ROMA – Una delle espressioni più significative della cultura romana del tardo Rinascimento e e del Barocco riaperta al pubblico, dopo decenni di chiusura. È il Ninfeo della Pioggia, un pezzo di storia del Palatino e della Capitale, visitabile dal 26 ottobre, che torna al suo splendore dopo un complesso restauro durato oltre due anni, grazie ad un progetto di recupero iniziato nel 2020 dal Parco archeologico del Colosseo, a causa di problemi relativi ad infiltrazioni di acqua.

“Un lavoro lungo e difficile, per il quale sono stati coinvolte diverse professionalità e che solo grazie alla sinergia di tutti è stato possibile portare a termine“, dichiara a tal proposito Alfonsina Russo, direttrice del Parco Archeologico del Colosseo. Questo storico edificio veniva utilizzato dai Farnese e si trova negli Horthi Farnesiano del Palatino: nei primi del Seicento era stato il cardinale Odoardo Farnese a volerne la realizzazione, come luogo per sfuggire alla calura estiva, il “triclinio estivo“.

Alla sua morte, il suo omonimo nipote sposato con Margherita de’ Medici, pensò di trasformare il giardino di famiglia in un luogo dove potersi svagare tra musica, relax, feste. Tra l’altro, venne arricchito con la Fontana della Pioggia che riproduce proprio il suono dell’acqua quando piove. Inoltre, su progetto, venne realizzato dall’architetto Girolamo Rainaldi il Teatro del Fontanone, composto da una sequenza di terrazze e scalee, che finisce con due uccelliere.

Per visitarlo, l’orario d’apertura è tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, dalle 9 alle 18,30, con l’ultimo ingresso previsto per le 17,30. È bene, comunque, consultare il sito ufficiale del Parco Archeologico del Colosseo.

Laura Ciulli