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“Non chiusero le porte”: storie di accoglienza e solidarietà

di | 2023-12-31T09:49:21+01:00 31-12-2023 5:20|Cultura, Sezione 5|0 Commenti

BORGOROSE (Rieti) – Natale 1914: nella prima guerra mondiale con un “cessate il fuoco” non ufficiale in alcune zone del fronte occidentale, truppe tedesche e britanniche (in minor misura anche francesi) si scambiarono auguri, doni e canzoni; Natale 1942: gli alpini iniziano la ritirata dal Don; Natale 1943: dopo l’8 settembre l’Italia aveva il nemico in casa; Natale 2023: brindiamo e mangiamo panettoni, in un mondo in fiamme.

Torniamo al Natale del 1943: certi racconti e ricordi di famiglia andavano documentati e il libro di Pierluigi Felli “Non chiusero le porte” (ed. Radici con la prefazione di Domenico Scacchi, già professore di Storia contemporanea all’Università degli studi di Roma Tre), ha dato ufficialità a una bella storia, pur tra gli orrori della guerra, dall’8 settembre 1943 al giugno del 1944. Storie di accoglienza e solidarietà nei confronti di prigionieri di guerra di varie nazionalità ed ebrei fuggiti dai campi di prigionia dopo l’armistizio, salvati dalle famiglie di Corvaro, Santo Stefano, Sant’Anatolia, Cartore, Spedino. Siamo nel comune di Borgorose, chiamato a quell’epoca ancora Borgocollefegato, in pieno Appennino centrale al confine tra Lazio e Abruzzo.

Quelli che erano ricordi e racconti di genitori, nonni, zii, sono usciti dall’ambito domestico e ora sono storia documentata, che testimonia un’alleanza tra il mondo rurale contadino e un mondo sconosciuto, che parlava una lingua sconosciuta (non solo nel Cicolano, ma anche in Sabina e nell’Italia centrale), un mondo che sorprese gli ex prigionieri e “li avvicinò a tradizioni come quella della Befana, quando due di essi, il 6 gennaio 1944, ricevettero in dono dalla figlia del loro coadiuvante, due sigarette, ciascuna avvolta nella carta colorata”. I prigionieri all’indomani dell’8 settembre fuggirono cercando di raggiungere l’esercito alleato a Cassino: nel lungo e pericoloso viaggio furono accolti, nascosti nei fienili e sulla montagna: contadini, braccianti, allevatori divisero il poco che avevano, non alzarono muri, non respinsero, guidati e incoraggiati dal parroco don Filippo Ortenzi, che venne anche fermato dai tedeschi, con indosso documenti nascosti, ma se la cavò.

Attraverso fonti storiche negli archivi militari, archivi ebraici, archivi di Stato in Italia e in America, archivi della Resistenza della fondazione Gramsci, Pierluigi Felli ricostruisce la guerra e il periodo dell’occupazione tedesca, in Italia e nella Francia meridionale, le operazioni Alarich e Kostantin confluite a luglio nel piano Achse, l’operazione Student che aveva l’obiettivo di occupare Roma e restaurare il regime fascista, il piano Schwarz che prevedeva la cattura dei traditori (i piani vennero poi accantonati per insufficienza di forze militari adeguate). Con l’operazione Husky, sbarcarono gli Americani in Sicilia, con l’operazione Baytown inglesi e canadesi a Reggio Calabria. Felli prende il lettore per mano e lo porta indietro in quel periodo storico, in cui i tedeschi e i fascisti erano impegnati a perlustrare tutto il territorio, alla ricerca dei fuggitivi e dei traditori e quanto fosse rischioso schierarsi, ricostruisce il ruolo di persone come Silvia e Eugenio Elfer, ebrei, il capitano Charles Gatemby e altri.

