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Villa Verdi, tutti uniti per l’acquisizione

di | 2023-02-16T19:14:00+01:00 19-2-2023 6:10|Attualità, Sezione 3|0 Commenti

ROMA –  “Viva Verdi!”: così intitolano un progetto nuovo il Ministero della Cultura, e le 14 Fondazioni lirico – sinfoniche italiane, come se fossimo ancora alle guerre del Risorgimento, quando Verdi era l’acronimo di “Vittorio Emanuele re di Italia”. Ma Verdi per gli italiani anche adesso è tutto, è l’Italia, è la nostra identità, come affermano il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e il soprintendente del Teatro dell’Opera Francesco Giambrone.

Il fatto è che la Villa Verdi di Sant’Agata di Villanova sull’Arda (fiumicello del Piacentino) – dove il compositore visse dal 1851 con Giuseppina Strepponi allora sua seconda moglie – è passata alla nipote Filomena Verdi e ai familiari, e pur magnificamente custodita nell’amplissima tenuta verdeggiante di alberi secolari, da ultimo è stata chiusa. Per assicurare al paese un tale tesoro – dove il Maestro visse fino alla morte, scrisse “La Traviata”, “Aida”, “Falstaff”, ospitando gli editori Ricordi, lo scrittore Boito, Toscanini, Mascagni – il Ministero della Cultura ha convocato il 2 febbraio la Fondazione ANFOLS delle 14 istituzioni predette, compresi gli autonomi Teatro alla Scala di Milano e Accademia di S.Cecilia a Roma.

Michele Mariotti, direttore d’orchestra

Tutti hanno accettato in modo compatto il progetto di allestire ciascuno un’opera di Verdi, da ora al mese di giugno, i cui proventi (tolte le spese di gestione) concorreranno all’acquisto come prelazione della Villa Verdi. Ricca all’interno di mobilio, tende, quadri sontuosi ed elementi simbolici, essa comprende anche la stanza dell’Hotel de Milan, dove il Maestro spirò nel gennaio 1901. Roma ha iniziato il 14 febbraio scorso, facendo eseguire al Teatro dell’Opera la prova generale aperta al pubblico del “Requiem”, messa funebre che Verdi scrisse e diresse nel 1874 per la scomparsa l’anno prima dell’amatissimo Alessandro Manzoni.

Giuseppe Verdi

Un Requiem intenso, dominato dalla realtà della morte attraverso il ripetersi del tema musicale del Dies Irae”, solcato da echi e richiami alle creazioni liriche del Maestro, come a momenti della vita umana (bellissimo l’ “Ingemisco” del tenore), avvertiti come perenni, e tuttavia senza una soluzione ultraterrena. Questo Requiem non la comprende, dato l’anticlericalismo e il tormentato pensiero di Verdi. Il concerto è stato guidato dal direttore stabile dell’Orchestra del Teatro dell’Opera Michele Mariotti, con l’ottimo Coro curato da Ciro Visco, ed i solisti Elena Stikhina soprano, Yulia Matochkina mezzosoprano, Stefan Pop tenore, Giorgi Manoshvili basso.

Paola Pariset

Nell’immagine di copertina, una veduta di Villa Verdi a Sant’Agata di Villanova sull’Arda

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