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“Un organo per Roma”, rassegna sul principe degli strumenti

di | 2023-05-30T18:52:34+02:00 4-6-2023 5:45|Sezione10, Spettacolo|0 Commenti

ROMA – Si è appena conclusa la prima parte della spettacolare – è il caso di dirlo – ottava rassegna di “Un organo per Roma” 2023. Ormai attraverso il principe degli strumenti musicali, l’organo, passa tutto, la lirica, la cameristica, il solismo, il cinema (sì): non ce ne eravamo accorti, pensavamo che l’organo  fosse il principe della musica sacra, trionfando nelle chiese (tutte) dell’intero mondo.

Giorgio Carnini, ideatore della rassegna romana

Invece esiste un repertorio apposta per l’organo da concerto e non da liturgìa, realizzato da artisti di altissimo livello, stranoti al pubblico medio –  da Bach, Haendel e Mozart, a Mendelssohn, Schubert,  Wagner, Brahms,  Grieg, Mascagni, Mahler, Messiaen, ma l’elenco è lungo – la cui opera raramente si ascolta, specie a Roma, non essendoci un organo nel grande Parco della Musica al Flaminio.  Sarebbe lungo descrivere perché ciò è avvenuto, essendo esso stato preventivato e progettato da Renzo Piano in Sala S.Cecilia, durante l’edificazione del Parco stesso: ma poi tutto si arrestò.

Gabriela Valeria Galì Montesanto al bandoneòn

Ora il pianista e organista Giorgio Carnini, ideatore e direttore della rassegna, porta avanti da anni coi suoi concerti la battaglia, per ottenere un organo – presente in ogni sala concertistica internazionale – anche nella Sala S.Cecilia del Parco della Musica di Roma (città ove esiste, a parte l’uso nelle chiese, unicamente quello per studio al Conservatorio di S.Cecilia). E quest’anno, nell’edizione di maggio, le novità sono state molte: il concerto sull’originalità delle trascrizioni di grande musica sul potente strumento, oppure un ricordo – niente di meno –  che di una “Sequenza per arpa” di Luciano Berio nel ventennale della morte.

Soprattutto, il 28 maggio, il concerto “Recordando el 25 de may de 1810” sulla Rivoluzione di maggio in Argentina, da cui nacque l’indipendenza di questo paese. Nel concerto – dopo la “Misa Criolla” di Ramirez, musica di Bacalov, Ginastera e dello stesso Giorgio Carnini – c’è stato un forte momento di commozione , quando il Coro ha intonato l’Inno Nazionale Argentino, accanto a quello italiano. Ed ora, appuntamento a novembre dal 5 al 26, in cui ci attendono due concerti dedicati esclusivamente a “Bach, principio generatore”, ed altre novità scoperte dal Maestro Carnini, nella sempre viva speranza che si apra una strada, ampia, per il posizionamento di un organo da concerto anche nel Parco della Musica di Roma.

Paola Pariset

Nell’immagine di copertina, l’organista Olga Di Ilio, protagonista della rassegna romana

 

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