Nicholas Young con Pierluigi Felli (a sinistra)

Tutta la valle del Salto e la provincia di Rieti furono interessate dal passaggio di un numero considerevole di uomini e mezzi della Wehrmacht, diretti al nord, in ritirata dal fronte di Cassino, incattiviti e pericolosi. Nella zona da Fiamignano a Valle di Malito, in direzione L’Aquila, nei pressi di Corvaro (oggi Riserva Naturale Montagne della Duchessa) operavano i partigiani della banda Gio.Da (Giovanni De Acutis) e Duchessa, che attaccarono le unità tedesche, facendo prigionieri. Nel Cicolano arrivarono anche formazioni partigiane della vicina Marsica. Felli ricostruisce i bombardamenti aerei nelle frazioni, le vittime civili (fra cui bambini), non elencate nei monumenti ai caduti. Campi di concentramento erano stati realizzati ad Avezzano, a Granica di Farfa (Rieti); sono state concesse onorificenze alla provincia di Rieti, ai comuni di Leonessa, Monte San Giovanni in Sabina, Poggio Bustone e Scandriglia. A Corvaro e alle famiglie gli attestati della comunità ebraica di Roma e i certificati Alexander (del Field Marshal H.R Alexander del comando delle forze alleate nel Mediterraneo), con i quali era possibile richiedere un piccolo contributo per gli alimenti dati ai militari accolti, ma anche il comune di Borgorose meriterebbe la medaglia al valore civile.

Pierluigi Felli e Domenico Scacchi (a destra)

Felli riporta testimonianze della formazione partigiana Banda Gio.Da: “Si costituì una organizzazione di assistenza e difesa dei prigionieri di guerra pullulanti nei villaggi e nelle montagne. Furono forniti medicinali, viveri, vestiari, alloggi, guide attraverso la montagna in direzione del fronte. Corvaro solo ne ha mantenuti circa 100 per cinque mesi. Oltre un migliaio sono stati ospitati, curati e vettovagliati”. Non tutti i nomi sono stati rintracciati, anche se Felli è riuscito a documentarne molti attraverso il sito del National Archives and Records Administration, dove è possibile consultare l’indice nominativo di coloro che presentarono istanza per ottenere un indennizzo a fronte delle spese sostenute, individuando oltre 300 schede di nominativi di cittadini di Borgorose. Nel 1989 a Londa, Nicholas Young, figlio del maggiore britannico Leslie Young, ha fondato il Monte San Martino Trust, a perenne ricordo del “coraggio, generosità e umanità” degli italiani che contribuirono a proteggere i prigionieri di guerra (la sede italiana della fondazione è a Monte San Martino). Nicholas scoprì la storia di suo padre, fuggito dopo l’armistizio dal campo di prigionia di Fontanellato a Parma, leggendo i diari di guerra dopo la sua morte e decise di percorrere lo stesso itinerario del padre, fino al ricongiungimento con il suo contingente.

“Non sapevo che ci fossero dei diari, se Giuseppe De Michelis e sua moglie Berardina Tabacco non avessero aiutato mio padre io non sarei neanche nato”, ha raccontato Nicholas nella sua sosta a Corvaro, dove ha personalmente ringraziato i discendenti della famiglia e tutti i cittadini. Gli studenti dai 18 ai 25 anni dei paesi che hanno ospitato il maggiore Young, possono richiedere la borsa di studio nel sito (www.msmtrust.org.uk), per studiare l’inglese in Gran Bretagna. Nel 2006 il presidente Giorgio Napolitano conferì a Nick il cavalierato per 300 borse di studio consegnate. In tutti i paesi che ha attraversato, Nicholas ha lasciato attestati di riconoscenza e la foto del padre, che riuscì con il loro aiuto a raggiungere l’Armata Britannica ad Anzio nel febbraio del ’44 e finire la guerra combattendo in Normandia.

Non per tutti è Natale
Filastrocca, perché sei mesta?
Non per tutti Natale è festa.
C’è un bimbo rimasto senza doni
che si succhia i lacrimoni.
C’è una vecchietta sola soletta
che trema di freddo nella stanzetta
e non ha soldi per il carbone.
C’è un innocente nella prigione.
Vi sono case senza papà:
è uscito un mattino e non tornerà.
È uscito e non è andato alla guerra,
ma con la zappa a zappare la terra:
è andato sul campo e non è tornato,
con il mitra l’hanno ammazzato.
Il buon Natale soltanto sarà
Quando nessuno pianger dovrà.

Filastrocca pubblicata il 25 dicembre 1949 nella rubrica “La domenica dei piccoli” dell’«Unità» firmata da Gianni Rodari con lo pseudonimo “Lino Picco”

Francesca Sammarco

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