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Ecco la poesia visiva, madre della pubblicità

di | 2023-10-12T13:18:46+02:00 15-10-2023 5:30|Cultura, Sezione 7|0 Commenti

MILANO – La poesia visiva nasce dall’incontro delle parole con le immagini realizzando la fusione di due forme d’arte, quella letteraria con quella visiva unendo alla potenza dei messaggi verbali quella figurativa. È la necessità di superare la forma lineare della pagina scritta, organizzando il messaggio all’interno dell’intero spazio della pagina, che ha portato i poeti visivi a disporre le parole come fa un pittore quando compone le sue immagini sulla superficie della tela. Pertanto non sono solo le regole sintattiche e metriche a legare le parole ma anche la costruzione di forme precise realizzando una sorta di elaborazione tipografica del verso. Unendo questi linguaggi liberamente, senza alcun preconcetto, è possibile riuscire a far collaborare il pensiero visivo con le competenze linguistiche con risultati sorprendenti, impossibili da raggiungere tenendoli separati.

La poesia visiva nasce nel 1963 come tentativo di liberarsi dal linguaggio letterario dell’epoca, divenuto ormai poco efficace, nel tentativo di accorciare la distanza fra le espressioni artistico-letterarie e il dialogo quotidiano comune alle persone di qualunque estrazione sociale. Le origini di questo movimento però possono essere individuate già nella poesia figurata dell’antichità classica e medievale. La cosiddetta poesia visiva vede infatti le sue prime espressioni già nel III secolo a.C. con L’uovo di Simia di Rodi, considerato l’inventore di tale genere letterario. Si cominciano così a diffondere quelli che verranno chiamati calligrammi, componimenti poetici fatti anche per essere osservati oltre che ascoltati.

I calligrammi possono essere definiti come “un insieme di segno, disegno e pensiero”, in cui il testo è disposto in modo tale da comporre il disegno di un oggetto collegato al tema principale della poesia. Nei calligrammi in genere il disegno richiama spesso l’oggetto della poesia dando al lettore un legame con il testo. Può anche succedere però che la forma presa dalle parole non abbia alcuna relazione con i termini verbali allo scopo di creare una nuova suggestione in grado di conferire a ciascun elemento una vita propria. La poesia figurata dell’antichità classica e medievale evolve nel tempo fino ad arrivare alla fine dell’Ottocento e inizio del Novecento quando si ha la vera esplosione della poesia visiva con il Futurismo il cui principale esponente fu Filippo Tommaso Marinetti (1976-1944) che diede il nome al movimento.

Filippo Tommaso Marinetti, padre del Futurismo

Marinetti in modo abbastanza irriverente inventa le “parole in libertà” con l’idea di creare una nuova dimensione del linguaggio. Così sovverte la sintassi e la punteggiatura, dà vita a una vera e propria rivoluzione topografica con l’uso di caratteri diversi utilizzati a seconda degli stati d’animo. La parola, libera dai vincoli della logica, si arricchisce di infinite forme espressive: diventa suono, immagine, oggetto e dialoga graficamente con ogni forma d’arte di quegli anni. Il Futurismo mirava ad una rottura con il passato, uno svecchiamento della concezione dell’arte, promuovendo un suo avvicinamento al progresso tecnologico. Secondo i futuristi il poeta non doveva isolarsi rifuggendo dal progresso della tecnica, dall’evoluzione della società, ma doveva invece mettere la propria opera anche al servizio delle aziende, usando la creatività per realizzare ad esempio manifesti pubblicitari o slogan.

Guillaume Apollinaire

Da allora e lungo tutto il Novecento sono molteplici le sperimentazioni fatte allo scopo di rendere libera la poesia di fondersi con altre forme d’arte. Tra tutte meritano di essere citate quelle di Guillaume Apollinaire, che nel 1914 pubblica i primi Calligrammes. Tra le sue opere più belle e famose Tour Eiffel, La cravate et la montre, La mandoline l’œillet et le bambou e infine Poèmes à Lou. Molto legata allVidea futurista della poesia visiva è l’arte postale, nota anche in inglese come Mail Art che consiste nello scambio internazionale tramite posta di cartoline fatte a mano, dipinte o disegnate, ma anche collages o poesie visive. Con la poesia visiva e l’arte postale le parole scritte acquisiscono un doppio ruolo, dando l’avvio a una forma di comunicazione fatta non solo attraverso le parole, ma con la forza delle immagini. Un nuovo modo di fare creatività, che rivoluziona un’epoca e ai giorni nostri ha il suo ultimo approdo nella pubblicità.

Margherita Bonfilio

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