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Il fascino di Aida resta inconfondibile (anche senza elefanti)

di | 2023-01-21T12:45:15+01:00 22-1-2023 6:25|Sezione 6, Spettacolo|0 Commenti

ROMA – “Aida” è uno dei capolavori di Giuseppe Verdi, nato in occasione del taglio del Canale di Suez nel 1870. Il Pascià d’Egitto, infatti, appassionato di musica, chiese a Giuseppe Verdi – artista in Europa allora sulla cresta dell’onda – un’opera lirica per celebrare l’evento. Pare che Verdi disdegnasse di scrivere musica d’occasione e rifiutasse: poi, venuto a sapere che il monarca stava per passare a Richard Wagner l’incarico, si affrettò ad accettare e l’opera – “Aida”, appunto – andò in scena nel dicembre 1871 al Teatro del Cairo, riscuotendo un successo che da allora non è mai venuto meno, e che certo si ripeterà oggi, al Teatro dell’Opera di Roma, dove “Aida” verrà rappresentata dal 31 gennaio al 12 febbraio.

Il tenore Fabio Sartori interpreta Radames

Michele Mariotti, direttore d’orchestra

Verdi nel 1870 era avanti negli anni e nella produzione delle sue grandi opere, durante le quali il suo stile e i concetti musicali erano mutati. Il realismo descrittivo, l’urto delle passioni, i contrasti della realtà, si esprimevano nell’essenzialità asciutta del linguaggio musicale: ora a quelle linee taglienti si sostituiva il suono colorato ed aereo dei timbri e una nuova riflessione sull’interiorità dell’uomo. Le tipologie umane, in questo dramma di amore fra due donne, Aida e Amneris, nella guerra fra Egizi ed Etiopi, non sono più rigide e statuarie, si arrotondano modificandosi: la potente e crudele Amneris, figlia del Faraone, sul limitare della prigione di Radames supplica – per la prima volta – i Sacerdoti di risparmiare il giovane eroe, di demordere dalla loro (e sua finora) inflessibilità decisionale, condannandola, per effetto del suo amore per lui. Ed è uno dei momenti più belli di “Aida”.

Davide Livermore, regista

Ma lo è anche il fascino del paesaggio natìo, il cui ricordo nell’etiope Aida – “le foreste imbalsamate, le fresche valli, i nostri templi d’or” – la incanta, facendole scordare che stava rivelando al re Amonasro, suo padre e nemico, i segreti di stato, spostandone la responsabilità su Radames e causandone la condanna a morte. Forse la mancanza degli scenografici elefanti in terra egizia, nell’odierno allestimento al Costanzi, restituirà ad “Aida” profondità e modernità di lettura nell’animo umano, che stava a cuore all’anziano Verdi, e che avvertiremo anche noi.

Accanto all’ottimo direttore peraltro rossiniano doc Michele Mariotti, al ben noto regista Davide Livermore, al costumista Gianluca Falaschi, allo scenografo Giò Forma, alle luci di Antonio Castro, protagonisti vocali saranno: Aida – soprano bulgaro Krassimira Stoyanova/Vittoria Yeo; Amneris – mezzosoprano Ekaterina Semenchuk/Irene Savignano (di Fabbrica Young Artist Program dell’Opera di Roma); Radames – tenore Fabio Sartori/Luciano Ganci; Amonasro – baritono Vladimir Stoyanov; Ramfis – sacerdote, basso Riccardo Zanellato;  il Re – basso Giorgi Manoshvili.

                                                                                Paola Pariset

Nell’immagine di copertina, il soprano bulgaro Krassimira Stoyanova che interpreta Aida

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