PALERMO – La facoltà di Lettere dell’Università degli Studi Roma Tre ha conferito il 16 novembre scorso la laurea honoris causa in “Teatro, Musica, Danza” al siciliano Mimmo Cuticchio, puparo e “cuntista” (cantastorie) che, da oltre mezzo secolo, tiene vivo il teatro dell’Opera dei Pupi.
Questa la motivazione del rettore Massimiliano Fiorucci: “Tutta la sua opera ha permesso di valorizzare la tradizione dei pupi siciliani con nuovi linguaggi calati nell’attualità. Ha traghettato nel terzo millennio la tradizione dei pupi siciliani di scuola palermitana e del ‘cunto’, innovando, sperimentando attraverso la costante ricerca di nuovi linguaggi, la contaminazione dei generi, il lavoro sul territorio e nelle periferie”.
L’Opera dei Pupi – una particolare forma di teatro che ha per protagonisti i cosiddetti “pupi”, cioè delle marionette – è una delle espressioni artistiche più radicate nella memoria storica e nell’identità culturale siciliana. E’ nata all’inizio del 1800 sia a Palermo che a Catania, quando i pupari resero animati i “pupi” per rappresentare a puntate le storie della letteratura epico-cavalleresca, riferite al ciclo carolingio e ai romanzi del ciclo di Artù, rielaborati nella Storia dei Paladini di Francia di Giusto Lodico, testo che, pubblicato a partire dal 1858, ebbe il merito di riunire e rielaborare in prosa i poemi della letteratura colta, quali l’Orlando innamorato e l’Orlando Furioso. I personaggi principali dell’Opera dei Pupi furono i paladini di Carlo Magno: il prode Orlando, Rinaldo, Ruggero, la principessa Angelica, alcuni saraceni, nemici dei paladini, e il traditore Gano. Si inseriranno poi nel repertorio tradizionale dei pupari anche narrazioni storico – romanzesche, storie di briganti, alcune opere di William Shakespeare, come Romeo e Giulietta e Macbeth, e brevi farse.
L’Opera dei Pupi ottenne in Sicilia un successo strepitoso. Ecco cosa ha scritto a proposito lo studioso Antonio Pasqualino: “Nell’Ottocento, determina la nascita dell’Opera dei Pupi l’introduzione delle corazze metalliche che rendono splendenti e fragorosi i pupi, con una meccanica particolarmente adatta a rappresentare i combattimenti con le spade … Ciò avviene anche in conseguenza di geniali invenzioni tecniche che permettono di dare una straordinaria efficacia al combattimento, che diviene una danza esaltante, ritmata in crescendo dai colpi dello zoccolo calcato dal puparo, tale da sollecitare un’intensa partecipazione psicomotoria nel pubblico, e che rimanda alle danze armate diffuse in tutta Europa”.
Mimmo Cuticchio è figlio d’arte, e ha respirato da bambino l’atmosfera del teatrino dei Pupi. Nasce a Gela nel 1948, in provincia di Caltanissetta, in una famiglia di ‘pupari’: lo erano infatti nonno e il padre Giacomo. Mimmo, che viene alla luce nel retropalco del teatrino del padre, ne eredita mestiere, cultura e passione.
Poi da Gela si trasferisce a Palermo, dove nel 1973 apre il teatro dei Pupi “Santa Rosalia”; nel 1977 fonda l’associazione “Figli d’arte Cuticchio”, che si prefigge di salvaguardare la tradizione dell’Opera dei Pupi, con opera di divulgazione nelle scuole e in associazioni culturali, impedendo così che i Pupi “ammuffiscano” in un museo… Infatti, grazie alla sua passione e alla sua tenacia, la tradizione del teatro dei Pupi a Palermo e in Sicilia è rimasta viva, ritrovando persino nuova linfa e vitalità: nel 1997 Cuticchio ha fondato la prima scuola siciliana per pupari e cuntisti, formando una nuova generazione di allievi che si sono ispirati alla sua recitazione e al suo stile.
“E’ un riconoscimento a uno straordinario percorso di lavoro popolare, che ha fatto conoscere in Italia e nel mondo questa tradizione antica innovandola continuamente. Racconta di noi, della vita e dei sentimenti, degli amori e dei tradimenti”, ha ribadito dopo la cerimonia il Rettore dell’Università di Roma, sottolineando che “le arti antiche come questa non vanno abbandonate, ma vanno rinnovate ed è questo il ruolo fondamentale di Mimmo Cuticchio. L’Università, anche attraverso queste iniziative, vuole dare visibilità ad esperienze che possono svolgere un ruolo di diffusione e conoscenza”.
Nel 2001 l’UNESCO ha proclamato l’Opera dei Pupi siciliana patrimonio immateriale orale dell’umanità: prima opera in Italia ad ottenere questo importante riconoscimento.
Se lo spettacolo è il momento espressivo cruciale del ‘cuntastorie’, come ha dimostrato Mimmo Cuticchio con il suo teatro, anche gli oggetti che compongono l’opera dei pupi (pupi, fondali e cartelli, etc.) costituiscono un patrimonio culturale prezioso. A Palermo magnifiche collezioni di pupi possono essere ammirate al Museo internazionale delle marionette ‘Antonio Pasqualino’, al Museo etnografico siciliano ‘Giuseppe Pitré’, mentre la collezione del padre di Mimmo Cuticcho si trova a Palazzo Branciforte.
Maria D’Asaro
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