminile, medicina del lavoro, resistenza al fascismo, storia dei genitori, dalle cucine popolari ai ristoranti a prezzo fisso, Maria Montessori: tra scienza e impegno sociale, chiarimenti terminologici tra “femminismo” ed “emancipazionismo” nell’Italia liberale, il periodico ‘Unione femminile’, schede biografiche delle fondatrici, le presidenti che si sono succedute (dal 2021 è Angela Gavoni).

Venerdì 17 marzo incontro nella sede milanese e in diretta streaming sul canale YouTube @unionefemminilenazionale, dalle 17 alle 19 per la presentazione del libro di Silvio Garattini e Rita Banzi “Una medicina che penalizza le donne”, le prove di una scomoda verità e alcune proposte di soluzione, partendo dai protocolli di cura e produzione dei farmaci. Il 23 marzo in presenza e online alle 17,30 il corso di formazione accreditato Miur, “La costruzione dell’identità in adolescenza: il ruolo della rete” emozioni e media digitali nell’identità delle nuove generazioni, come influiscono nella creazione dell’identità e dell’autostima, con Elena Bissaca – Associazione Deina; il 20 aprile, ore 17,30 RiconNeettersi per tornare a credere nel futuro con Emilia Caizzo – Centro Didattico “Libro Aperto”- Associazione Increase e Elisabetta Demarchi; il 4 maggio alle 17,30 ‘La gestione dell’identità digitale dei minori’ con Davide Cino – Università Cattolica di Milano. Tutte le normative a favore delle donne, faticosamente ottenute in oltre un secolo di storia, sono elencate nel libro della Fondazione Nilde Iotti ”Le leggi delle donne che hanno cambiato l’Italia”.

Francesca Sammarco

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