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Rino Gaetano, artista scomodo e amatissimo

di | 2023-11-05T06:23:49+01:00 5-11-2023 5:35|Personaggi, Sezione 8|0 Commenti

ROMA – La sorella Anna ed il nipote Alessandro lo hanno ricordato lo scorso 29 ottobre, presso la Città dell’Altra Economia di Roma, con l’evento “Buon compleanno Rino!”. Perché ha lasciato il segno, perché è indimenticabile. Si tratta di Rino Gaetano (Salvatore Antonio Gaetano all’anagrafe), il cantautore italiano, nato a Crotone il 29 ottobre 1950, sempre più attuale ed amato, che quest’anno avrebbe compiuto 73 anni.

Un appuntamento per celebrare un artista che continua ad ispirare anche le nuove generazioni, tragicamente morto il 2 giugno 1981 in uno schianto sulla Nomentana 355, a bordo della sua Volvo 343, a bordo della quale si scontra con un camion, proveniente dalla parte opposta. Un incidente che lo ha portato via dai suoi fans, tragico perché l’artista calabrese viene respinto da alcuni ospedali a causa della mancanza di un’adeguata struttura di traumatologia cranica. Quando giunge al Policlinico Gemelli, non c’è più niente da fare. L’evento in suo onore a Roma ha voluto sensibilizzare i presenti sulla sicurezza stradale in unione alla memoria di Francesco Valdiserri ed alle vittime della strada.

La Rino Gaetano Band, guidata dal nipote Alessandro, si è esibita in un concerto eseguendo le sue canzoni: un momento commovente e vibrante. Rino Gaetano inizia a muoversi nel mondo musicale esordendo nel 1968, con i “Krounks”, gruppo da lui fondato, con il quale eseguiva soprattutto delle cover. Successivamente consegue il diploma di ragioniere ed il padre Domenico gli propone di lavorare in banca, ma Rino ha altri progetti, ignaro della sua fine che lo ha reso immortale, come la sua musica, il suo messaggio a volte urlati. La sua testardaggine lo porta a trovare la sua strada nella musica, tra Berta che filava la lana, il fratello figlio unico, Gianna, Aida e tanto altro fra satira e nonsense, tanto da essere censurato.

La tomba al Cimitero del Verano è visitata dai suoi fans che si fermano davanti a quel fornetto pieno di fiori come un giardino, per un pensiero, una preghiera, alcuni intonano qualche canzone, altri lasciano un messaggio su un quaderno. Sul palazzo di via Nomentana Nuova 53 (abitato dal 1970 fino alla sua scomparsa), nel 2012, il Comune di Roma gli ha dedica una targa commemorativa.

Unico, attuale, sempre vicino ai derisi, agli sfruttati, agli ultimi, in anticipo sui tempi e per questo ancora attuale con i suoi 6 album. Lui che cantava che “Il cielo è sempre più blu” e che tanti italiani, durante il lockdown ai tempi del Covid-19, hanno intonato dai loro balconi.

Laura Ciulli

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