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Ildegarda di Bingen, santa e femminista

di | 2023-05-26T22:06:29+02:00 28-5-2023 5:15|Personaggi, Sezione 4|0 Commenti

RIETI – Ildegarda di Bingen nacque nel 1098, in Alsazia Renana, in un’epoca caratterizzata da molte contraddizioni, segnata dall’inizio delle crociate verso il Medio Oriente e la Palestina, le lotte tra signori e alti prelati per il papato e lo scisma della Chiesa d’Oriente. E’ anche un’epoca di grande fermento teologico con Bernardo di Chiaravalle, Pietro Abelardo, Anselmo d’Aosta, che contribuiscono a fissare i concetti fondamentali della dottrina cristiana, in una Chiesa purtroppo già fortemente mondanizzata. Proprio nel 1098, viene fondato l’ordine dei Cistercensi. Nonostante la salute cagionevole, Ildegarda morì nel 1179: una vita lunga e operosa.

In Germania venne subito proclamata Santa, Paolo VI la chiamò santa di fatto, ma non lo era di diritto, nel 2012 Papa Benedetto XVI la innalzò agli Altari e la nominò Dottore della Chiesa (nel 1979, in occasione degli 800 anni della sua morte, Papa Giovanni Paolo II riaprì la causa di canonizzazione incaricando il vescovo di Magonza di procedere nella divulgazione dell’opera e dei sentimenti della Santa, sia in ambito ecclesiastico che laico). I suoi scritti sono attualissimi, perché il suo pensiero era avanti e innovativo.

Negli spazi del Mercato a Km 0 a Rieti (Mako), la Comunità Montana del Montepiano reatino ha accolto l’idea dell’associazione delle ‘casette’ di legno (negli spazi del mercato espongono lavori artigianali, libri, dischi, prodotti delle aziende locali), contribuendo a organizzare il seminario esperienziale “Il soffio di Ildegarda di Bingen, scienziata e mistica”, offrendo un pomeriggio stimolante, che ha toccato diversi argomenti, incluso i balli medievali della scuola “La Luna Danzante – ArabinaBLu Dance, molto suggestive, soprattutto la danza in costume con le fiaccole (su musiche di Ildegarda, fra cui Angelo Branduardi che le ha dedicato il CD ‘Il cammino dell’anima’), letture, cristalloterapia, fino alla cena finale, basata sulle ricette di Ildegarda, con la partecipazione di Gil Casaburi, chef francese di cucina naturale (un intervento molto interessante, caratteizzato dalla ricetta dei biscotti della felicità).

Branduardi ha dichiarato a TV 2000: “Ho scoperto musiche e liriche incredibili, mi sono avvicinato con rispetto, in modo quasi sinfonico, ma non ho cambiato una nota, ho solo attualizzato. Lei era un genio e sono felice di averlo fatto, facendo un passo in alto, non un passo avanti”. Decima figlia di una famiglia agiata, entrò presto nel convento di clausura, fu scienziata, mistica, musicista, medico, erborista, poetessa, cosmologa. Il seminario inizia con il flauto traverso di Paola Andreoli (esperta di cristalloterapia, collegata ai 4 elementi più l’etere e la luce) e una antifona a due voci, scritta da Ildegarda, trasferita poi nel canto Gregoriano, la melodia si appoggia su punti fissi. “Il flauto suona se c’è un soffio e se non ci sono ostruzioni: noi possiamo essere lo strumento di Dio solo se siamo liberi, invece ci riempiano di tante cose e la natura, senza rispetto dell’uomo non assolve il suo compito” ha spiegato Anna Corbi, counselor e terapeuta formatore, che ha illustrato la figura di questa donna unica che diceva di essere solo “umile donna, tutto ciò che so mi viene dall’alto, da ciò che vedo e che sento”.

Paola Andreoli

Ebbe visioni fin dalla tenera età di 5 anni, i suoi scritti ci arrivano nei suoi ultimi 40 anni e delle sue visioni lei stessa dice: “A tre anni vidi una luce così grande, che la mia anima si scosse, però per la mia giovane età non potei esprimermi a riguardo. Fino al mio quindicesimo anno di vita vidi molte cose e alcune le raccontai semplicemente, ma quelli che le udivano si meravigliavano a tal punto che si chiedevano da dove venissero e da chi. Perciò mi meravigliai io stessa e nascosi la Visione, per quanto possibile”. I suoi testi sono una pietra miliare di sapienza in molti campi, nella medicina con erbe e cristalloterapia. Ildegarda ha anticipato l’omeopatia, guardando alla persona nel suo insieme, perché “l’Uomo è al centro del Creato” ed è possibile che lei abbia ispirato l’Uomo Vetruviano di Leonardo da Vinci.

Fu consulente dell’Imperatore Federico Barbarossa, venne ricevuta dal Papa, ma pur sapendo leggere, non scriveva direttamente e dettava al monaco Volmar che l’assisteva. Su di lei la registra tedesca Margaret von Trotta ha girato un film, che non è tradotto in italiano, ma in rete si trova una versione con sottotitoli in italiano. Nel film è la massima incarnazione di un protofemminismo, che risale al momento più oscuro dei “secoli bui” della storia e che si situa all’interno delle tradizioni delle istituzioni religiose. Alla von Trotta interessa più l’aspetto laico della biografia della santa benedettina, più che quello mistico o religioso: raccontare la complessità di una figura le cui idee hanno contribuito a gettare i presupposti per ogni futuro ideale di Umanesimo e Rinascimento. La mostra come una combattente e non come una semplice mistica medievale, dando spazio alla ricostruzione storica (gli spazi del convento e il clima di clausura, la precisa selezione dei madrigali).

Dopo la morte della badessa, sua parente, Jutta di Sponheim, che portava il cilicio, Ildegarda, contro il volere degli abati, ma col favore della Santa Sede, riesce a fondare un nuovo monastero per le sue consorelle (su suo disegno), ad affrontare il giudizio dei potenti e a proseguire nella sua missione di educazione all’apertura verso il mondo e la natura. Le consorelle erano libere di danzare, sciogliere i capelli. Riceve da Dio il compito di annotare quello che vedeva nelle sue visioni, ma ci sono voluti 800 anni prima che i suoi libri di medicina venissero tradotti ed altri 50 anni, prima che le ricette e le applicazioni mediche venissero testate per la pratica.

Uno degli aspetti più affascinanti della sua medicina è che funziona e talvolta in maniera più efficace di altre terapie innovative. Piante medicinali, pietre, metodi di disintossicazione quali il salasso, la coppettazione o scarificazione, il digiuno, la moderazione. Tante le ricette mediche da lei lasciate. Nell’alimentazione il farro è il cereale per eccellenza, nutriente e digeribile, poi finocchio e castagne. Noce moscata, cannella, chiodi di garofano combattono la depressione e sono gli ingredienti dei biscotti della felicità: 90 gr. di burro, 70 di zucchero (possibilmente di canna), 35 di miele, 2 tuorli d’uovo, 250 gr. di farina di farro, cannella, noce moscata e ben 24 chiodi di garofano (ma forse ne basta anche la metà). I chiodi di garofano sono antiinfiammatori, curano dolori reumatici, mal di denti e sono antiossidanti.

Francesca Sammarco

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