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Il corredo di una volta è soltanto un ricordo

di | 2020-02-06T18:44:33+01:00 9-2-2020 6:10|Cultura, Sezione 3|0 Commenti

MILANO – Fino agli anni ’80 le ragazze del centro sud in odore di matrimonio si facevano il corredo o perlomeno lo facevano le loro mamme, le zie, le nonne, con grande pazienza, sacrificio e immensa dedizione. E il corredo nuziale finemente ricamato, con intarsi di tombolo, chiacchierino o uncinetto, reso prezioso dalla scelta di tessuti pregiati costituiva un vero tesoro.

I giorni precedenti al matrimonio nella casa della sposa dopo aver lavato e stirato tutta la biancheria se ne dava sfoggio in una stanza opportunamente dedicata in modo che tutti potessero vedere quale fosse la dote della futura sposa. In genere lenzuola, tovaglie, asciugamani andavano di 12 in 12 o in alcuni casi in numero di 6. A questi poi si aggiungevano i copriletti di cotone, lino, piquet o seta, servizi da the, centrini, sottobicchieri, centrotavola e tutta la biancheria intima femminile da giorno e da notte. Per la famiglia costituiva una spesa ingente tanto che quando nasceva una femmina al padre della nuova arrivata si dava una pacca sulla spalla ricordandogli che era arrivata sì una bella creatura, ma anche una cambiale da pagare.

Negli anni le usanze e le tradizioni sono in parte cambiate e soprattutto con il sopravvento dell’emancipazione femminile forse ha poco senso mantenere ancora in vita questo cerimoniale che tanto poco ha da condividere con la vita moderna dove niente si lava più a mano, la lavasciuga la fa da padrona e il ferro da stiro è solo per pochi eletti che trovano ancora il tempo e la pazienza di stirare con accuratezza. Oggi non si parla più di corredo nuziale, ma la verità è che questo fondamentale aiuto dato agli sposi esiste ancora, semplicemente ha cambiato consistenza. Non si tratta più di un “pacchetto completo” consegnato loro in un preciso momento, ma spesso viene diluito nel tempo grazie al contributo di più figure quali i nonni, gli zii e anche gli amici più cari.

Parte del corredo può finire nella lista nozze, dove si possono includere: trapunta per il letto, televisore, aspirapolvere, lavastoviglie, lavatrice, asciugatrice, robot da cucina e da pavimento e una serie svariata di fantomatiche invenzioni tecnologiche che permettono di tenere la casa pulita e di risparmiare tempo. La biancheria si sceglie insieme e soprattutto la si acquista nel momento del bisogno. In quanto alla biancheria intima, quella non si è mai smesso di acquistarla, dal giorno del primo incontro perché comunque serve a tenere acceso il fuoco della passione. È il significato di relazione amorosa che è cambiato e con esso tutto quello che ad essa è associato.

Molti giovani scelgono di fare coppia ed eroicamente decidono di condividere l’appartamento mettendo insieme i propri averi ed i propri sogni, dividendo gli spazi, stabilendo i turni di pulizia e condividendo le spese. Il corredo nuziale di una volta ci starebbe stretto, magari un lenzuolo bello, quello della nonna o della mamma ci sta bene sul letto, ma una volta soltanto, giusto per dare inizio ad una nuova vita. Poi è meglio comprare quelle non stiro, tutte colorate, che fanno festa e non richiedono cure particolari. E che fine hanno fatto tutti quei tovaglioli dei servizi da 12? Ormai sono scomparse le grandi tavolate e, se ci sono, si realizzano all’aperto, al mare o in campagna, con le tovagliette all’americana ed i tovaglioli di carta usa e getta.

Le famiglie oggi investono sull’educazione dei propri figli, maschi o femmine che siano, li fanno studiare e li mantengono finché non riescono a trovare un lavoro più o meno stabile. Investire in un sontuoso corredo nuziale sarebbe uno spreco. Meglio dare un contributo per l’acquisto di una casa o di una macchina o investire in soggiorni all’estero per realizzare scambi culturali, che di lenzuola belle ce ne sono comunque in vendita e le ricamatrici sono donne di altre epoche, quando il tempo aveva un valore diverso e starsene sedute a ricamare sulla soglia di casa era piacevole e rilassante anche se faticoso.

Margherita Bonfilio

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