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Andrea Spinelli, l’arte nei processi

di | 2023-12-03T06:13:36+01:00 3-12-2023 5:00|Arte, Sezione 1|0 Commenti

MILANO – I colori appaiono diversi da quelli della realtà. La tela è un foglio di carta a grana grossa e l’occhio quello di un uomo appassionato di cronaca nera. È il ritratto di Andrea Spinelli, un giovane 33enne, nato a Vigevano, illustratore professionista, vive ad Arluno, ma considera la città ducale come casa sua. Da grande appassionato dei casi di cronaca nera ha scritto un’e-mail al presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia, proponendo l’avvio di una sperimentazione: realizzare ritratti in acquerello durante le udienze, “proprio come si fa in America”.

L’idea di ritrarre i protagonisti dei processi nasce perché qualcuno notandolo ai concerti (sul suo curriculum vanta oltre 500 ritratti dal vivo durante concerti rock), esclamava: “Mi ricordi uno di quei disegnatori statunitensi che si vedono nei film, quelli che fanno i ritratti durante i processi”. Così Andrea decide di scrivere al presidente Roia, facendo nascere una convenzione col tribunale che ufficializzerà questa pratica che diventerà uno strumento utilizzabile dalle parti del processo. Dopo Alessia Pifferi, seguirà Alessandro Impagnatiello, il barman di Senago reo confesso per l’omicidio della fidanzata incinta, Giulia Tramontano. Processo atteso, dove l’aula del Tribunale di Milano si preannuncia affollatissima tra giornalisti, parenti e curiosi. In un angolo ci sarà anche lui, Andrea, con una tavolozza di acquerelli portatile, pennelli e carta, a proporre “arte giudiziaria”.

Si tratta di un linguaggio alternativo e meno crudo rispetto alla fotografia o alle immagini video che serve a riportare visivamente ciò che accade nelle aule durante le udienze, specialmente quelle più delicate. È quindi un’alternativa alle riprese foto e video, filtrata dalla sensibilità e dalla capacità di sintesi di un artista. “Scelgo a mia discrezione i processi da seguire. Chiedo il consenso di tutte le parti in causa, arrivo presto in aula per scegliere la posizione migliore, cerco di immortalare le emozioni dei presenti. Anche degli imputati, chiaramente”, sottolinea in un’intervista televisiva. Si tratta, a volte, di persone accusate di fatti orribili: “Qualche dubbio etico non manca. Sto seguendo il processo a Rosa Fabbiano, imputata per aver ucciso la propria madre e averne poi fatto a pezzi il cadavere. Sono rimasto impressionato dall’apparente fragilità di questa signora e dalle fotografie della Polizia Scientifica proiettate in aula: per dovere di cronaca le ho disegnate ma poi ho deciso di non pubblicare nulla”.

Recentemente ha anche ritratto Alessia Pifferi, la mamma che ha lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi. Uno dei casi più crudi degli ultimi tempi: “Questa donna dal fare assente, la presenza massiccia dei media, il dibattito sulle sue facoltà mentali e sul suo quoziente intellettivo. Ho parlato con lei soltanto per qualche secondo, era spaesata. Mi aspetto ancora più folla per il processo ad Impagnatiello, a gennaio: ovviamente ho fatto domanda per esserci”.

“Il primo processo che ho seguito – aggiunge – è stato quello a Lucia Finetti. Ergastolo in primo grado per aver ucciso il marito durante una lezione di guida. Forse perché la mia prima volta come illustratore giudiziario non si scorda mai, forse per i tanti momenti toccanti. Una testimone pianse in preda al panico e Finetti, allontanandosi dal banco dei testimoni, rivendicava in lacrime la sua innocenza. Un’amica dell’imputata mi ha avvicinato. Temevo volesse minacciarmi o allontanarmi, invece ha trovato che il mio fosse un modo umano per documentare il processo”.

“Le illustrazioni durante le udienze, che termino in loco, vengono a volte acquistate dalle parti del processo come giudici e avvocati, come testimonianza e ricordo del loro operato. Quando la convenzione tra Tribunale di Milano e Ordine degli avvocati sarà attiva, questa pratica sarà ufficializzata. Le stesse testate giornalistiche possono avvalersi di uno strumento narrativo estremamente potente ed espressivo. Vorrei anche organizzare una mostra al Palazzo di Giustizia”.

Colori e occhi diversi dipingono la realtà che oggi, piú che mai, ha i colori vividi della crudeltà degli esseri umani.

Claudia Gaetani

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