PALERMO – Sarà la Storia a dire quanto inciderà sul futuro degli Stati Uniti d’America l’assalto di alcuni sostenitori di Trump al Campidoglio. Comunque, il democratico Joe Biden sarà dal 20 gennaio il 46° presidente degli USA.
Negli Usa, Repubblica presidenziale di tipo federale, il mandato del presidente dura 4 anni e lo stesso presidente può essere rieletto solo una volta. In caso di morte o dimissioni, gli subentra il vicepresidente sino alla fine del mandato. Ma come funziona il sistema elettorale americano?
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Donald Trump e Joe Biden
Le regole per l’elezione presidenziale sono fissate dall’articolo 2 della Costituzione. Il giorno ufficiale del voto è il martedì successivo al primo lunedì di novembre; tuttavia in molti Stati le operazioni elettorali iniziano anche diverse settimane prima, per permettere a tutti i cittadini di poter esprimere la propria preferenza. Quest’anno poi, anche a causa della pandemia, molti elettori hanno fatto ricorso in appositi seggi al voto anticipato (early voting) oppure hanno votato per posta. Possono votare alle elezioni presidenziali tutti i cittadini americani che hanno compiuto 18 anni.
Nei 50 stati e nel distretto di Columbia, con la capitale Washington, c’è un sistema elettorale sostanzialmente maggioritario. Però l’elezione del presidente degli Stati Uniti – contrariamente a quanto avviene in altri Paesi dalla forma di governo “presidenziale” – non è a suffragio diretto: infatti gli elettori americani non votano direttamente il presidente, bensì i cosiddetti Grandi Elettori, che costituiranno lo United States Electoral College, un’assemblea di 538 membri con l’unico scopo di eleggere il presidente.
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Joe Biden con la vice Kamala Harris
Ciascun grande elettore viene eletto sulla base del suo sostegno a uno dei candidati alla Casa Bianca. Per la vittoria finale, il candidato presidente deve conquistare almeno 270 grandi elettori. Per ogni stato americano è prevista l’assegnazione di un numero di grandi elettori proporzionato alla sua popolazione, corrispondente alla somma dei rappresentanti che quello stato elegge alla Camera e al Senato federale. Ecco, ad esempio, quanti grandi elettori eleggono i più popolosi stati americani: California, 55, Texas 38, Florida 29, New York 29, Illinois 20, Pennsylvania 20, Ohio 18, Georgia 16, Michigan 16. Per 48 stati su 50 il risultato elettorale è netto: in essi infatti i voti vengono aggiudicati con un sistema maggioritario secco, chiamato “winner takes all”: chi ha più voti si aggiudica tutti i grandi elettori. Fanno eccezione Nebraska e Maine, gli unici stati che assegnano i loro voti elettorali con il sistema proporzionale.
Il sistema elettorale affida grande peso a quegli stati – ad esempio Florida, Georgia e Michigan – in bilico fra repubblicani e democratici, dove anche pochi voti hanno un peso determinante nell’assegnazione dei grandi elettori; tali stati sono detti “swing states”: qui i candidati concentrano la loro campagna elettorale.
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Biden con la moglie Jill
Conseguenza di questo sistema elettorale maggioritario è che il vincitore delle elezioni non è necessariamente quello che ha conquistato più voti: ad esempio, nelle elezioni del 2016, Hillary Clinton ottenne circa 3 milioni di voti popolari più di Trump; mentre nel 2000 George W. Bush ebbe circa 500mila voti in meno rispetto ad Al Gore, che però risultò sconfitto. Nelle elezioni del 3 novembre scorso, Joe Biden, con 81.282.896 voti, è stato sinora il candidato presidenziale che ha ricevuto più voti nella storia degli USA, conquistando 306 grandi elettori contro i 232 di Trump.
Quando si conclude il compito dei grandi elettori? I Collegi elettorali si riuniscono nella capitale di ogni stato il primo lunedì successivo al primo mercoledì di dicembre e, con una votazione a scrutinio segreto, esprimono il loro voto per presidente e vice. I grandi elettori, benché si impegnino a votare per il candidato che dichiarano di appoggiare, teoricamente potrebbero poi preferire un altro candidato: comunque nella storia degli USA i grandi elettori “infedeli” sono stati pochissimi, una decina circa.
Quali i requisiti necessari per concorrere alla carica di presidente degli Stati Uniti? Essere cittadino americano dalla nascita; avere compiuto 35 anni; risiedere negli USA da almeno 14 anni.
Allora, in questo momento così doloroso e complesso della storia americana e mondiale, a Joe Biden – con i suoi 78 anni il più anziano ad assumere la presidenza nella storia degli Stati Uniti (e il secondo di fede cattolica dopo John Kennedy) – e alla sua vice Kamala Harris, prima donna e prima nera indo-americana a ricoprire tale carica, tanti auguri e buon lavoro.
Maria D’Asaro
Nell’immagine di copertina, il presidente Joe Biden
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