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Economia civile, lo spartito per rigenerare l’Italia (e il mondo)

di | 2024-05-24T13:32:57+02:00 26-5-2024 5:25|Attualità, Sezione 6|0 Commenti

RIETI – Festival Regionale dell’Economia Civile, incentrato sull’economia sociale e civile, il futuro che serve all’Europa adesso. Tre giorni di tavole rotonde, un salotto discorsivo in un contesto dinamico, nel chiostro di Palazzo Aluffi, sede della Sabina Universitas di Rieti, proposto da Openhub Rieti. E’ stata una tappa del percorso di avvicinamento al Festival nazionale dell’economia civile che si terrà a Firenze dal 3 al 6 ottobre. Radio Openhub-BarCamp Civitas ha trasmesso la diretta su YouTube, registrata in podcast, creando un archivio di riferimento. In questi anni l’esperienza è maturata grazie al Comitato Promotore del Festival Nazionale dell’Economia Civile, Confcooperative, Federcasse-BCC e Next Economia (cofondatore Leonardo Becchetti, economista) che hanno dato vita alla versione territoriale, per la prima volta a Rieti, con la collaborazione del Comitato Locale composto dalla Cooperativa Sociale di Comunità Campagna Sabina Le Tre Porte, Comune di Rieti, Federlus, Fondazione Varrone.

Da sinistra, la prefetto Pinuccia Niglio, l’assessore regionale Manuela Rinaldi, l’economista Leonardo Becchetti

Alle istituzioni europee verranno presentate proposte per applicare l’Economia sociale e civile partendo da processi di transizione sociale e ambientale del territorio, costruire un piano di sviluppo locale partecipato e sostenibile. “Ognuno porta il proprio contributo al benessere sociale ed economico – spiega il vescovo Vito Piccinonna aprendo l’incontro -. Siamo tessere che non sempre compongono un mosaico e una visione, serve adoperarsi per la formazione delle coscienze, essere artigiani di cura”. Il buon Samaritano, già nel Vangelo, prendeva posizione, si schierava (prima di Gramsci e di Hanna Harendt, il Vangelo è stato anticipatore di valori civili e morali). Leonardo Becchetti ha idee chiare: “Il denaro quadra i bilanci, non punta alla felicità, frutto della generatività: mentalità contributiva ed estrattiva, il sentirsi utili, coniugata con intelligenza relazionale, fatta di buone pratiche, fiducia in rapporti di rete e collaborazione”.

Next riunisce 50 organizzazioni che valutano le imprese in base a parametri che misurano competitività e sostenibilità. Le aree interne più svantaggiate possono trasformarsi in zone appetibili per la migliore vivibilità, qualità della vita. “Il Covid ce lo ha insegnato – prosegue Becchetti – non c’è bisogno di andare in ufficio tutti i giorni, si possono costruire territori di bellezza con spazi di coworking e partecipazione, banda larga. Conosco persone che lavorano da casa a Catania pur avendo la sede a Milano, dove vanno una volta al mese. O vogliamo vivere tutti infelici e scontenti nelle grandi città?”. Insieme ad altri, fra cui Marta Cartabia, Giorgio Vittadini, Mauro Magatti, Enrico Giovannini, Ugo Morelli, Becchetti ha scritto “Il piano B, uno spartito per rigenerare l’Italia” partendo dalla persona, rilanciando il ruolo politico della società civile: “Siamo noi i veri protagonisti, possiamo influire sui mercati e sulle scelte della politica. E’ il momento di scrivere una nuova idea di futuro, di convivenza, di economia, uno slancio nuovo che deve venire da profondo della società. La nostra democrazia è ammalata di (non) partecipazione, più della metà degli italiani non solo non vota più, ma in generale non partecipa”.

