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I fasti del Medioevo rivissuti a Roccantica

di | 2023-08-17T17:55:27+02:00 20-8-2023 5:05|Attualità, Sezione 2|0 Commenti

ROCCANTICA (Rieti) – C’è un periodo dell’anno in cui Roccantica, splendido borgo della Sabina, rivive i fasti della sua prestigiosa storia medioevale. E’ la settimana di Ferragosto, momento in cui la tradizione popolare ha convogliato sacro e profano nella celebrazione dell’Assunta (versione cristiana delle feriae Augusti), e anche una storica battaglia. Tra il 12 e il 15 agosto, ogni anno, il paese rivive quei momenti con una trepidazione e un fermento che coinvolge non solo i roccolani ma anche molti turisti. Il fatto che viene rievocato è l’assalto alla rocca, una battaglia realmente combattuta per espugnare il borgo, custodita negli annali della storia.

Era, dunque, il 1059 quando il paese fu scenario di una furibonda battaglia che vide superstiti solo 12 abitanti del luogo. Tutti avevano parteggiato per Benedetto X, uno dei due papi in guerra per il soglio pontificio che proprio qui si era rifugiato essendo inseguito dai Crescenzi, sostenitori invece del suo avversario Niccolò II. Nonostante la grave perdita umana Roca de antiquo (originario nome di Roccantica), ormai distrutta nei combattimenti, fu risollevata dall’arrivo di Roberto il Guiscardo che ne fece un feudo con tutti i privilegi che questo status poteva conferire. La nuova posizione sociale del paese diede ai suoi abitanti un nuovo slancio economico e sociale tanto che il borgo divenne sede di importanti famiglie nobiliari.

Le signore che cuciono i vestiti per il corteo

L’episodio, ricostruito dallo studioso nonché direttore artistico della manifestazione Prospero Calzolari, viene dalla sua stessa voce raccontato durante la rappresentazione dell’”assalto alla rocca” ogni anno la notte del 13 agosto, uno spettacolo suggestivo per assistere al quale accorrono moltissime persone. Testimonianze della centralità di Roccantica nella storia locale sabina si trovano nell’archivio comunale dove sono esposte in originale preziosissime bolle papali e documenti notarili e amministrativi. Nei giorni di festa agostani, che si susseguono tra squilli di trombe, musici, danzatrici e sbandieratori, si snoda tutto l’illustre passato di questo ameno centro, un po’ nascosto tra boschi e monti ma di cui molti intenditori conoscono i preziosi tesori artistici e culturali, oltre che ambientali.

Il 15 sera, alla fine della festa, un corteo di 600 figuranti sfila per le vie del paese. I fasti del Medioevo rivivono allora nei drappeggi di velluto e broccato che frusciano, nelle acconciature e nei misteriosi rintocchi dei tamburi mentre il corteo sfila tra una folla attonita, quasi incredula di trovarsi catapultata indietro nel tempo. Tanta suggestione si deve sicuramente alla sapienza certosina delle sarte Virginia Ciccopaoli, Irma Bianchini, Nella Caporali, Nadia Sabatini, Vincenzina Nobili, Loretta Bianchini, volontarie che da anni realizzano e custodiscono i costumi ricostruiti sulla base del Calendimaggio di Assisi che ne assicura l’aderenza nella scelta dei modelli e delle stoffe.

Gli abiti, custoditi nell’ex asilo del paese, sono circa mille, di varie fogge e colori, adatti per ogni fascia sociale ed età. Nei giorni precedenti la sfilata chi vuole, anche i turisti, va a scegliere quello che indosserà e le sarte riadattano i modelli o fanno modifiche al bisogno. Tutti i roccolani, compresi Alberto Sciarra e Sole De Felice rispettivamente primo cittadino e signora, e Andreino Bernabei della Pro loco, ogni anno partecipano alla preparazione della messa in scena più grande e affascinante della Sabina ed il successo di tutte le edizioni rinnova ogni volta l’orgoglio civico con cui ogni cittadino difese con coraggio il proprio paese in quell’assalto famoso subito più di mille anni fa.

Gloria Zarletti

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