/, Sezione 4/Se la scuola diventa sempre più elitaria

Se la scuola diventa sempre più elitaria

di | 2023-10-05T19:25:38+02:00 8-10-2023 5:15|Attualità, Sezione 4|0 Commenti

ROMA – Una volta era pubblica, ora è sempre più elitaria. Si parla della scuola, un diritto di tutti che però commette ingiustizie nel perseguire obiettivi aziendali mentre sforna di continuo “prodotti” per accattivare “utenti”. Sì, gli utenti, quelli che un tempo erano chiamati studenti e che le nuove mode sono destinate a discriminare se le famiglie, per un motivo o per un altro, si trovano in cattive condizioni economiche. Sempre più spesso, infatti, l’unico risultato ottenuto con queste nuove formule è altamente divisivo e pari ad un trattamento esclusivo ben lontano dall’inclusione, parolina magica decantata nei Ptof (Piano dell’Offerta Formativa), di ogni istituto che si rispetti.

Così l’ultimo ritrovato della serie è il viaggio in un Resort: cinque giorni in una località amena della bella Italia – Toscana, Puglia, Cilento – dove centro benessere, piscina e relax vengono spacciati per una didattica alternativa e moderna ma soprattutto come un incentivo alla socializzazione, quella attitudine alle relazioni che il Covid avrebbe impedito alle ultime generazioni. In Italia, a Roma e provincia, sono già diverse le scuole che hanno aderito a quello che appare più come un business delle agenzie turistiche che una efficace strategia di insegnamento.

Come che sia, dirigenti e staff, ma anche docenti, sono in subbuglio per organizzare il viaggio mentre le famiglie, delle quali molte monoreddito o con genitori che hanno perso il lavoro, fanno i conti con bilanci che non tornano. Per alcune la concessione ai figli di questi costosissimi cinque giorni con la classe (circa 4-500 euro), è impossibile, altri fanno sacrifici enormi per non essere da meno. Il risultato è che il giorno della partenza nelle aule rimangono in pochi e a quel punto è possibile contare con matematica certezza quanti alunni in difficoltà economica – potremmo dire “poveri” – ci sono a scuola. Nelle aule ne rimangono due o tre, forse cinque, superstiti di una corsa forsennata e consumistica verso la didattica del futuro.

Eppure secondo la nuova logica, la scuola frutto di continue riforme – da quella del Ministro Moratti negli anni ’90 e poi via via con la Gelmini, Profumo e poi Renzi nel 2014 – dovrebbe realizzare l’inclusione, l’azzeramento delle differenze. L’unica realtà palpabile, invece, quando gli altri sono partiti è questa: che chi rimane è irrimediabilmente escluso. Le differenze sociali, a questo punto, vengono messe a nudo nel luogo dove tutti dovrebbero avere garantite le pari opportunità, oltre che la privacy. A Roma sono già diverse le scuole che hanno realizzato tutto questo con il beneplacito dei docenti. Questi, oltre ad approvare il punto nei singoli collegi, si stanno prestando come accompagnatori rinunciando, pur di non perdere quei cinque giorni al Resort, non solo all’immagine leggendaria e autorevole che ogni alunno conserva del prof ma anche ad un ruolo conquistato con studio, concorsi, graduatorie e a volte lunga gavetta.

Tutto questo per tuffarsi con gli studenti in piscina o sdraiarsi sul lettino a prendere il sole, illudendosi che sarà facile tornare a farsi ascoltare dalla cattedra.

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi