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Mauro Zambuto, mitica voce di Stanlio

di | 2022-06-19T10:34:57+02:00 19-6-2022 6:00|Personaggi, Sezione 1|0 Commenti

PALERMO – È noto che a dare la voce italiana ad Oliver Hardy sia stato Alberto Sordi, che iniziò a doppiare Ollio nel 1939, quando aveva diciannove anni. Pochi conoscono invece l’identità del doppiatore di Stanlio: il piemontese Mauro Zambuto (1918-2011).

Figlio d’arte – il padre era il doppiatore, attore e regista Gero Zambuto – da ragazzino Mauro era particolarmente dotato nel parlare lingue straniere; così, appena undicenne, nel 1929 fu notato a Torino dalla Paramount Pictures e inserito nel primo studio di doppiaggio europeo a Joinville-le-Pont, nel nord della Francia, dove doppiò l’attore Jackie Coogan (interprete, da bambino, de Il monello di Charlie Chaplin). Il doppiaggio di Stanlio arrivò nel 1933, nel film Fra Diavolo, in coppia con uno studente italo-americano che dava la voce ad Ollio. Qualche anno dopo Zambuto interruppe il doppiaggio, perché nel frattempo era stato chiamato sotto le armi nella Regia Aeronautica.

A partire dal 1939, riprese a doppiare Stan Laurel assieme al giovane Alberto Sordi, da quell’anno voce di Ollio; I diavoli volanti fu il primo film di Stanlio e Ollio doppiato dalla coppia. Il loro sodalizio nei film dei comici statunitensi durò fino al 1951 e si concluse con Atollo K. Il duo Sordi/Zambuto conferì il proprio stile inconfondibile all’identità vocale di Stanlio e Ollio per il pubblico italiano. Alberto Sordi apportò una modifica significativa alla voce di Ollio: mentre il vero Hardy aveva una dizione tenorile, Sordi la convertì in basso, con risate profonde e lamenti vibranti nei momenti di malessere; Zambuto diede invece a Stanlio una voce acuta, che nel gridato e nel pianto sfociava nel falsetto.

Ecco cosa diSSe lo stesso Zambuto, in una video-intervista: “La voce di Stan Laurel richiedeva un certo falsetto… In realtà Stanlio faceva il falsetto soltanto quando piangeva; io, invece, lo doppiavo sempre in falsetto”.

Sordi e Zambuto mantennero inoltre la dizione storpiata di molte parole, originata da una trovata casuale del produttore Hal Roach nel 1929, quando venne girato il primo cortometraggio sonoro della coppia Laurel/Hardy. Poiché il doppiaggio in lingue straniere non era stato ancora inventato, per il pubblico non anglofono, Roach faceva girare ciascuna scena cinque volte in altrettante lingue (inglese, francese, tedesco, spagnolo e italiano): a ogni sequenza gli attori secondari venivano sostituiti da interpreti madrelingua, mentre Stanlio e Ollio recitavano via via nelle varie lingue, a loro sconosciute, leggendo le battute sul gobbo posizionato dietro la macchina da presa.

Mauro Zambuto

L’effetto di tale meccanismo fu comico, perché i due attori spesso alteravano inconsapevolmente molte parole straniere spostandone gli accenti, come in “stupìdo” o “automobìle”. Gli spettatori stranieri si divertirono tanto a questa dizione, che aggiungeva involontaria comicità alle battute. Così, quando nel 1933 venne sperimentato il doppiaggio, i distributori pretesero che i doppiatori pronunciassero le parole con gli accenti spostati, proprio come Stanlio e Ollio.

Dopo il 1951, le strade di Sordi e Zambuto si divisero: Albertone abbandonò il doppiaggio per dedicarsi interamente alla professione di attore, foriera di enorme successo nel panorama italiano e internazionale; Mauro, invece, divenne ingegnere elettronico e iniziò a insegnare Fisica elettronica all’Università di Padova. Continuò comunque a dividersi tra la docenza universitaria e il doppiaggio: Mickey Rooney, Martine Milner, Anthony Caruso, Donald O’Connor furono alcuni dei tanti attori da lui doppiati.

Alberto Sordi e Mauro Zambuto

Ma il professore Zambuto prestò la sua voce anche a personaggi del cinema di animazione della Disney, come la Cicogna e un Clown in Dumbo (1948) e Panco Pinco e il Leprotto Bisestile in Alice nel Paese delle Meraviglie (1951). Per inciso, si ricorda che il padre di Mauro, Gero Zambuto, aveva dato la voce a Eolo nel 1930, nella prima edizione Disney di Biancaneve e i sette nani. Nel 1952 Zambuto si trasferì negli Stati Uniti, dove ricoprì la carica di vice presidente della società italiana “Film Export”, costituita per doppiare in inglese i film italiani esportati negli USA; in seguito lavorò presso gli studi della Paramount ad Hollywood.

Zambuto, che era anche un bravo violinista e aveva il brevetto di pilota di aerei, nel 1962 decise di ritirarsi dal mondo del cinema per dedicarsi alla ricerca scientifica ed all’insegnamento. Specializzato in Elettronica quantistica, accettò il prestigioso incarico di docente di Ingegneria elettronica e dei computer presso il New Jersey Institute of Technology e dedicò all’insegnamento la parte finale della sua vita, così talentuosa e poliedrica.

Se Stan Laurel e Oliver Hardy hanno fatto ridere di cuore varie generazioni di italiani il merito va dunque anche al felice doppiaggio della coppia Sordi/Zambuto. E, in un mondo dove c’è poco da ridere, chi riesce a suscitare ilarità – e continua nel tempo a regalare quintali di buonumore – va annoverato tra i benefattori dell’umanità.

Maria D’Asaro

Già docente e psicopedagogista, dal 2020 giornalista pubblicista. Cura il blog: Mari da solcare
https://maridasolcare.blogspot.com. Ha scritto il libro ‘Una sedia nell’aldilà’ (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

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