MESAGNE (Brindisi) – Il suggestivo castello normanno-svevo di Mesagne, in provincia di Brindisi, ospita la mostra intitolata “Caravaggio e il suo tempo – Tra naturalismo e classicismo”. Il castello ha aperto i battenti all’esposizione di circa 35 opere che riguardano la nascita e lo sviluppo del naturalismo caravaggesco, in contrasto con il classicismo emiliano particolarmente apprezzato a Roma agli inizi del Seicento. A curare la rassegna (visitabile fino all’8 dicembre) il professor Pierluigi Carofano, in collaborazione con la professoressa Tamara Cini.

Si parte direttamente dagli esordi (la formazione dell’artista Michelangelo Merisi) e si arriva sino alle tappe della sua maturità artistica. Tra le più famose opere si evidenziano i dipinti ‘Ragazzo morso da un ramarro’ di Caravaggio, la ‘Maddalena Penitente’ (attorno al 1594-1595) di Artemisia Gentileschi e la ‘Conversione di san Paolo’ (1601) di Ludovico Carracci.

Si tratta di una delle figure artistiche più discusse e ammirate della storia. Il pittore lombardo porta una ventata rivoluzionaria e impone il suo stile innovativo e geniale, suscitando scalpore e anche un po’ d’invidia, anche perché nel frattempo si è guadagnato la stima di grandi protettori, come il cardinale Francesco Maria Del Monte. Caravaggio è un innovatore anche sul piano della tecnica. Dipinge dal vero o da modello senza il sostegno del disegno. Con una punta traccia incisioni per fissare le linee salienti della composizione sulla preparazione della tela ancora fresca. Questa tecnica esclusiva è una delle prove per l’attribuzione del quadro al maestro.

Il Castello di Mesagne
Caravaggio dipingeva in una stanza scura e con una finestrella laterale in alto, in modo da lasciar entrare solo uno spiraglio di luce diretta sullo scenario. Poi collocava uno specchio di fronte alla scena da raffigurare in modo da avere già la visione del quadro riflesso. Così disponeva la composizione, quasi come un set fotografico, nei giusti rapporti fra le figure e le dimensioni del quadro.
Mesagne è una città che sa accogliere con il proprio fascino e con la profonda spiritualità che pervade i suoi angoli storici, la grandezza espressiva dell’immenso pittore seicentesco.
Claudia Gaetani
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