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“Collettivo Connessioni”, quando l’arte è contaminazione

di | 2023-06-30T20:26:26+02:00 2-7-2023 5:25|Arte, Sezione 6|0 Commenti

MONTEROTONDO (Roma) – Una mostra in cui il nuovo si è mescolato con l’antico, il genio con la sregolatezza, l’impegno con la leggerezza. Si è tenuta nel centro storico di Monterotondo, nella Galleria grafica Campioli di Emilio Anselmi. Non poteva non essere così visto che l’iniziativa è di Sara Sapuppo, giovane antropologa culturale che lavora nel terzo settore ma che, probabilmente per deformazione professionale, è attratta dall’arte per la sua componente umana, umanistica e umanitaria. L’intento del suo “Collettivo Connessioni” è quello di dare vita a relazioni tra artisti impegnati soprattutto sui diritti lgbtqr+ per soluzioni sempre nuove e vitali, in coerenza con il nome di questa associazione.

“Il risultato – ha detto Sara – è stato molto soddisfacente considerando che sono solo alla mia seconda esperienza in questa veste”. Ed infatti la Campioli è stata nei giorni scorsi non solo meta di numerosissimi visitatori ma anche fucina di idee e di progetti tra artisti che qui si sono incontrati. La mostra, intitolata “L’esistenzialismo è un umorismo”, mediante una contaminazione tra Sartre e Pirandello, è riuscita a raggiungere l’obiettivo che Sara si era prefissa: una sintesi di ispirazione, creatività, filosofia e ironia.

Il tutto concretizzato in immagini immediate, d’effetto, delle vere intuizioni: Francesca Dionisi e Matteo Natale (entrambi hanno anche collaborato con Sara nell’organizzazione), la prima con le sue fusioni di materia, immagini e parole e il secondo con i suoi paradossi e sullo sfondo l’immancabile sorriso; Eponime che alleggerisce le insicurezze dell’umanità con improvvise battute di spirito o le citazioni di un film; i modelli estrosi di Betty Corner e il suo progetto di moda libera; il graphic designer Moreno Giaconi, punta di diamante della mostra con il suo progetto “Monna Lisa, Lisa”, in cui ha coinvolto più di 30 artisti con le rispettive rivisitazioni dell’opera più famosa di tutti i tempi, andate a ruba subito dopo l’inaugurazione della mostra.

“Credo che il successo di questo evento – ha spiegato Sara – sia dovuto al modo leggero in cui è stato trattato il dramma esistenziale, obiettivo raggiunto selezionando le tantissime proposte che ci sono pervenute”. Con l’organizzatrice hanno collaborato l’architetta Chiara Garri, Stefano De Vecchis con le sue preziose consulenze ed altri amici del collettivo che hanno messo a disposizione la loro professionalità a seconda delle esigenze. “E’ andato tutto meglio di quanto previsto – ha osservato felice Sara – ma ci sono molti progetti nati qui, come è naturale che succeda quando le menti attive si incontrano”.

Non resta che aspettare di vedere ma, per adesso, bel colpo, Sara Sapuppo.

Gloria Zarletti

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