//Il Censis “fotografa“ un’Italia impaurita

Il Censis “fotografa“ un’Italia impaurita

di | 2023-12-02T11:39:24+01:00 3-12-2023 6:10|Pensierino del Mattino|0 Commenti

Il rapporto del Censis torna per la 57esima volta a fotografare l’Italia. Il clima, la crisi economica e la paura di un’eventuale guerra mondiale o di attentati terroristici sono al centro delle preoccupazioni degli italiani. Più della metà, inoltre, si è detta favorevole all’eutanasia, all’introduzione dello ius soli e dello ius culturae e approva l’adozione di figli da parte dei single o di coppie omogenitoriali. Ed è proprio sulla famiglia che lo studio apre una finestra sul prossimo ventennio: nel 2040, infatti, le coppie con figli diminuiranno fino a rappresentare il 25% del totale. Secondo l’indagine dell’istituto di ricerca, gli anziani di domani saranno sempre più senza figli e sempre più soli.

Un Paese che invecchia sempre di più, abitato da “sonnambuli” inermi davanti ai presagi ma circondati da paure, provocate soprattutto da scenari di crisi e di guerra. Più dell’80% degli italiani, infatti, teme il clima impazzito, mentre il 73% guarda con preoccupazione a una possibile crisi economica e sociale grave al punto da portare povertà e violenza diffuse. È ciò che emerge dal 57esimo rapporto del Censis, che ogni anno descrive la situazione socio-economica del nostro Paese. Nel 2050, tra meno di trent’anni, si stima che l’Italia avrà perso complessivamente 4,5 milioni di residenti, come se le due più grandi città, Roma e Milano, scomparissero nel nulla.

Una nuova stagione sembra aprirsi sul fronte dei diritti. Il 74% dei nostri connazionali si dice favorevole all’eutanasia, mentre sette italiani su dieci approvano l’adozione di figli da parte dei single e il 54% da parte di coppie omogenitoriali. Il 65% si schiera a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso e il 72% dice sì all’introduzione dello ius soli. Una percentuale che sale al 76% per lo ius culturae. Consolidata invece la fase espansiva dell’occupazione, che quest’anno ha raggiunto il dato più elevato di sempre con 23,4 milioni di occupati nel primo semestre di quest’anno, confermandosi però al di sotto della media europea. Diverso l’approccio al lavoro: per quasi nove occupati su dieci, infatti, mettere la professione al centro della vita è un errore.

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