La proposta è partire dall’analisi dell’anatomia e delle patologie del mondo in cui viviamo ed elaborare un’idea di “salute” e bene comune ponendola come l’orizzonte verso il quale le politiche di cura possono e devono orientarsi, basata sul legame profondo tra individuo e società. “Esiste un filo d’Arianna che ci porta fuori da depressione, ansia, povertà di senso e, come conseguenza, fuori da crisi ambientali, sociali e demografiche”. Capitoli dedicati a Schemi di riferimento, Costituzione, Generatività, Sussidiarietà, Complessità, Sostenibilità, Beni Comuni, Casa, Comunicazione, Contribuzione, Educazione, Europa, Generazioni, Giustizia, Innovazione, Investimento, Lavoro, Welfare. Il giornalista Andrea Vianello ha sottolineato l’importanza del Servizio Sanitario Nazionale che lo ha salvato da un ictus con tempestività, un intervento rischioso e riabilitazione. La sua esperienza è descritta nel libro “Ogni parola che sapevo”.

Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di commercio di Roma, cita Adam Smith (l’interesse economico nasce dal proprio egoismo) e Robert Kennedy (il Pil non tiene conto della salute, dei valori di giustizia ed equità, felicità, famiglia): “Economia e socialità stanno diventando la stessa cosa, l’economia si salva se c’è un contesto fatto di contaminazioni, o tutta l’economia diventa civile oppure la situazione futura è molto complicata”. Il terzo settore, il volontariato, produce economia: Silvia Stilli, portavoce AOI Cooperazione e solidarietà internazionale, Francesca Coleti (Arci Nazionale) considerano “povero” il piano Mattei “non inclusivo, mancante di una partecipazione che rifletta una comunità, penalizzante sulle Ong. Il terzo settore cresce ma crescono anche le disparità, il mercato non può essere l’unico paradigma e al terzo settore, che non ha scopo di lucro, non si può applicare l’Iva, ma è stato fatto”. La prefetto Pinuccia Niglio aggiunge: “Una società felice è una società sicura. Felicità sociale, lavoro, parità di reddito sono nella nostra Costituzione, un progetto da realizzare, partendo dai territori, facendo squadra”.

Il romanzo di Andrea Vianello

Famiano Crucianelli, presidente Biodistretto della Via Amerina e delle Forre, ha scritto il libro Reddito di Contadinanza – L’agricoltura al centro della transizione ecologica: “Se i produttori non sono i protagonisti, la partita è chiusa, il mondo rurale è derubricato dalla politica centrale. Il futuro delle campagne è la cruna dell’ago dove debbono passare le grandi questioni della nostra epoca: il cambiamento climatico, sicurezza alimentare, l’abbandono delle aree rurali e il degrado delle metropoli, scarsità dell’acqua, tutela del paesaggio. Bisogna prendere dalla natura senza depredarla, lo sfruttamento intensivo e brutale delle risorse naturali ha origine in una rottura tra la cultura e la natura, che produce conseguenze gravi. I ‘padroni del cibo’ sono soliti evocare lo spettro della fame nel mondo: ma se 820 milioni di persone soffrono di denutrizione, altri 672 milioni sono obesi, in sovrappeso, il 30% del cibo (1,3 miliardi di tonnellate l’anno) finisce in discarica, il 13% è compromesso dalla produzione alla vendita al dettaglio e il 17% dal consumo domestico. Secondo la Fao il 6% delle emissioni di gas serra sono legate allo scarto alimentare. Le terre a coltura intensiva stanno diventando sempre meno fertili, i giovani hanno perso interesse per il lavoro dei campi”.

Dal 1960 al 2010 le aziende agricole italiane sono diminuite da 4,2 a 1,6 milioni e si è registrata una riduzione della superficie agricola utile (- 40%, che dal 1970 al 2010 ha riguardato prevalentemente le zone montane). “Il contadino ha un ruolo sociale che va riconosciuto. Abbiamo consegnato le chiavi del mondo agricolo alle multinazionali dell’agroindustria, a un sistema di distribuzione speculativo, alla logica dell’industrializzazione forzata dei campi che ha intossicato il suolo, compromettendo la biodiversità”.

E’ ora veramente di riscrivere insieme un nuovo spartito, per suonare una musica nuova. Ognuno per la sua parte, verso lo stesso obiettivo.

Francesca Sammarco

Nell’immagine di copertina, alcuni protagonisti del Festival dell’Economia civile a Rieti: da sinistra, Andrea Vianello, Famiano Crucianelli, Lorenzo Tagliavanti, Leonardo Becchetti, il vescovo Vito Piccinonna

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