/, Sezione 3/La ruota dei neonati sta tornando di moda

La ruota dei neonati sta tornando di moda

di | 2022-08-14T08:21:39+02:00 14-8-2022 6:10|Cultura, Sezione 3|0 Commenti
PERUGIA – Un salto indietro nel tempo. A conferma della teoria dei “corsi e ricorsi storici” di Giambattista Vico. Negli Usa è tornata in auge la ruota. Aggiornata, ovviamente, alla luce della tecnologia (con tanto di temperatura costante all’interno), ma sempre ruota è. Anche se ora la chiamano “Safe Haven Baby Box” (rifugio sicuro cassetta bambino) ed una associazione antiabortista ne sta collocando a decine negli stati più conservatori degli Usa. Tanto di più dopo la recente decisione della Corte Suprema di revocare la legge sull’aborto del 1973, che sanciva il diritto delle donne ad interrompere la gravidenza.

La “Safe Haven Baby Box”, moderna “ruota degli esposti”

La “ruota” conta quasi mille anni. Apparve in Francia nel 1188 con lo scopo di tentare di eliminare la terribile pratica degli infanticidi e di garantire l’anonimato a chi abbandonava i neonati, ma almeno, lasciando i piccini sgraditi in vita. Correvano i tempi di Federico Barbarossa, di Riccado Cuor di Leone, della Terza Crociata. San Francesco d’Assisi era nato da pochi anni. I monasteri, specie femminili, di tutta Europa si riempirono di questi strumenti a rotazione dove i bambini, di notte (il buio garantisce già di per se stesso l’anonimato) venivano lasciati.
I moderni box si presentano quali contenitori in metallo in cui è sistemata una culla ospedaliera e la temperatura viene garantita costante e controllata. Non solo: la ruota – contrariamente alle consorelle dell’antichità, che giravano “ad libitum” -, é dotata di un sistema per il quale, una volta depositato il fagotto con il bimbo, si blocca e dall’esterno non è più manovrabile. Insomma: non c’é più spazio per il minimo ripensamento, per la resipiscenza dell’ultimo momento. Un allarme, anzi, segnala il “nuovo arrivo” al personale che accorre e può prestare immediate cure al piccolo abbandonato. L’idea di questo sistema antiquato è stata ripescata da una attivista americana, Monica Kelsey, poco meno che cinquantenne, che ha scoperto come in Sud Africa, a Città del Capo, lo stiano usando ancora oggi.
Un tuffo nel Medio Evo, dunque. Di ruote nei monasteri, in particolare femminili, ce ne sono ancora non più funzionanti ma a ricordo del passato. In Umbria se ne trovano in ogni città: da Perugia a Spoleto, da Assisi a Todi, da Città di Castello a Terni, da Gubbio ad Orvieto. Le madri infilavano il bimbo nudo o appena ricoperto di qualche straccio, sul tavolaccio del semplice meccanismo e poi – anche se non sempre – tiravano la cordicella di una campanella per avvertire le religiose. I bambini venivano subito spostati, per le necessarie cure, in un brefotrofio. il primo dei quali, in Umbria, venne aperto su sollecitazione del vescovo Bartolomeo Accoramboni a Spoleto nel 1254. Dieci anni più tardi seguì Città di Castello, grazie a due frati francescani. Seguiranno Todi e Perugia. Gli orfanelli, figli di nessuno, venivano chiamati “bisci”. In altre zone di Italia “esposti”, “proietti”, “innocenti” in maniera così frequente ed insistente che queste definizioni si trasformarono in cognomi.
In Italia la ruota venne soppressa nel 1864 dopo la creazione del Regno d’Italia. Sebbene a Perugia, ed in altri centri della regione (che allora comprendeva pure il Reatino) siano rimasti in funzione fino al 1875. In quell’anno nei brefotrofi regionali vivevano ben 6.583 orfanelli!
Per tornare alla ruota – sia pure… aggiornata – non mancano le polemiche, vivaci, negli Usa. Il sistema dei “box” presenta una serie di aspetti negativi, i principali dei quali si concretizzano nella conseguenza che le madri, se hanno un ripensamento, non possono più risalire al loro piccino. Ma soprattutto le conseguenze riguardano i bambini rifiutati che non potranno risalire mai alla propria madre (ricerca molto umana) e sotto il profilo della salute non saranno mai in grado di conoscere eventuali malattie ereditarie.
Insomma, invece di tornare alla ruota non è molto più garantista e funzionale affidarsi alle strutture ospedaliere, come avviene oggi in Italia ed in altri paesi civili?
Elio Clero Bertoldi

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi